Ancona-Maceratese, il derby continua con le carte bollate

Difficile capire quando ci saranno notizie ufficiali in merito ma fatto sta che quei tre punti potrebbero avere una valenza decisiva per la vittoria del campionato

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Enrico Maria Scattolini

Enrico Maria Scattolini

di Enrico Maria Scattolini

IL GRADO DI DIPENDENZA DA MELCHIORRI – Quello che è accaduto a Marino dimostrerebbe che non sarebbe poi irrecuperabile, come si temeva. La Maceratese ha strapazzato a domicilio i laziali senza la sua punta di diamante, realizzando addirittura il miglior score di gol fin qui segnati in trasferta.

MA E’ STATA VERA IMPRESA? In parte sì, in parte no. Bicchiere mezzo pieno per i biancorossi, dal momento che espugnare il terreno di una squadra con l’acqua alla gola non è mai facile (+). Non vanno dimenticate, ad esempio, la sconfitta – addirittura interna – del Termoli di qualche settimana fa contro l’altra derelitta San Nicolò, nè le ambasce patite a ripetizione dall’Ancona di Gentilini al cospetto di avversarie di rango inferiore. Mezzo vuoto, invece, per l’assoluta inconsistenza del Marino (-), rara a riscontrarsi anche su campi modesti come quelli della serie D.

LAZIALI PER ALTRO subito sotto per la fulminante girata di testa di Arcolai; costretti così ad allargare le maglie della loro già disastrata difesa (peggiore del girone); a rinunciare, per infortunio intorno alla mezz’ora di gioco, al loro migliore attaccante (Pignalosa); in pratica ad affidarsi soltanto alla fantasia ed alla tecnica del trequartista Jmenez (-). Proprio quello che occorreva alla benamata convalescente.

Luca Arcolai

Luca Arcolai

GIUDIZIO QUINDI DA RIMANDARE o, meglio, proprio da non ripetere. Perchè l’auspicio generale è che Melchiorri giochi, come solo lui sa fare, tutte i restanti incontri (-). Compresi i play-off.

EVENTO DA NON CONSIDERARE SOLTANTO in caso di promozione diretta (+).

UNA GIUSTIZIA SPORTIVA PIU’….GIUSTA (-) avrebbe però reso più robusta questa possibilità, che comunque è rimandata allo scontro diretto del 24 febbraio, dopo il delicato test-match della domenica precedente con il Termoli all’Helvia Recina.

PROVO A SPIEGARMI Quasi sicuramente la Vis Pesaro otterrà a tavolino la vittoria del derby perduto con l’Ancona al “Del Conero”, per il danno subito a causa dell’irregolare tesseramento del centravanti dorico Bellucci e per aver fatto reclamo nei termini stabiliti. Ma il suo direttore generale Leonardi era l’unico che poteva esserne a conoscenza, avendo gestito del calciatore (ex Vis Pesaro) il suo precedente trasferimento al Teramo. Situazione (colpevolmente) sfuggita addirittura alla stessa Ancona, la quale  dovrebbe essere inoltre penalizzata di un punto per ognuna delle tre partite disputate dal suo attaccante (salvo patteggiamento). Una delle quali contro la stessa Maceratese, che però non ricaverà alcun beneficio diretto dalla presumibile sentenza del Giudice Sportivo per mancanza di ricorso nei tre giorni successivi alla gara. Pur avendo avuto lo stesso danno della Vis; addirittura, se possibile, superiore per il gol incassato dallo stesso giocatore. Mi chiedo, allora, che giustizia sia quella che non contempli la retroattività sino al limite dei termini di prescrizione (-). Anzi, non me lo chiedo per niente, per non fare la figura dell’ingenuo.

Federico Melchiorri

Federico Melchiorri

BARCAGLIONI E LA MACERATESE DI RICCIONE (+) L’episodio che comunque sovviene alla mia memoria dimostra come l’unico modo per cautelarsi di fronte a questa disparità di trattamento sia talvolta quello di agire… al buio. Salvo che una società di calcio non possegga un’agenzia di investigazioni speciliazzata nei controlli di cartellini e contratti. Dal momento che nel calcio italiano siamo abituati a vederne, e sopportarne, di tutti i colori. Dunque, ritorno ai tempi del primo anno della presidenza del dottor Barcaglioni nel campionato nazionale dilettanti. Durastanti, che qualche anno dopo sarebbe purtroppo deceduto, era lo smaliziato direttore sportivo di una Maceratese con l’acqua alla gola, ai limiti dei play-out. I biancorossi persero di brutto lo scontro diretto di Riccione il cui allenatore, d’un sol colpo, impiegò tre o quattro nuovi centrocampisti ed attaccanti argentini. Il povero Durastanti s’insospettì: pur in assenza di prove documentali, decise subito di fare ugualmente ricorso per evitare la scadenza dei termini. E c’azzeccò! Con il determinante supporto professionale dell’avvocato Giancarlo Nascimbeni. Il largo successo sul campo dei romagnoli (mi sembra 4-1) si trasformò nella sconfitta a tavolino. Con la conseguenza che i biancorossi si salvarono ed i romagnoli retrocessero.

SINTETICO O CAMPO IN ERBA? Sorpreso dalla recuperata vitalità atletica della Maceratese di ieri pomeriggio (+), mi sono posto tre interrogativi sulle sue cause. Nell’ordine: (a) la neve del trasferimento a Roma ed il freddo gelido di Marino, stimolanti?; (b) il miracolo della preparazione della settimana?; (c) il fondo dello stadio laziale, simile a quello di Collevario dove i biancorossi si allenano? O tutt’e tre? Quest’ultimo l’ho girato a Di Fabio. Il quale ha risposto: ”Indubbiamente qui a Marino la squadra si è trovata meglio rispetto all’Helvia Recina degli ultimi tempi. Però i rimbalzi erano un po’ diversi da quelli cui siamo abituati a Collevario”. Meno male!

Maria Francesca Tardella

Maria Francesca Tardella

TARDELLA RADIOCRONISTA – Dei magnifici cinquanta supporters biancorossi che, nonostante il non condivisibile divieto della prefettura di Roma di assistere all’incontro, hanno ugualmente raggiunto Marino, abbiamo captato tifo ed esultanza ai gol della Maceratese (+++). Scopro che è stata la stessa presidentessa a tenerli informati attraverso il cellulare. “Minuto per minuto”, ha precisato puntigliosamente. Una concorrente che francamente non immaginavo. Ma che d’ora in poi temerò.

IL “GIALLO” MARANI La società ha ribadito che il portierino è stato convocato per il torneo di Viareggio (+); ma il suo nome continua a non risultare nell’elenco ufficiale diramato dal CT della rappresentativa nazionale di serie D, Magrini. Mariella nostra ha tagliato corto, ieri in sala stampa: ”Io mi sono trattenuta a Roma in questi ultimi giorni. E quindi non sono molto informata. L’importante è che Marani sia in Toscana e faccia esperienza.” Giusto.

LA TRISTEZZA DI CARFAGNA. Il portierone biancorosso ha tentato di dissimularla al termine dell’incontro, davanti alle telecamere. O, meglio, di giustificarla con il fastidio di aver subito il gol laziale proprio nel finale. Ma è il suo disagio era evidente, come la sua sicurezza (+) quando è fra i pali. Proprio per questo, probabilmente, è stato giudicato fra i giocatori più importanti della Maceratese dall’ammirato allenatore del Marino, pur avendo svolto solo un lavoro di ordinaria amministrazione. ”Sì, non è facile stare in panchina,- ha dovuto ammettere -. L’importante comunque è che mi faccia trovare pronto quando servo.” E ha trovato anche il modo di ringraziare: ”Se sono in forma, debbo essere grato all’attuale preparatore dei portieri Grilli.” Per poi aggiungere, un attimo prima dell’arrivo della dottoressa Tardella: ”Ma anche del predecessore…” Mariella lo ha abbracciato in segno di riconoscenza per l’impegno di Carfagna. L’avrebbe fatto se avesse sentito il nome di Cicioni, da lei licenziato in tronco qualche settimana fa?



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