La contro-agenda Livi: “Il Governo Monti ha ridotto l’Italia ad una polveriera sociale”

VERSO LE ELEZIONI - L'ex assessore provinciale presenta la sua candidatura come capolista delle Marche in Senato con la Destra di Storace: "In antitesi alla propaganda della sinistra, all' ipocrisia del modello Monti e al populismo strillato e qualunquista del Movimento Cinque Stelle"

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Simone Livi

Simone Livi

 

Simone Livi è candidato come capolista nelle Marche al Senato con La Destra di Storace.

Lei è stato uno dei primissimi ad ufficializzare la sua candidatura alle prossime elezioni politiche. Come vorrebbe presentarsi a chi non la conosce?

Mi sono appassionato alla politica fin da giovane. Lavoro nella sede maceratese dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Sono stato per dieci anni Sindaco di Sant’Angelo in Pontano, dove ora ricopro il ruolo di Vice Sindaco; in passato ho avuto l’incarico di Assessore provinciale con deleghe inerenti alla Protezione Civile e alla difesa del suolo nella Giunta Capponi. Sono tuttora dirigente regionale e provinciale per La Destra. Ritengo di essere una persona concreta che fa dell’impegno e della coerenza i propri cavalli di battaglia, portando da sempre con me valori ed ideali di chi intende la politica come un “nobile compito”.

Come si collocherà La Destra alle politiche? Quali alleanze?
Siamo lavorando per consolidare una coalizione di centro destra ancora in via di definizione. In ogni caso La Destra di Storace si presenterà con il proprio simbolo e con un programma condiviso, in antitesi alla propaganda della sinistra, alla ipocrisia del modello Monti, che candiderà gente che da più di trenta  anni siede in Parlamento, ma anche in alternativa  al populismo strillato e qualunquista del Movimento Cinque Stelle.

A chi si rivolge in particolare? Chi dovrebbe votarla e perché?

Vorrei rivolgermi a tutti i Cittadini che hanno a cuore la nostra Nazione e che vedono in me una persona affidabile che non ha mai tradito il mandato degli elettori e che soprattutto rappresenta una novità determinata a costruire un progetto serio.

Come Partito siete sempre stati critici verso il governo Monti. In cosa vi ha deluso maggiormente?

In tutto. Intanto è un Governo non votato dagli Italiani e poi, cosa più importante, ha ridotto la nostra Nazione ad una vera e propria “polveriera sociale” in cui le famiglie stanno sempre peggio, le imprese chiudono e non c’è più lavoro. La tassazione, come confermato da statistiche ufficiali, è aumentata del 5% e nel 2013, a causa di suoi provvedimenti, si prevede un aumento di imposte di 1500 euro a famiglia. Il tutto in nome delle grandi lobbies ed in uno stato di sudditanza nei confronti di paesi egemoni.

 Nel balletto “province sì – province no”, finito poi senza alcuna conseguenza, quale posizione avete preso?

Sono convinto che l’Italia abbia bisogno di una seria riforma delle Istituzioni e della P.A. in generale. Come sostengo da tempo, è tuttavia necessario partire dall’alto. Innanzitutto dalla riduzione delle spese e dei privilegi a partire da Camera, Senato e Regioni, poi si può pensare ad una riorganizzazione delle Provincie ma senza penalizzare i servizi ai Cittadini.

 Lei ha esperienza amministrativa, essendo stato per dieci anni sindaco di Sant’Angelo in Pontano. Quale futuro per i piccoli comuni dell’entroterra?

Il Governo Monti ha dato le “ultime” mazzate ai piccoli Comuni che, come le tante piccole identità sociali e produttive, costituiscono il tessuto connettivo marchigiano rappresentando vere e proprie realtà virtuose.  Il modo migliore per garantire la loro sopravvivenza, pur mantenendo le singole peculiarità, è quello di metterli in “rete” al fine di dare maggiore spessore e sviluppo al territorio.



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