Maceratese, riflessioni di un pomeriggio disatroso

SOMMA ALGEBRICA - Mister Di Fabio troppo convinto dei suoi: se fosse stato più prudente forse la partita poteva finire diversamente. Tardella-Tavecchio, a breve l'incontro

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Enrico Maria Scattolini

Enrico Maria Scattolini

di Enrico Maria Scattolini

IL PREAMBOLO PREMONITORE – Arrivo al “Del Conero” e trovo Cicchi all’ingresso della tribuna stampa. Intabarrato nel suo cappotto blu, nonostante la gradevole temperatura di un precoce pomeriggio primaverile. (Che ben presto ritornerà però gelido inverno per la tifoseria maceratese). Scopro subito che non è questione di clima atmosferico, ma di freddo interno. “Piove sul bagnato”, borbotta, quasi fra sé e sé. Cerco di rincuorarlo: “Capisco che non è la Maceratese di oggi la squadra adatta per affrontare la rigenerata Ancona di Favo. Però con lo scintillante Merchiorri di questi tempi tutto è possibile.” Lui rincara:” Mancheranno anche Montanari e Negro: andranno in panchina solo per far numero. Si sono infortunati nella “rifinitura” di ieri mattina.” Anch’io comincio a battere i denti per l’incubo del disastro.

CATASTROFE CHE GIUNGE PUNTUALE dopo la soddisfazione lampo del bel gol di Orta. In mezz’ora l’Ancona distrugge la Maceratese con tre conclusioni tutte nate da calcio d’angolo, ritmo martellante e tiri da ogni sito. Che mettono crudelmente a nudo difetti d’impostazione e di tenuta dei reparti arretrati biancorossi, ma anche imbarazzanti errori individuali.

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COERENZA O TEMERARIETA’? Un autentico tsunami che travolge le velleità offensive della benamata, organizzata da Di Fabio con un sorprendente “tridente”. Come se le assenze di Capparuccia, Montanari, Luisi e Carboni fossero solo fantasia e non dura realtà; come se Castracani e Benfatto avessero confidenza fra loro (eppure mai giocato insieme) e con Russo adeguato rodaggio (eppure tutti  quasi sempre in panchina o in tribuna o in infermeria); come se Arcolai  potesse rimpiazzare senza problemi Luisi, lì davanti alla terza linea (eppure all’ultimo momento “rimediato” nel ruolo per assoluta mancanza di alternative); come se Segarelli e Marcatili potessero opporsi al miglior e più consistente-a 4-reparto dorico (eppure il primo con pochi minuti di ritmo gara nelle gambe e l’altro solo promettente diciottenne). Come se insomma la Maceratese fosse al gran completo e quindi capace di far male agli avversari con le bocche da fuoco Melchiorri, Orta e Piergallini. Che infatti sono riusciti a segnare solo sfruttando una seconda palla su calcio di punizione – bravissimo comunque Orta nella circostanza – ed hanno calciato, debolmente, nella porta avversaria due o tre volte nei complessivi novantasei minuti d’impegno. “Non ho voluto modificare lo schema”, dirà in sala stampa l’allenatore biancorosso. Ripropongo l’interrogativo di cui sopra: coerenza o temerarietà? Aggiungendo anche un pizzico di presunzione.

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I tifosi dell’Ancona in curva al Del Conero

LA COSCIENZA mi rammenta che, nel sito della tifoseria biancorossa, alla vigilia del derby, gli schieramenti della difesa e centrocampo erano stati anticipati da me medesimo con lo stesso disegno di Di Fabio. Ma con la differenza di Romansky sulla fascia in appoggio al reparto di mezzo, e quindi con la rinuncia ad una punta. Questo soprattutto per consentire un migliore presidio delle zone laterali del campo e, nello specifico, maggiore protezione allo spaesato Russo, puntualmente intercettato da Borrelli, il migliore degli avversari. D’altra parte Melchiorri e Piergallini (o Orta) in profondità non sarebbero bastati ad impaurire un’Ancona in passato (non proprio remoto) crollata sotto i colpi dell’Amiternina, del San Cesareo ed anche di quel Termoli che poi fu prima raggiunto, sul vantaggio di due gol, e poi battuto dai dorici con una indimenticabile beneficiata di rigori? Ma Di Fabio ha preferito la …bomba atomica!

 

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Il centrocampista Matteo Piergallini

IL PROBLEMA STRUTTURALE E’ A MONTE se si pensa che le sicuramente motivate cessioni di fine anno dei due centrocampisti Troli (in grado di giocare anche in retroguardia) e Biancucci non sono state ancora compensate dagli acquisti, più volte preannunciati, di altrettanti validi under(‘93/’94). Complice anche la recente apertura del mercato a loro riservato. Però un minimo di prudenza non avrebbe guastato, prima di privarsi, ad esempio, di un agonista eclettico come Troli. La cui conferma probabilmente non avrebbe sconvolto la contabilità della Maceratese.

LE QUARANTOTT’ORE DI MARIELLA A TAVECCHIO – Al Presidente della Lega Nazionale Dilettanti, la Tardella ha richiesto, nel corso della conferenza stampa del post derby, un colloquio urgentissimo per ottenere adeguate garanzie sul futuro dei biancorossi. Penalizzati da direzione di gara punitive: in particolare quella del” recupero” con l’Astrea che ha provocato la squalifica di tre titolari. In mancanza delle quali, Mariella ha minacciato addirittura il “ritiro della squadra dal campionato.” La provocazione è evidente, conseguenza della (probabile) mancata risposta ad un suo precedente appello lanciato allo stesso destinatario dagli spogliatoi di Termoli, attraverso il mio microfono. O se risposta c’è stata, evidentemente non ha avuto riscontro nei fatti, dal momento che la sostanza dei successivi arbitraggi non è cambiata. La mia idea è che queste cose neanche sfiorino i vertici calcistici italiani, che notoriamente hanno in testa ben altre preoccupazioni.

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Guido Di Fabio

L’EVENTUALE CLIMA DI SOSPETTO, in ogni caso, avrebbe dovuto indurre i dirigenti della Maceratese a protestare prima del derby e non a cocci rotti. Io comunque  non ci credo, come ho scritto nell’edizione di questa rubrica della scorsa settimana. Sì, forse un filo di predisposizione alla …genuflessione verso le “grandi” percorre la classe arbitrale – i sei rigori concessi in rapida successione all’Ancona sono una significativa memoria – ma è soprattutto problema di capacità e carisma.
COME ALL’INIZIO DEL CAMPIONATO, sarà ancora la Vis Pesaro a decidere del rilancio della magnifica Maceratese che i tifosi, splendidi anche al “Del Conero” con la loro carica dei …cinquecento, conoscono ed amano. Al “Benelli” l’eurogol di Negro cancellò subito il brutto esordio interno con l’Ancona; all’”Helvia Recina” ci penserà Melchiorri? Attenzione però alla straordinaria difesa vissina: solo 14 gol subiti in 18 partite!

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La Maceratese esce a testa bassa dal Del Conero

“TRE ASSIST DALLA BANDIERINA”. Indovinate chi l’ha scritto, riferendosi ai tre corner di Borrelli da cui sono derivatele marcature doriche? Ovviamente il cronista del giornale regionale che segue i suoi prodi. Lo stesso (ricordate?) che escluse i biancorossi dal novero dei possbili sei protagonisti della stagione, che definì l’Amiternina e la capolista San Cesareo, i quali  sbancarono lo stadio anconetano, rispettivamente: “formazione proveniente da un paesino sperduto fra i monti abruzzesi” e “squadra di quartiere romano.” Prima o poi ne citerò il nome, oltre che le gesta. Se lo merita!

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I tifosi della Maceratese in curva al Del Conero

 



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