di Alessandra Pierini
Il 2013 è iniziato nel peggiore dei modi per i 43 lavoratori della Fornace Smorlesi per i quali la situazione, già precaria, è peggiorata dal 1 gennaio. Lo scorso 31 dicembre è scaduta la cassa integrazione straordinaria e l’azienda non ha dato alcun tipo di rassicurazione o notizia sul futuro dopo che lo scorso 21 dicembre, l’incontro in Regione tra rappresentanze sindacali e proprietà si è concluso con un nulla di fatto (leggi l’articolo). per di più, al momento i dipendenti non sono stati neanche licenziati quindi non potranno accedere ad alcun tipo di sostegno e l’azienda dovrebbe ancora farsi carico degli stipendi.
Questa mattina i lavoratori hanno picchettato l’ingresso della storica Fornace che ha compiuto 120 anni ma gli impianti sono rimasti, come negli ultimi mesi, desolatamente spenti. L’azienda attribuisce le motivazioni di questa situazione alla crisi e ai danni subiti durante la nevicata dello scorso anno.
I lavoratori, armati di bandiere, e amareggiati per il trattamento da parte dell’azienda nella quale hanno lavorato per decenni, hanno portato le loro testimonianze di lavoro ventennale all’interno dell’azienda con grande orgoglio, ma molti che preferivano schivare le telecamere e non apparire sono stati richiamati all’ordine: «Perchè vi nascondete? Che paura avete? Di sicuro non vi licenzieranno» ironizza qualcuno sottolineando l’amarezza di una situazione che si trascina da mesi e che nessuno è stato in grado di risolvere.
Ha portato il suo saluto il sindaco di Montecassiano Mario Capparucci: «La chiusura della Fornace Smorlesi è molto grave e abbiamo sentito il bisogno di far sentire la nostra presenza come istituzione. Lunedì sera incontreremo di nuovo i lavoratori in Comune, inviteremo la proprietà e anche Confindustria per concordare il da farsi magari avendo a disposizione dati precisi che ci indichino il cammino».
Presenti anche i rappresentanti sindacali Primo Antonelli (Filca Cisl) e Massimo De Luca (Fillea Cgil) che hanno sottolineato la gravità della posizione dei lavoratori, molti dei quali, avendo superato i 50 anni, avranno ancora maggiori difficoltà a ricollocarsi nel mondo del lavoro per assicurarsi una pensione. «L’azienda – ha sottolineato Antonelli – deve prendersi le proprie responsabilità nei riguardi di 45 famiglie che vivono nel limbo. Abbiamo denunciato la posizione della Fornace Smorlesi da giugno e da allora l’azienda continua a non mantenere le sue promesse. Per assurdo i lavoratori non sono stati licenziati quindi non hanno diritto neanche alla mobilità».
Non mancano poi preoccupazioni per l’intero settore edile che nella provincia di Macerata conosce un declino senza precedenti: «Gli ultimi dati del 2012 – si rammarica De Luca – parlano per l’edilizia e di conseguenza per i settori connessi di una regressione pari al 40%, questo vuol dire che se non ci mettiamo tutti insieme intorno ad un tavolo a riflettere sulla riprogettazione presto saremo, non sull’orlo del baratro, ma ci finiremo direttamente dentro».
Per quanto riguarda la proprietà, questa mattina dei dirigenti erano regolarmente in azienda ma passando di fronte al presidio non hanno avuto nessuna reazione: «Dalle vostre pagine – ci dicono i lavoratori – migliaia di persone sapranno della nostra situazione ma i diretti interessati continuano a far finta di non vederci». Abbiamo quindi provato a dare la parola anche all’azienda ma nessuno ha aperto alla porta dopo che abbiamo campanello nè risposto al telefono. C’è da dire che un avviso appeso alla porta annuncia perentoriamente la chiusura degli uffici fino al 6 di gennaio.
(foto Cronache Maceratesi -Vietata la riproduzione)
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Da quello che mi risulta la Smorlesi è definitavamente chiusa. Mi fanno ridere, per non dire piangere, gli interveti dei sindaci, e dei politici in generale, in queste drammatiche situazioni che possono dare solamente false illusioni
Né il sindacato, o la politica, o il lacchè Monti, o la Chiesa potranno dare il lavoro a questi lavoratori. Sono abbandonati a se stessi. Per costoro la parola “democrazia” è senza senso. Possono chiacchierare, dibattere, urlare, ma la “democrazia” non li farà lavorare.
Intanto, i politici pensano a se stessi. Mi è stato detto che hanno fatto un fondo a nostre spese da poter essere utilizzato per una “paghetta di sopravvivenza” nel caso i parlamentari non dovessero essere rieletti e in attesa di trovare… un lavoro. Se così fosse, l’Italia del buon Napolitano avrebbe toccato il fondo.
Forse si sveglierebbero se sentissero il rumore metallico di un otturatore che viene armato. Forse, prima di questo fatto tremendo, la “vendetta” si potrebbe consumare mandandone a casa un buon numero di questi politici magnaccia. Votando per il nuovo che potrebbe essere “Fermare il declino” di Oscar Giannino, oppure il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo. Il PD potrebbe dare una sicurezza di stabilià, ma dentro, insieme al nuovo, rimane una porcilaia. E senza un Matteo Renzi che prima fa sognare e poi rimane a leccarsi le ferite a Firenze, da autenico “quacquaracquà“.
Della “democrazia” i Rumeni non sanno che farsene. Lo stesso dicasi per i Serbi, Rimpiangono i tempi di Ceausescu e di Tito. Allora, senza la “democrazia” di oggi che ha creato pochi ricchi e una massa di poveri, con quei regimi dittatoriali la gente comune aveva una vita vivibile. Non potevano “democraticamente” chiacchierare in pubblico, ma avevano la casa, il lavoro, la scuola, la sanità garantiti.
Oggi, i lavoratori della Smorlesi cosa hanno garantito? Solo l’incazzatura fine a se stessa.
La cosiddetta “democrazia” possono sbattersela sui coglioni.
Quoto tutto ciò che ha scritto il Sign. Rapanelli.Io lavoro insieme ad un giovane rumeno padre di famiglia e grande lavoratore,e sta pensando vivamente di andare via da qui..Mi racconta spesso dei tempi di Ceaucescu,e mi dice che si, era un dittatore però tutti avevano da mangiare e non esisteva la disoccupazione,c era molto rispetto fra le persone e tutti nei momenti di difficoltà si davano una mano,tutto il contrario di quello che accade oggi in Italia.A dar man forte alle sue dichiarazioni è il fatto che finchè i vari dittatori comandavano nei loro paesi,vedi Romania,Albania,Jugoslavia,Moldavia,Ucraina ecc.,qui in Italia la parola extracomunitario o immigrato neanche esisteva.Ma da quando siamo andati nei loro paesi a diffondere la DEMOCRAZIA,stanno peggio loro nei loro paesi e noi nel nostro.La vera DEMOCRAZIA ormai è un UTOPIA,per il momento è meglio cancellarla dai vocabolari e dalle nostre menti.
Caro Mario Meo.
ho ascoltato le dichiarazioni degli operai della Smorlesi e mi è venuta una rabbia incredibile! Mi chiedo: cosa farei se fossi nelle loro condizioni?
Certo, non me la prenderei con la Smorlesi: se l’edilizia è ferma, si ferma la produzione dei materiali e dell’intero indotto. Si ferma perchè se la gente non lavora e non incassa non si compra la casa. Ciò che mi fa girare le palle è che questa banda di ***** di politici che sono da una vita in Parlamento vuole continuare a mangiare, a pensare alle poltrone, inconsapevoli nella loro inettitudine e irresponsabilità.
Costoro esaltano la parola “democrazia”… Rabbia grande mi fanno soprattutto i Casini e i Fini che si mettono all’ombra di Monti per restare a galla come ******.
Quando sarà che Monti e tutta questa brodaglia partitica faranno qualcosa per la piccola e media industria e per l’artigianato e per il piccolo commercio e per l’agricoltura?
Ma cosa frega della “democrazia” ai lavoratori, ai Compagni (così li chiamava il glorioso PCI, finito nella ***** del PD) della Smorlesi? Della libera iniziativa? Quando, in un regime alla Ceausescu e alla Tito sarebbero vissuti dignitosamente, pur tacendo? A pancia vuota si parla male della democrazia.
Non me la prendo neanche con gli imprenditori della Smorlesi. Abbiamo idea della sofferenza degli imprenditori, quando sono costretti a chiudere? A non poter più dare la sopravvivenza alle famiglie dei loro dipendentii? E’ per costoro, se sono umani, uno smacco morale, prima che economico.
Ecco, perchè ormai è necessario collaborare tutti insieme, imprenditori e dipendenti, senza più l’interferenza dei sindacati. Che, come nel caso della Smorlesi non possono che alzare – impotenti – le braccia… Comune, Provincia e Regione sono solo importenti ad aiutare quei lavoratori, salvo essere loquaci a parole.
Fino a che esisterà CRONACHE MACERATESI a dare a tutti noi la possibilità di avere notizie libere e di poter intervenire, allora esisterà ancora un barlume di democrazia partecipata. Poi, quando le voci libere saranno soppresse, non avremo problemi a prendere il *****.
Stiamo vivendo la peggiore crisi economica di sempre forse, perché povera di prospettive. Fare quindi paragoni ora con situazioni di cinquanta anni fa in regimi dittatoriali è assurdo.
Non mi sento di discutere sul se era meglio quando era peggio. Ma voglio solo ricordare che in questa democrazia di merda, come di te voi, esistono gli ammortizzatori sociali e che in questo momento ne stanno usufruendo milioni di lavoratori. La crisi economica non è figlia SOLO della nostra classe politica, ha origini che vanno al di fuori dei confini della nostra nazione e nessun Dittatore potrebbe risolverla in quattro e quattrotto. In Germania sta andando molto meglio, eppure non è un regime dittatoriale, nessuno si sogna di armarsi.
Caro Robert Children
quando parlo di mitra, lupare, pistole, bastoni e forconi è solo per poi dire che prima di fare arrivare il Popolo a questa resa di conti drammatica la Politica deve cambiare registro. Altrimenti questa rimarrebbe l’unica alternativa.
Tu citi gli ammortizzatori sociali… Che vengono dai soldi nostri e non cadono dal cielo. Chi darà da mangiare ai Compagni della Smorlesi?
Grazie a Dio la democrazia – sbeffeggiata, strumentalizzata, violentata da una grossa banda di ladroni infiltrati nella Politica – esiste ancora. Intanto, esiste ANCORA come libera espressione di opinioni, come CRONACHE MACERATESI, con buona pace di Forza Nuova.
Poi esistono alternative ai partiti e agli schieramenti sclerotici: nel PD esistono i “renziani” (Matteo Renzi dovrebbe andare in lista e fare il vice di Bersani); poi c’è Oscar Giannino con il suo “Fermare il declino“, che prenderà pochi voti, ma che è pieno di gente che “produce idee e ricchezza“. C’è poi il Movimento 5 Stelle che prenderà molti voti ed è pieno di gente “dedicata” e preparata. Poteva esserci pure il professor Monti, che ha deluso in questo anno trascorso ed oggi si è messo a fare lo psicotico, cercando di fare cagnara con Berlusconi e Bersani, IL QUALE non cade nella trappola.
Quindi, non perdiamo la speranbza di ammostare la Casta politica con il voto ad un’alternativa adatta al momento.
Sì, non siamo alle armi: MA AGLI OPERAI DELLA SMORLESI CHI CI PENSA?