Successo per il concerto di martedì 4 dicembre del Quintetto Bottesini, quarto appuntamento del Programma della Stagione Concertistica maceratese. Protagonisti della serata sono stati Linda di Carlo al pianoforte, Alessandro Cervo al violino, Federico Stassi alla viola, Giacomo Menna al violoncello e Roberto Della Vecchia al contrabbasso (in un organico unico in Italia con questo strumento). Hanno eseguito un quintetto di Hermann Goetz e un duo per contrabbasso e violoncello (con l’inserimento del pianoforte) di Bottesini nella prima parte e un quintetto di Schubert nella seconda, come a incastonare il romantico musicista austriaco in un cameo.
La pianista con un tocco insieme deciso e delicato ha tratto dal pianoforte suoni vibranti e “trillanti”, tanto da evocare Campanellino (personaggio di Peter Pan, l’esserino volante che lo accompagnava nelle sue avventure). Il violinista dava il tempo ai compagni, accompagnandoli o anticipandoli in pezzi da solista, il violista e il violoncellista si univano al gruppo o, quando gli spartiti lo richiedevano, eseguivano pezzi da solista. Il contrabbassista è stato un protagonista, imponente per la tecnica, quando nell’esecuzione del brano di Bottesini (per la quale, ha spiegato, è stata necessaria un’accordatura dello strumento per renderne più acuti i suoni) ha percorso lo strumento in tutta la sua lunghezza, con il corpo quasi in simbiosi con esso. Azzardando evocava un corteggiatore audace, del resto il contrabbasso può ricordare una donna formosa dalla vita snella e dal collo lungo.
Ci sono momenti in cui si vorrebbe fermare il tempo o almeno rallentarlo, ecco martedì sera era uno di quelli. Suonare in gruppo non ha annullato le singole personalità che anzi trasparivano dal modo di suonare di ciascuno, pur nel massimo rispetto degli spartiti. Si presume che simile sia l’armonia (torna la parola) tra i componenti dell’ensemble anche fuori del palcoscenico, diversamente non avrebbero avuto un tale curriculum. Il Quintetto Bottesini è nato con l’intento di riscoprire un repertorio di rara esecuzione e di grande interesse musicale, quello dedicato all’organico strumentale costituito da violino, viola, violoncello, contrabbasso e pianoforte (consacrato da Franz Schubert con il celebre quintetto D667 ”Die Forelle” (1819) (in programma nella seconda parte del concerto), ma frequentato anche da autori come Cramer, Labor, Hummel già dalla fine del ‘700). Ultima preziosità della serata è stato il brano dedicato alla Primavera dalle Quattro Stagioni di Astor Piazzolla, annunciato dalla dolcissima pianista e concesso come bis all’attentissimo pubblico che ha mostrato ad ogni brano il suo gradimento e, travolto dalla appassionata esecuzione dell’ultimo, era restìo a lasciare le poltrone, nella speranza di un ulteriore bis. Ma il gruppo, dato il meglio di sé, si è accomiatato dal pubblico.
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