di Alessandra Pierini
Nel 1975, quando il cinema Tiffany fu progettato, nessuno avrebbe mai immaginato che quella struttura modernissima e di grande presa sul pubblico avrebbe chiuso dopo poco più di 30 anni (leggi l’articolo e i tantissimi commenti dei lettori). Meno di tutti l’architetto Paolo Castelli che fu chiamato da Walter Perugini a progettare una sala cinematografica seminterrata. Oggi Paolo Castelli, 88 anni, decano degli architetti di Macerata, continua a lavorare negli uffici del Gruppo Marche che ha fondato con altri 4 soci e soprattutto, dal suo laboratorio sulle rive del fiume Potenza, dipinge alberi e paesaggi dedicandosi alla passione di una vita ma al cinema Tiffany è ancora affezionato.
«Avevo disegnato 3 o 4 fabbricati in zona – ricorda Castelli – quando Perugini mi propose di trasformare uno spazio che era stato adibito a giardino in una sala cinematografica. L’incarico mi entusiasmò per diversi motivi: innanzitutto il cinema mi piaceva moltissimo e ci andavo ogni volta che potevo, specie di pomeriggio finchè non hanno spostato gli spettacoli; poi il cinema era molto importante per la città e per finire non avevo mai fatto una struttura completamente seminterrata e la sfida mi piaceva». L’architetto Castelli ha anche dedicato cura e attenzione ai dettagli: «Avevo previsto diversi vani collegati col bar e avevo anche inventato l’insegna girevole. Secondo me era un bel locale e non credo neanche che fosse così scomodo».
L’architetto ricorda anche un aneddoto legato alla costruzione del cinema che ancora oggi lo fa sorridere: «Il nostro studio aveva iniziato una campagna in difesa delle querce che allora non avevano nessuna tutela e dopo un certo iter riuscimmo a far approvare un’apposita legge. Nelle vicinanze del cinema c’era una piccola quercia che qualche mese dopo i lavori si seccò. Qualcuno riuscì a dimostrare che si trattava di una quercia, piccola di dimensioni, ma secolare e fummo proprio noi tra i primi ad essere sanzionati per la legge che noi stessi avevamo caldamente sostenuto».
Castelli comunque difende il Tiffany: «Non mi sembrava male l’idea di utilizzarlo per la proiezione di film ricercati, non commerciali. Anche al Cairoli in passato, di tanto in tanto, davano dei film degli anni ’30 e storici, compresa la notissima “Corazzata Potemkin”. Almeno il cinema potrebbe essere utilizzato per congressi, riunioni politiche e di associazioni. Chiuderlo completamente sarebbe un vero peccato» .
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“Ultramoderno”???? con tutto il rispetto per l’architetto, io mi ricordo perfettamente il primo film che hanno proiettato, era Guerre Stellari. Negli Stati Uniti le multisala, i multiplex, però già esistevano da più di 10 anni, quindi dove sta tutta questa modernità se già eravamo in ritardo di almeno una ventina d’anni? Certo, c’erano delle sedie comode e un po’ più di spazio per sedersi, c’era un’unica sala invece dell’abbinata platea+galleria, ma a parte questo?
Peraltro, faccio ai presenti ai gestori del cinema, che sono anche proprietari del parcheggio sito nelle vicinanze del Palavirtus, che hanno lasciato quest’ultimo in uno stato di completo abbandono ormai da una decina d’anni.
Era uno dei miei cinema preferiti ma sinceramente la pulizia lasciava a desiderare. Mi ricordo che a metà sala sulla sinistra c’era una poltrona maleodorante di urina. Non credo si trattase di un atto vandalico; nel cinema si davano frequentemete film a cartoni animati e pertanto penso che la cosa possa essere stata causata da un grande afflusso di bambini anche piccoli. Nulla di male se un bimbo si fa la pipì addosso al cinema però i gestori si sono ben guardati dal cambiare le poltrone rovinate ed occorreva fare attenzione prima di sedersi. Per il resto posso dire che è successo quello che è successo in tutta Italia, decentramento dei cinema anche a causa del problema posteggio auto, multisala e chiusura dei cinema situati nel nucleo urbano delle città. E’ il progresso. Ho visto recentemente il film Prometheus al Multiplex di Porto S. Elpidio in 3D e la differenza con i vecchi cinema si vede. Comunque concordo con il fatto che chiuderlo del tutto sia un peccato.
Quello che mi aveva sempre affascinato, del Cinema Tiffany, era che la sala fosse stata realizzata (con sopra un palazzo) come unico ambinete, senza colonne portanti…
Allora credo fosse un’autentica novità per la nostra città
Ricordo che all’innaugurazione fu proiettato il film “GUERRE STELLARI” forse perchè ero giovane e amante dei films di fantascienza, rimasi affascinato.
Ho frequentato per anni il cinema Tiffani peccato, sembra una frase scontata ma sicuramente è un pezzetto di noi che scompare
Non vorrei sbagliare ma l’assenza di colonne portanti è dovuta forse al fatto che l’ambiente unico “sala” si sviluppa al di fuori del sedime del palazzo? In questo caso suggerisco di non creare falsi miti.