Secondo i dati dell’INPS elaborati dall’IRES CGIL Marche e aggiornati al mese di settembre 2012, in provincia di Macerata vengono erogate 114.690 pensioni (- 1,5% rispetto al 2011) di cui più della metà sono pensioni di vecchiaia.
Il 36,7% delle prestazioni va a lavoratori dipendenti ed il 46,5% a lavoratori autonomi.
L’importo medio delle pensioni è di 667 euro, 12 euro in più rispetto alla media regionale.
Le pensioni di vecchiaia da lavoro dipendente nel 2012 ammontano a 20.750 ed hanno un importo medio di 1.010 euro, tuttavia il 48,9% dei pensionati percepisce una pensione inferiore a 750 euro, contro il 40,8% nazionale.
Sono molto evidenti gli squilibri tra uomini e donne: in media, la pensione di vecchiaia da lavoro dipendente di una donna ammonta a 663 euro, contro i 1.355 euro degli uomini.
Inoltre, le pensionate risultano confinate entro le fasce pensionistiche più basse: il 76% delle donne riceve una pensione inferiore a 750 euro, mentre gli uomini sono il 22%; specularmente, solo il 4,2% delle donne ha una pensione di importo superiore a 1.500 euro, contro il 31% degli uomini.
In provincia di Macerata l’età media dei pensionati è elevata: infatti il 66% dei pensionati ha più di 70 anni (69% media regionale) e percepisce una pensione di 820 euro; i pensionati ultraottantenni sono il 27% a fronte del 29% regionale.
I pensionati con meno di 60 anni, sono più diffusi rispetto al panorama regionale: 3,4% contro 2,8%.
“Da questi dati emerge una grande differenza tra le pensioni di vecchiaia delle donne rispetto a quelle degli uomini – dichiara Aldo Benfatto, segretario Cgil di Macerata- , frutto di un mercato del lavoro che, negli anni ’60, era caratterizzato soprattutto dalla componente maschile mentre le donne o stavano in famiglia o, se lavoravano, avevano salari più bassi. Questo squilibrio oggi è molto più attenuato nel mercato del lavoro ma comunque resta”.
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LETTERA A BABBO NATALE:
Caro Babbo Natale per questo Natale vorrei sotto l’albero:
– sistema elettorale maggioritario uninominale a turno unico come in America o Gran Bretagna;
– riforma del mercato del lavoro rendendolo più flessibile sia in entrata che in uscita, se è possibile abolizione dello Statuto dei Lavoratori;
– abolizione degli ammortizzatori sociali (cassa integrazione, mobilità ecc…), rimarrebbe solamente il sussidio di disoccupazione (max 6 mesi);
– liberalizzazione dell’economia italiana tutta, dalle professioni ai servizi pubblici quali acqua, luce, gas, tlc, trasporti pubblici ecc…
– privatizzazione della RAI;
– sburocratizzazione vera di tutta l’attività economica, per aprire un’impresa dovrà bastare un ora invece che 6 mesi;
– abolizione di tutte le province e dei comuni sotto i mille abitanti e delle comunità montane, naturalmente;
– abolizione di vitalizi e privilegi vari alla classe politica nazionale, regionale e locale;
– fusione di polizia, carabinieri, finanza e guardia forestale in un’unica entità;
– abolizione di tutti i contributi a fondo perduto, incentivi ecc… sia alle imprese che agli individui;
– riduzione della spesa pubblica improduttiva;
– riduzione significativa della pressione fiscale sia sulle imprese sia sugli individui;
– vendita degli immobili pubblici quali caserme, stadi, palazzetti, ecc…;
– approvazione della legge sugli stadi, che possa favorire la costruzione di stadi e palazzetti da parte dei privati senza soldi pubblici;
– pesanti investimenti nelle infrastrutture: scuole, strade, TAV, ponte sullo stretto, collegamenti navali, ecc…
– riforma giudiziaria seria, sia penale che civile che permetta di ridurre la durata dei processi;
– aumento delle ore lavorative agli impiegati pubblici da 36 a 40 ore, a parità di stipendio naturalmente;
– tetto massimo alle pensioni;
– possibilità di costruire, per gli hotel 5 stelle, casinò con standard elevati;
– rimozione delle slot machine dai locali pubblici (bar, tabaccherie, ecc…) permettendo l’installazione solamente in locali appositi;
– abolizione dell’insegnamento di religione alle scuole di ogni livello;
– possibilità di matrimonio tra persone dello stesso sesso;
– abolizione di ogni tipo di privilegio a qualunque confessione religiosa, lo Stato deve essere laico veramente e non a parole;
– favorire la ricerca scientifica, specilamente nelle biotecnologie, oggi ingabbiata da veti confessionali;
Ps: la lettera fino a Natale sarà soggetta a integrazioni.