Macerata si prepara
per il ritorno di “Pippo Buono”
Marcolini: “Una ferita aperta da 15 anni”

LA CHIESA RESTITUITA - La riapertura sarà anticipata da una serie di iniziative di avvicinamento. Si inizia con la mostra “Icone della Fede – Nella luce del Crocefisso risorto”. Annunciata anche la trasformazione di San Giovanni in auditorium

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Da sinistra il rettore Lacchè, il vescovo Giuliodori, il presidente Pettinari, l’assessore regionale Marcolini e il sindaco Carancini

di Maurizio Verdenelli

(Foto di Lucrezia Benfatto)

“Quella chiesa chiusa è stata per oltre quindici anni una ferita aperta”, il calembour dell’assessore regionale Pietro Marcolini (una famiglia, la sua, che vive da generazioni all’ombra di quella chiesa cara a tutta la città) ha sancito questa mattina la ‘restituzione’ di San Filippo Neri a Macerata (leggi l’anticipazione). E già da domani si prepara l’attesa riapertura con una serie di cerimonie che culmineranno la mattina del 22 dicembre con la grande manifestazione conclusiva alla quale sarà presente il ministro per i Beni culturali, professor Lorenzo Ornaghi. Il ritorno di “Pippo buono” (così era anche chiamato il Santo della gioia, San Filippo Neri) è stato annunciato non a caso nell’affrescato Oratorio dei padri Filippini, “dove i buoni religiosi elevavano le loro laudi al Signore” ha ricordato il Presidente della Provincia (proprietaria dell’immobile alle spalle della chiesa), in questi ultimi mesi anch’egli intento a pregare, laicamente, per la salvezza dell’Ente. Sperando dunque che l’ex Oratorio e locali annessi non …ritornino alla Congregazione che 401 anni fa arrivò per la prima volta nel capoluogo, l’impegno che si sta mettendo per la riapertura di ‘San Filippo’ è davvero notevole. Come notevolissimo l’esborso economico: ci sono voluti oltre 2 milioni di euro, tra Fondi Fias (un milione e trecentomila euro) e contributi vari (750mila euro da Fondazioni Carima e Mastrocola, Banca Marche, Provincia) per far tornare la chiesa ‘nata’ nel 1730 dall’allievo del Bernini, G.Battista Contini, al suo grande splendore barocco.

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Lavori in corso alla chiesa di San Filippo

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Un momento della conferenza di presentazione

Intanto nell’Anno della fede proclamato da papa Ratzinger, il vescovo riaffida Macerata alla Madonna nel 60° della sua dedicazione (domenica 18 novembre alle ore 18, in piazza della Libertà) e già domani si inaugura all’ex Upim la mostra “Icone della Fede – Nella luce del Crocefisso risorto” (chiusura il 18 novembre).
Numerose altre iniziative sono previste da qui al 22 dicembre, ma ce n’è soprattutto una davvero speciale. Oggi nella sala consiliare della Provincia ne ha parlato il maestro Marco Mencoboni, il quale nel nome della maceratesità, da un mese accertata, del grande cantore/compositore Giuseppe Peranda (nato il 4 aprile 1626) ispiratore di Bach sta allestendo un mega concerto barocco la sera del 22 dicembre. “Con una ‘chicca’: insieme a tre motetti di Peranda anche una sua missa brevis ‘copiata’ da Bach il 22 dicembre 1715: documenti inoppugnabili indicano questa coincidenza tanto suggestiva da non poter essere lasciata cadere dimostrando pure l’ammirazione che il celebre compositore Bach nutriva verso il maceratese, primo maestro di cappella a Dresda”. Il concerto ancora non è in cartellone, per così dire, perché il costo è alto (30.000 euro per un’orchestra con 17 maestri ed un direttore) e di “soldi –ha detto il vescovo- ne abbiamo finora soltanto la metà”.

E poi… non solo “Pippo Buono”. Ad esempio, anche ‘San Giovanni’. Il vescovo e Marcolini, ricordando che la ‘salvezza’ della chiesa barocca ‘partì’ da un incontro a tre in ospedale (con i primi due anche il governatore Spacca) hanno annunciato che da gennaio inizieranno i lavori per la splendida chiesa dirimpettaia.
Conclusione del progetto che trasformerà ‘San Giovanni’ in auditorium: due anni. Ormai i fedeli in centro scarseggiano, le parrocchie si tagliano (l’ultima, a medio termine è San Giorgio) e le chiese diventano auditorium, come San Paolo. “Ma San Filippo, no: è destinata al sacro” ha garantito mons. Giuliodori.
Marcolini ha pure dato notizia che entro il 20 novembre sarà ‘consegnato’ all’università il Cortile dell’ex carcere, in via Garibaldi, “con wi-fi gratuito e climatizzato”. Insomma per il centro storico cittadino e per il recupero dei Beni Culturali (“Abbiamo fatto più della Lombardia, con 580 milioni di euro destinati al settore” ha chiarito l’assessore regionale, braccio destro di Spacca) tante belle notizie.
Intanto lunedì 12, nel percorso di avvicinamento a ‘Pippo Buono’ , messa ore 9, alla Mater Misericordiae; alle 18, alla S. Paolo conferenza del preside della ‘Marianum’ di Roma, p. Perrella e presentazione del libro ‘Civitas Mariae’ di mons. Pietrella. Giovedì 15, concerto alle ore 21 alla S.Paolo sul tema “Macerata Civitas Mariae” a cura delle corali cittadine. Venerdì 16, in Duomo messa per i malati, mentre alle ore 21 in Consiglio comunale si commemora il 60° anniversario della dedicazione di Macerata alla Madonna. E il giorno dopo, grande cerimonia in piazza della Libertà su cui s’affaccia il grande frontale del Municipio dominato dall’icona della Vergine.

conferenza-stampa-provincia-4Vediamo in dettaglio ora il programma del 22 dicembre. Si parte dall’auditorium San Paolo (ore 10,15) con l’introduzione del rettore dell’università, Lacchè e del vescovo. Poi gli interventi del prof. Massimo Montella (Unimc), di mons. Stefano Russo (direttore Beni Culturali della Cei), della prof. Lorenza Mochi Onori (Soprintendente delle Marche), del governatore Spacca e in conclusione del ministro Ornaghi. La riapertura della chiesa è prevista a mezzogiorno, preceduta dalla presentazione delle attività svolte per i restauri da parte di Marcolini, dell’arch. Massimo Fiori (direttore dei lavori), del prof. Gabriele Barucca e di don Gialunca Merlini, cui sarà affidata la cura della chiesa. Alle ore 17 la solenne concelebrazione eucaristica presieduta dal vescovo che ha pure annunciato in conferenza stampa: “Abbiamo restaurato locali adiacenti ed abbiamo pensato di affidarli all’associazione Regina dell’Amore: ci sono consacrati tra loro”.
L’incontro con la stampa, oggi, nell’ex oratorio dei Filippini ha mostrato una squadra compatta. Ha detto Pettinari che il restauro ha mostrato la capacità tra le varie istituzioni di fare squadra, augurandosi lo stesso spirito ora in tempi di conversione del decreto che abolisce una grande identità territoriale: la Provincia maceratese.
conferenza-stampa-provincia-8Che le comunità hanno bisogno di auto-riconoscimento e riflessione, come dimostra il caso Filippo Neri, lo ha detto anche il sindaco Carancini: “La chiesa torna nel percorso mussale della città: un grande ritorno”. Poi lui, il rettore Lacchè e il maestro Mencoboni, tutti a ricordare i tempi di 30/40 anni fa: il tempo della giovinezza, dello ‘struscio’ e dei batticuori (ha detto il musicista) sulle scalette della chiesa. “Dove sono quei ragazzi?” qualcuno ha chiesto incautamente. Il pensiero tra gli astanti è corso soprattutto a quelli di adesso, ai loro grandi problemi aggravati dalla crisi economica e spesso da un sostanziale disinteresse.
Più sul pratico, l’arch. Fiori desideroso di tornare in quel cantiere che poco prima visitato, aveva fatto dire a Pettinari: “Per ora ci vuole l’antinebbia…” augurandosi il ‘miracolo’ per Natale, o meglio per l’anti dell’antivigilia quando tutto dovrà essere a posto per la riapertura.
La conferenza stampa si è conclusa con l’inevitabile domanda sul riaffilo di Macerata alla Divinità: il 30 giugno 1993, Giovanni Paolo II° al sindaco che gli indicava l’icona della Vergine sul frontale del comune, rispose profeticamente: “Città di Maria? Bisogna meritarselo un tale nome…”.
Ho chiesto a mons. Giuliodori: “Ciò premesso, Macerata, secondo lei ha fatto qualcosa in questi ultimi decenni, in tal senso?
“Vede, già dal Medioevo, il culto della Madonna era fortissimo in questa città….”.

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