Dal presidente dell’Ordine dei Medici di Macerata, dottor Americo Sbriccoli, riceviamo:
A proposito di quanto è stato recentemente pubblicato nella stampa locale sulla questione della presunta falsa cieca che, andrebbe girando in città con sicurezza e disinvoltura, tali da indurre il sospetto di vederci bene e quindi di godere illecitamente del sussidio concessole nel lontano anno 2003, in rappresentanza dei Colleghi coinvolti nella questione, trovo corretto e doveroso per l’opinione pubblica, fare le seguenti considerazioni.
La Legge n° 93 del 21/4/2001 per la “classificazione e quantificazione delle minorazioni visive e norme in materia di accertamenti oculistici” distingue cinque diverse categorie di danno visivo.
Ci sono i ciechi totali, nei quali la funzione visiva manca del tutto o è ridotta alla sola percezione di ombre e chiarori assolutamente indistinti e i ciechi parziali che hanno un residuo visivo non superiore ad 1/20 nell’occhio migliore ed un residuo perimetrico inferiore al 3%.
Ci sono poi i cosiddetti ipovedenti distinti in gravi, visus di 1/10 con perimetrico inferiore al 30%, medio-gravi, visus non superiori a 2/10 con perimetrico inferiore al 50% e lievi con visus al 3% e perimetrico inferiore al 60%.
Una donna di Macerata dal 2003, è riuscita a fingersi cieca percependo indebitamente circa 50mila euro di pensione (clicca sull’immagine per guardare il video)
Va dunque considerato che, mentre i ciechi totali o parziali rispondono alle prerogative che l’uomo comune attribuisce ad un vero cieco (l’andatura incerta, il bastone bianco, il cane o anche un accompagnatore, ecc.), l’ipovedente anche grave, con quel poco che riesce ancora a distinguere, se dotato di un certo carattere e buona intelligenza nel suo ambiente abituale, può riuscire a darsi dei punti di riferimento che possono consentirgli una certa buona disinvoltura di comportamento, tale spesso da destare stupore e meraviglia in chi non lo conosce.
Questo, aggiunto al fatto che oggi la capacità di vedere può essere accertata in maniera assolutamente certa coi mezzi scientifici escludendo ogni dichiarazione soggettiva del paziente, porta alla conclusione che la documentazione foto-cinematografica degli atteggiamenti di una persona ipovedente, che si aggira in luoghi sconosciuti, può magari indurre qualche sospetto, ma in nessun modo autorizza conclusioni affrettate.
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Penso che, alla luce delle immagini del video allegato, non ci sia alcun margine per tentare di difendere la falsa cieca e la Commissione che ha stabilito il suo stato di handicap. Sa molto di “arrampicata sugli specchi”…
Io direi ai medici ( se sono medici e non truffatori ) che hanno firmato i certificati di fare attenzione!
Nel casi in cui sia verificato con certezza che si tratta di falsi invalidi i primi responsabili sono le persone che hanno certificato la falsità e mi auguro che siano stati impostori e non veri medici.
Perchè difendere ad ogni costo i medici?
Accertare se hanno sbagliato ed eventualmente prendere i provvedimenti del caso.
Ma allora Sig. Presidente dell’Ordine, se i medici hanno fatto il loro dovere, perchè non ci fa sapere i loro nomi??
Non si può non condividere quanto afferma il presidente dell’Ordine dei Medici.
Capisco benissimo che un cittadino ignorante (non in senso dispregiativo, ma ignorante in quanto non esperto in materia) possa indignarsi di fronte ad un video che ritrai una persona ipoevdente (e non cieca come dichiarato) muoversi in maniera autonoma, ma in qualità di Presidente Provinciale dell’Unione Italiana Ciechi, posso assicurare i lettori che la globalità del livello di autonomia di una persona ipovedente non si misura certo da un video di questo genere.
Inoltre, la legge è chiara in questo senso, quindi, invito i lettori ad astenersi prudenti nel fare certi commenti.
In merito al comunicato del Presidente dell’Ordine dei Medici, rettifico soltanto la lagge: 138/2001, anziché 93/2001.