di Laura Boccanera
“E’ un problema di privacy e non di trasparenza”. L’assessore ai servizi sociali Antonella Sglavo non ci sta a passare per “censore” dell’amministrazione e replica alle accuse mosse dall’opposizione di centrodestra che ieri ha reso pubblico il contenuto di una lettera inviata ai dipendenti degli uffici comunali in cui si chiedeva il rispetto della privacy e dei contenuti relativi a provvedimenti in corso afferenti ai servizi sociali (leggi l’articolo). E nel replicare parla di polemica e speculazione politica: “La mia lettera ad alcuni uffici del mio assessorato non è stata certo una missiva anche se all’opposizione fa comodo farla passare come tale. E che il centro destra apprenda il contenuto di un mio scritto rivolto agli uffici, ancor prima che questo arrivi ai destinatari, è grave e conferma l’esistenza di un problema; e non è questione di trasparenza, ma di difesa della privacy dei cittadini. Ricordo all’opposizione che l’assessorato ai servizi sociali è delicatissimo, tratta notizie e dati sensibili di cui esigo il rispetto. Il diritto d’informazione e di accesso agli atti amministrativi, riconosciuto dall’articolo 37 del regolamento del consiglio comunale, è sacrosanto. Cosa ben diversa è rivelare informazioni su iniziative ancora in itinere da parte dell’assessorato e che l’opposizione maneggia cinicamente a fini politici”. La vicenda a cui fa riferimento l’assessore e che ha sollecitato il richiamo da parte della Sglavo è relativa all’assegnazione di un alloggio popolare: “la minoranza non si è fatta scrupolo di usare il caso di una famiglia assegnataria di un alloggio popolare, dando la storia in pasto alle testate giornalistiche solo per polemica politica – continua l’assessore – avevano la possibilità di scegliere la strada della responsabilità, facendo tutte le verifiche del caso, e invece non si sono fermati davanti a quello che per tutti dovrebbe essere sacro; il rispetto delle persone. Motivo per cui l’amministrazione comunale ritiene doveroso tutelare la privacy di quei cittadini che si rivolgono all’ente pubblico, richiamando dove necessario anche il personale dipendente al rispetto di questa fondamentale regola. Diversamente, ogni cittadino sarebbe esposto alla mercé della battaglia politica. Per questo nella lettera indirizzata ad alcuni uffici ho richiamato il segreto d’ufficio sancito dall’articolo 28 della Legge 241/90 in base al quale l’impiegato non può trasmettere, a chi non ne ha il diritto, informazioni riguardanti provvedimenti e operazioni amministrative in corso o concluse, ovvero notizie di cui sia venuto a conoscenza a causa delle sue stesse funzioni”.
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