In 10 mila per il Papa a Loreto
“Solidarietà prevalga su egoismo”

Come Giovanni XXIII, a 50 anni dal Concilio Vaticano II, Ratzinger alla Santa Casa. Lo acclama una folla festante

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papa-loreto-13di Maurizio Verdenelli

(foto di don Giuseppe Branchesi)

Una Loreto in festa, assolutamente ‘non blindata’ (come aveva promesso il capo della protezione civile marchigiana, Roberto Oreficini) ha salutato Benedetto XVI in un tranquillo giorno di metà settimana, con temperatura quasi agostana a 28 gradi. Cinquemila sulla piazza, 2.170 i posti a sedere, ed altri cinquemila fuori: tutti stretti intorno ad un ‘Pellegrino particolare’, come assolutamente ‘particolare’ è stata questa straordinaria giornata feriale. ‘Particolare’ non solo perchè il calendario ricorda il 4 ottobre San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia, ma perchè Benedetto XVI sulle orme, 50 anni dopo di un predecessore (definito ‘indimenticabile’) Giovanni XXIII, ha posto la città del santuario mariano al centro di una nuova grande sfida per la Chiesa cattolica.
papa-loreto-21Se il Papa Buono per la prima volta dopo l’Unità d’Italia, varcò i confini del Vaticano per recarsi a Loreto (e ad Assisi) una settimana prima dell’apertura del Concilio Vaticano II, l’11 ottobre 1962, papa Ratzinger ha detto messa questa mattina sul sagrato della Basilica (la prima volta di un pontefice su questa storica piazza) ‘per affidare -ha detto- alla Madre di Dio due importanti iniziative ecclesiali: l’Anno della Fede che avrà inizio tra una settimana, l’11 ottobre, nel 50° anniversario del Concilio vaticano II, e l’assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi da me convocata nel mese di ottobre sul tema: ‘La nuova Evangelizzazione per la trasmissione della Fede cristiana'”.
Un tema strategico, di questi tempi, per la Chiesa di domani alle prese con i grandi temi del cambiamento. Un momento che vede la città marchigiana di nuovo al centro dell’attenzione del mondo cattolico. Tema questo presente pure nell’intervento -ha aperto la cerimonia- del sindaco di Loreto, Paolo Niccoletti: “La ricerca di certezze e di speranza hanno fatto di Loreto una delle capitali spirituali d’Europa. E’ da questa piazza e da piazze simili a questa che i loretani ed i pellegrini di tutto il continente hanno ascoltato e condiviso i concetti alla base della comune casa europea: valore della vita, dignità della donna, centralità del lavoro, rispetto per il creato e per l’ambiente”. E l’arcivescovo della Santa Casa, il fanese mons. Giovanni Tonucci: “La sfida della nuova evangelizzazione trova nel Santuario un punto di riferimento ineludibile. Dio voglia che ne sia anche un punto di irradiazione”.

“Nella crisi attuale, che interessa non solo l’economia ma vari settori della società”, il Papa chiede di far prevalere la ”solidarietà sull’egoismo”  e celebrando la messa, il papa ha spiegato che l’invito a incarnare la fede nella vita delle persone ”risuona oggi con particolare forza”.  Nella sua omelia, Benedetto XVI ha concluso dicendo: “In questo pellegrinaggio che ripercorre quello del Beato Giovanni XXIII – e che avviene provvidenzialmente nel giorno in cui si fa memoria di san Francesco di Assisi, vero ‘Vangelo vivente’- vorrei affidare alla Santissima Madre di Dio tutte le difficoltà che vive il nostro mondo alla ricerca di serenità e di pace, i problemi di tante famiglie che guardano al futuro con preoccupazione, i desideri dei giovani che si aprono alla vita, le sofferenze di chi attende gesti e scelte di solidarietà e di amore”.


papa-loreto-41Ad ascoltare il Vicario di Cristo c’era oggi, in prima fila Antonio Catricalà, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, con funzioni di segretario stesso di Mario Monti. Della cui eventuale presenza a Loreto s’era parlato subito dopo essere caduta l’ipotesi Napolitano, un secondo Capo dello Stato dopo Antonio Segni che a Loreto in quell’anno di grazia 1962 aveva sancito con il papa Buono un nuovo patto d’amicizia dopo …la battaglia di Castelfidardo
. La suggestione era stata così forte, cinquant’anni fa, che i giornali avevano ripreso due giorni dopo quello storico 4 ottobre la ‘voce’ di un fugace e sopratutto presunto ‘fuori programma’ di Giovanni XXIII che, ospite di una famiglia nobile di Castelferretti avrebbe fatto visita ai luoghi della sconfitta dell’esercito pontificio. Una storica ‘bufala’, in realtà, con al centro una mercedes nera, simile a quella papale, la cui targa ‘Va’ aveva alimentato la congettura che provenisse dalla Città del Vaticano e non da Varese, come fu accertato, con a bordo due operatori commerciali che nel caffè del paese, vista la curiosità nei loro confronti, avrebbero ordito quella che per la cronaca del tempo fu ‘la beffa di Castelferretti’.
papa-loreto-31Sul piazzale della basilica, oggi alle ore 10,11, Benedetto XVI (dopo l’arrivo in elicottero a Montorso) ci è arrivato invece in papamobile. Tra gli applausi e lo sventolio di bandierine, un neonato è stato ‘offerto’ all’abbraccio del segretario papale, padre Georg che l’ha subito accolto e vigorosamente offerto al bacio del Santo Padre. Un gesto apprezzato da altri genitori che, dopo la messa, nel tragitto di ritorno della papamobile lungo la piazza avrebbero messo a dura prova i muscoli del segretario e la dolcezza di Benedetto XVI pronto ogni volta a baciare e a pronunciare frasi di tenerezza verso quei piccoli, che porteranno la foto di quel momento per l’intera esistenza loro vita, presumibilmente.
La celebrazione eucaristica ha avuto intanto un invitato di riguardo e specialissimo: il cardinale Angelo Comastri, già arcivescovo di Loreto, la cui presenza non era stata prevista ma che il papa ha voluto accanto a sè significativamente (dopo le ”rivelazioni’ del Corvo da lui tacciate come ‘menzogne’) insieme con il segretario di Stato, card. Tarcisio Bertone, il card. Rino Fisichella, il segretario del Sinodo dei vescovi, Nikola Eterovic, ad altri cardinali e ai vescovi delle Marche. Intorno al pontefice, a Montorso hanno poi pranzato quaranta tra cardinali e vescovi: Benedetto XVI ha poi riposato prima di ripartire, nella stanza di Giovanni Paolo II al cui nome è intitolato il Centro che vive del carisma di Wojtyla e di EurHope, lo storico evento che aprì a metà degli anni 90 Montorso ai giovani (L’agorà) e alla fede.


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Sul sagrato del Santuario c’è stato anche posto per un vistoso scambio di doni. A Benedetto XVI un prezioso rosario offerto a nome della cittadinanza dal sindaco Niccoletti che appariva perfettamente a suo agio, in normale abito blu e non in frac come capitò di dover indossare, mezzo secolo fa, al suo predecessore che aveva avuto quel preciso ‘suggerimento’ dal prefetto -e il primo cittadino s’era dovuto far imprestare da un nobile concittadino che aveva tuttavia, ahinoi, braccia più corte delle sue.

L’arcivescovo da parte sua ha donato al pontefice un ritratto eseguito da un bravo autore polacco, e la Delegazione della Santa Casa, l’Atlas Marianus: riproduzione di un rarissimo volume del 1702 in cui sono indicati i luoghi di culto mariano nel mondo. Benedetto XVI ha ricambiato donando al Santuario un antico calice che ha mandato riflessi argentei al sole battente su metà della piazza: ma la concelebrazione, durata circa due ore e trasmessa in diretta Rai, era stata preventivamente ‘protetta’ con una copertura metallica sul sagrato.

‘Oggi e’ una giornata importante per la comunità marchigiana. La visita del Santo Padre, ad appena un anno di distanza, nella nostra regione, è il segno del grande affetto che Benedetto XVI ha per la nostra gente”. Così il governatore Gian Mario Spacca al termine della messa. ”Lo ringraziamo – ha aggiunto Spacca – per averci voluto onorare della sua presenza in un momento difficile per tante famiglie della nostra regione”.


papa-loreto-5A Loreto il ricordo non si spegnerà con l’evento di oggi: rimarrà infatti aperta fino al 27 gennaio nelle cantine del Bramante la mostra inaugurata il 30 settembre su “Giovanni XXIII  pellegrino a Loreto ed Assisi”.
Una presenza ancora vivissima, a testimonianza della quale c’è la famosa grande statua del beato. Un ricordo nel cuore anche di tanti testimoni. In piazza il vicario del vescovo di Macerata, mons. Pio Pesaresi: “Ero un giovane prete della diocesi di Osimo. Papa Giovanni, si vedeva, era già malato, incurvato: la morte l’avrebbe colto infatti nel giugno del ’63. Ma nulla intaccava il suo carisma, l’entusiasmo che accendeva intorno a sè:
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l’ambiente di semplicità e di grande familiarità che sapeva creare, restava nei cuori di tutti. Poi Capovilla, ‘don Loris’ come lo chiamava il papa, era la sua ombra affettuosissima: un figlio. Credo che non abbia mai smesso neppure per un minuto di ricordarlo: grandissima parte dei suoi 97 anni sono stati infatti dedicati a Giovanni XXIII di cui fu segretario anche a Venezia”. Ed ora, mons. Pesaresi, quali prospettive per la Chiesa, che ha necessità di una nuova modernizzazione, o meglio di evangelizzazione come dice Benedetto XVI? “E’ un momento di crisi della fede, un momento d’ombra. Molto del vecchio si è spento, il nuovo avanza, tutto cambia rapidamente e c’è tanto da fare e molto da cogliere. Dobbiamo farlo bene, anche e sopratutto in provincia”.

 

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