Il riordino delle Province sembrava cosa fatta e, fino a qualche giorno fa, si stava già ridisegnando la mappa dei territori italiani poi però è arrivato un emendamento della Commissione Bilancio del Senato che ha trasferito la competenza decisionale alle Regioni rimettendo in discussione l’assetto degli enti locali. Entro fine settembre il Cal proporrà alla Regione un’ipotesi di riordino che entro metà ottobre sarà trasmessa al Governo. Nel frattempo, il decreto-legge dovrà essere approvato dalla Camera dei Deputati entro i primi di settembre, ed entrerà in vigore al massimo entro la metà dello stesso mese. Entro i 60 giorni successivi, il Governo dovrà approvare un atto legislativo con le proposte regionali da sottoporre al Parlamento per la definitiva approvazione.Insomma tanti complicati passaggi rendono quanto meno nebulosa la situazione.
Intanto gli enti locali si stanno muovendo: questo pomeriggio il presidente Antonio Pettinari ha presentato un documento contenente le peculiarità della Provincia di Macerata in cui sottolineerà come Macerata rispetto ad Ascoli e Fermo, è prima per gettito Imu, qualità della vita, reddito pro capite, pil pro capite, arrivi e presenze turistiche,e in alcune di queste voci superi anche Ancona.
Anche il Comune di Macerata si è attivato convocando un consiglio comunale straordinario sul tema per venerdì 3 agosto alle ore 20,30.
Mentre la situazione fatica a prendere una piega il consigliere regionale Moreno Pieroni, in forza al Psi, ha già le idee ben chiare e ritiene che l’unico scenario possibile sancisce la permanenza di tre sole province, Pesaro, Ancona e l’accorpamento di quelle di Macerata, Fermo ed Ascoli, e lancia una riflessione inerente la modifica delle circoscrizioni provinciali: «Considerato infatti che per ragioni legate alla viabilità e alle sue infrastrutture, ai servizi sanitari, alle tante emergenze culturali e turistiche che legano i Comuni di Recanati e Porto Recanati al territorio della zona sud di Ancona, per non parlare poi della gestione del servizio idrico e del gas metano, visto che la legge lo prevede, le Amministrazioni Comunali prendano in esame la possibilità di transitare nel territorio della Provincia di Ancona, valutando con i propri cittadini e le varie associazioni di categoria (commercio, turismo, industria, artigianato), tutti i vantaggi che tale scelta poterebbe portare alle rispettive comunità di riferimento».
Sul tema interviene anche il coordinamento provinciale del Pdl: «Le voci che si rincorrono sul nuovo assetto delle province nella Regione Marche, con l’ipotesi di una mega provincia del centro sud, sono per certi versi preoccupanti e per altri inquietanti. Non che si voglia negare la necessità della riduzione della spesa pubblica e di conseguenza delle province, ma non si può ogni giorno gettare fuori dei criteri che poi, negli effetti, possono essere mitigati da deroghe previste nelle specifica normativa. Il nuovo assetto non si può definire sul piano meramente numerico senza tener conto dei fattori storici e culturali. O si eliminano tutte le provincie o la riduzione numerica delle stesse va fatta tenendo conto di più fattori.
E’ avvilente che province storiche che risalgono all’unità d’Italia debbano contendersi metri quadrati o abitanti per sopravvivere. Non è questo il modo di gestire una razionalizzazione. Non si possono creare solo inutili contrapposizioni ed accampare priorità in virtù dei numeri favorevoli e di una collocazione baricentrica. Le province non sono nate in questo modo e non possono essere in questo modo ridotte di numero.
Perché non tornare allora alle 59 del 1861 aggiungendo ad esse quelle che insistono nei territori che si sono uniti entro il 1870?
Sarebbe un criterio anche questo ed avrebbe nella storia una giustificazione. E’ una provocazione, ma neanche troppo.
Ma occorre anche che in questa fase tutti portino il loro contributo. Nessuno pensi di poter risolvere il problema a proprio vantaggio politico e non.
Si aggiunga al criterio territoriale e del numero di abitanti anche il riscontro storico culturale: allora le province di Ascoli Piceno e Macerata potranno mantenere la propria integrità e salvaguardare peculiarità che non possono essere messe in discussione per un semplice calcolo matematico.
Chi scrive era favorevole alla soppressione delle province o delle regioni, visto che la loro coesistenza, evidente duplicato, era stata a suo tempo falsamente scongiurata. Ma dal momento che la nuova normativa impone nuovi criteri, questi vanno modulati ed integrati, altrimenti non solo non si ridurranno le spese ma aumenteranno, garantito che i due capoluoghi esclusi vorranno sedi ed uffici decentrati per alleviare le difficoltà degli utenti e venire incontro alle necessità dei cittadini. E ci sarà sempre qualcuno che acconsentirà e favorirà il decentramento, come è stata favorita la nascita di tante nuove inutili province.
Ci dovrà essere una mobilitazione? Non so se questa è la strada giusta. Spero invece che prevalga il buon senso non solo in chi ha proposto quei criteri ma anche in chi li ha votati. Con poche modifiche si potrebbero ottenere gli stessi risultati, senza creare particolari disagi, preoccupazioni ed istigare plateali proteste che sarebbero assolutamente fuori luogo.»
Mentre nella Provincia di Macerata si continua a dibattere, facendo ipotesi sulle possibili soluzioni, Fermo passa al contrattacco con la nascita di un comitato contro il provvedimento di soppressione della Provincia La mobilitazione è trasversale e raccoglie tutte le categorie produttive del Fermano di cui Confindustria Fermo, attraverso il presidente Andrea Santori, si fa portavoce e che si sono incontrate sabato scorso per innescare concretamente la mobilitazione. Si è già costituito un tavolo permanente di coordinamento formato dalle principali associazioni di categoria e produttive del territorio provinciale come Camera di Commercio, Unione provinciale agricoltori, Confcommercio, Confesercenti , CNA, Confartigianato e Fondazione Carifermo. «Da quando Fermo non è più solo un numero nelle statistiche della Provincia di Ascoli – scrivono i componenti del Comitato in una nota – il territorio Fermano è balzato tra i primi posti, a livello nazionale, nei dati relativi al tasso di export e di solidità economica. In questo territorio il tessuto economico è capace di competere a livello mondiale e questo deve contare. Altro aspetto numerico da sottolineare sono i costi della nostra provincia: essendo nata in tempo di crisi, ha avuto subito una impostazione all’ insegna dell’ efficienza e dei costi contenuti. Infatti la Provincia di Fermo ha un costo per abitante tra i più bassi d’ Italia con, al contrario, evidenti ricadute sull’ efficentamento della vita dei cittadini. In sintesi. Nel Fermano esiste un tessuto economico tra i più dinamici d’ Italia e una amministrazione tra le più snelle ed efficienti, quindi ci sono tutti i presupposti per dare garanzie sulla sede della Grande Provincia proprio a Fermo».
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Scommettiamo che la partitocrazia riuscirà a mandare a monte l’eliminazione delle Province? Quando falliremo i presidenti delle province insieme a dirigenti e compagnia bella si ritroveranno con pensioni d’oro e altri privilegi. E noi? Faremo la fila alla Caritas elemosinando un pasto caldo e una brandina. Andate a casa tutti, andate a lavorare veramente, non ce la facciamo più a mantenere i vostri stipendi inutili.
Anche il Comune di Macerata si è attivato convocando un consiglio comunale straordinario sul tema per venerdì 3 agosto alle ore 20,30.
Facciamo finta di interessarci, anche se amministrativamente non sembrerebbe che abbiamo voce in capitolo, e facciamo finta di discutere sebbene molti in Consiglio Comunale (Pd +PdL) dovrebbero essere favorevoli all’abolizione di tutte le Province, almeno così dicevano i loro partiti di riferimento…
Poi si stupiscono se qualcuno vorrebbe allacciarli ai lampioni….
sta orda un belli po’ ce jete perdero a fadigà
Che bello spettacolo vedere questo branco di buffoni agitarsi per paura che qualcuno gli tolga la sedia da sotto il sedere! Dovrebbero fare gli sceneggiatori con tutte le idiozie che riscono a dire.
Peccato che a Roma ci siano buffoni ancora più bravi di loro, per cui questa cosa si ridurrà in farsa, e tutto quello (ben poco) che è uscito dalla porta rientrerà dalla finestra. Possibilmente maggiorato.
Ma in fondo ce lo meritiamo perché è solo colpa nostra.
O SI ELIMINANO TUTTE LE PROVINCE, OPPURE, QUALORA VENISSERO RIDIMENSIONATE, BATTIAMOCI TUTTI INSIEME PERCHE’ LA NOSTRA PROVINCIA RIMANGA DOV’E’, OSSIA A MACERATA.
Caro Mario condivido il tuo pensiero anche se purtroppo il buon senso, come dici tu, non c’è stato da parte di una classe politica che da Ciaffi in poi ha solo penalizzato Macerata. Sono decenni che Macerata non svolge più il suo ruolo di capoluogo, abbiamo perso tutto, nessun politico ha investito sulla nostra città: nessuna opera insfrastrutturale, oggi litighiamo su quale strada fare, ma servono tutte, dallo svincolo di san Claudio alla Mattei – Pieve e Villapotenza, non è stata data nessuna prospettiva di futuro ai nostri giovani, non abbiamo un’ area industriale; non c’è lavoro nella nostra città.. Macerata doveva diventare a detta di qualcuno la città dei “centomila abitanti”, siamo il capolugo di provincia con meno nascite, ci batte addirittura Corridonia. Purtroppo la classe politica che ci ha governato fino ad oggi ha fallito su tutto, e non è più possibile continuare a salvaguardare le poltrone di chi pensa ancora di giocare con il futuro dei nostri figli. Tutti a casa è meglio, anche chi oggi chiede “una politica alta” dovrebbe ricordarsi che ha fatto l’assessore per 10 anni al Comune oggi è consigliere comunale e assessore in provincia, è troppo .. Da Ivano mi sarei aspettata che invece chiedesse un consiglio comunale sulla vicenda dell’Orim, vista la conferenza dei servizi che guarda caso è stata fissata il 24 agosto quando tutti sono in ferie, cmq presto ne riparleremo.
Un saluto cordiale a Mario Lattanzi.
Brava Deborah, appoggio tutto quello che hai detto!!!! Nessuna politica “alta” per salvare una politica vecchia, tutti a casa e niente provincia è l’unica soluzione!
Anzi passate la elazioni politiche dovremmo chiedere un bel rerendum per abolirle definitivamente tutte!!! Altro che salvare la provincia di Macerata per 4 posti di 4 assessori!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Mi sa che molti non hanno capito cosa vogliono i cittadini, glielo spiego in parole semplici:
BASTA
ELIMINATE
QUESTA
CAVOLO
DI
PROVINCIA
INUTILE!!!!!!!
Deborah Pantana ha perfettamente ragione. Negli ultimi 20 anni è mancata alla città una classe dirigente politica degna di questo nome.
Le province vanno abolite. Tutte.
Si possono anche abolire tutte le province e pure le regioni, ma a noi che lavoriamo nel territorio, che investiamo nel territorio, dateci delle garanzie, ovvero gli uffici provinciali resteranno ? i settori (es. formazione, lavoro, ecc…) resteranno? Io che ho due attività in provincia di Macerata dovrò arrivare in Ascoli che dista più di 100 km???? Chi gestirà i bandi pubblici? Chi controllerà? A me sembra che venga sempre tutto deciso dall’alto senza chiarire niente a noi che con le nostre imposte e tasse paga gli stipendi a chi ci dovrebbe governare. Poi al contrario di quanto affermano sulla Provincia di Fermo che funziona benissimo, vi posso dire io che per esperienza professionale non ha un organizzazione nemmeno 1/100 di quella di Macerata e noi ci dovremmo unire con loro? Comunque tutta questa confusione, tutte queste domande non risposte, tutta la confusione italiana, fa si che gli imprenditori se ne vanno all’estero…poi voglio vedere chi paga gli stipendi a quei 4 politici….!!!
I nostri non sono politici, non sono in grado di mantenere Macerata ad un livello “alto”. Curano i loro interessi senza opporsi alle disposizioni che arrivano dai dirigenti politici. La perdita della prefettura, della direzione provinciale di molti enti pubblici comporterà lo spostamento di molti dipendenti, ma anche la perdita di commercio e depressione economica per il centro cittadino. Ricordate l’aeronautica, la banca d’italia. Non si tratta di risparmiare, perchè tanto i dipendenti rimarranno, ma si tratta di distruggere l’economia maceratese, già priva di qualsiasi attività imprenditoriale a grande respiro. Svegliatevi, i politici romani invece di ridursi stanno scaricando il barile di merda verso le piccole realtà come la nostra. La nostra economia si fermerà ancora di più, le nostre case varranno sempre di meno, i nostri giovani non avranno lavoro …. chi ci salverà?
@Mastropaolo
Chi ci salverà? Solo noi possiamo provare a salvarci. Intanto cominciando a pensare in maniera diversa:l’economia non si crea con uffici pubblici e che le provincie vanno eliminate TUTTE.
tutte e tutti a casa……….. a lavorare produrre sudare studiare pensare