di Monia Orazi
Un comitato per la difesa e tutela dell’ospedale Bartolomeo Eustachio, si è costituito lo scorso 10 luglio a San Severino Marche. E’ stato presentato ieri pomeriggio durante una conferenza stampa alla presenza del presidente, il dottor Marco Marchetti per oltre quarant’anni primario di medicina all’ospedale settempedano, il vicepresidente Marco Massei, il segretario Mario Chirielli, il tesoriere Emanuela Santanatoglia, mentre il resto del comitato direttivo è costituito da Alessandro Marinozzi, Elio Antonini, Anelido Appignanesi, Dino Marinelli ed Alberto Pancalletti. Dopo l’annunciato taglio di 29 posti letto all’interno del nosocomio settempedano, si è diffusa una certa preoccupazione nella città, ed un gruppo di cittadini ha voluto costituire il 10 luglio scorso il comitato, che è apolitico ed aperto a tutti, ne fanno parte le associazioni cittadine che si occupano di volontariato, come l’Avis, Avulss, il tribunale della salute e del malato, la Protezione Civile. “Vogliamo essere un elemento in più a chi si occupa per professione o mandato politico di sanità – spiegano – essere di sostegno a chi andrà a trattare con i vertici regionali, informare la cittadinanza di quello che sta accadendo”.
“Il nostro scopo è porre in atto azioni a salvaguardia dell’ospedale cittadino, non contro qualcuno”, precisa l’avvocato Massei. “La situazione dell’ospedale di San Severino è molto complessa – afferma il dottor Marchetti – in quanto non esiste come struttura unica, ma come parte dell’ospedale di Camerino, ci proponiamo di intervenire là dove possibile per salvaguardarne l’esistenza, speriamo di non fare la fine di don Chisciotte”. Tra i punti di forza del nosocomio, che ha i conti in attivo, i componenti presentano la posizione centrale ed in pianura che lo renderebbe idoneo ad un allargamento della struttura, per metterla al servizio di tutta la zona montana. L’unicità del reparto di hospice per i malati terminali, con le sue 12 camere e pazienti che giungono da tutta Italia, si unisce ai timori per lo smantellamento di oculistica in cui si fanno i trapianti di cornea e per ostetricia. Sono già state raccolte oltre tremila firme, le prossime iniziative saranno un incontro con l’amministrazione comunale ed il presidente della commissione sanitaria comunale, la richiesta di incontrare il direttore generale Asur Ciccarelli ed il direttore area vasta tre dottor Bordoni. In vista anche l’organizzazione di un’assemblea pubblica per coinvolgere la cittadinanza.
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A voglia a fare comitati la BANCAROTTA si avvicina. Poi ci toccherà a fare il comitato per il pane, per l’acqua ecc… perchè moriremo di fame grazie agli sprechi di ieri, di oggi e di domani.
Un sentito grazie ai vari comitati che in tutta Italia difendono privilegi, sprechi e inefficienze.
E’ NATURALE CHE SORGANO COMITATI IN DIFESA DEL PROPRIO OSPEDALE.
FACCIANO UNA LOTTA DURA… NON COME NOI DI CORRIDONIA, CHE CON QUATTRO CANI CI PRESENTAMMO ALLA REGIONE NEL 1994 PER CHIEDERE CHE L’OSPEDALE NON FOSSE CHIUSO, MENTRE LA REGIONE FACEVA RIMANERE APERTO – E CIO’ FINO A POCHI ANNI FA – QUELLO DI TREIA.
iL TRADIMENTO FU OPERA DELLA DC E DEL PCI, PER CUI I DUE PARTITI NON MOBILITARONO GLI ISCRITTI E TUTTO FINI’ IN UNA BOLLA DI SAPONE.
CHI CI GUADAGNO’ FU L’AVVOCATO SANDRO GIUSTOZZI CHE SI IMPEGNAVA IN CAMPAGNA ELETTORALE PER LA SUA LISTA CIVICA, QUALORA FOSSE DIVENTATO SINDACO, A RIAPRIRLO. PENA LE SUE DIMISSIONI…
SANDRO GIUSTOZZI VINSE LE ELEZIONI E DIVENTO’ SINDACO. L’OSPEDALE NON FU MAI RIAPERTO ED EGLI NON SI DIMISE: MIA ERA FESSO…