di Gabor Bonifazi
L’immagine di Porto Recanati si può esportare anche con un gesto scaramantico tipico della tradizione: un paio di corna. L’idea è venuta a Ighli Sisti che da diversi anni documenta su tela scene di vita della cittadina rivierasca: vecchie lancette alla fonda, argani, purtannare che trascinano carioli carichi di coffe di pesce e altri angoli di vita sottratti ad un mondo che non c’è più, come quel vaso di gerani vermigli sul davanzale di una finestra sbarrata. L’artista questa volta è andato oltre riproducendo nella bottega in via Garibaldi i suoi quadri su piccole mattonelle, ottimi souvenir per tutti coloro che ricordano una vita travolta da una modernità fatta di turriti edifici colorati. Questi piccoli souvenir con variante magnetica sono esposti in tutti i balneari e nella vetrina della più vecchia rivendita di “Sali e tabacchi”, tra le bandierine e lo spartito dell’inno italico. Non a caso Mario Riccetti, il titolare della tabaccheria ed ex suonatore di piatti nella locale banda, è un personaggio inconsueto e orgoglioso interprete di quella tradizione che trae origine da Recanati. Questa bottega situata lungo il corso Matteotti, a due passi dalla stazione ferroviaria, passa inosservata nello streep delle insegne luminose delle boutique. Al contrario l’ottuagenario negozio di Riccetti, credo sia il negozio più vecchio di tutta la costa maceratese, è specializzato in sigari e tabacchi da incartare in sigarette, da farsi regolarmente a mano grazie alle continue manovrine. Qui vengono da ogni dove per ritirare quei maledetti sigari toscani conservati in appositi umidificatori. In questo periodo pare sia particolarmente gettonato il Garibaldi.
All’interno tra gli scaffali, una bilancia per pesare il sale e tra i vari gratta e vinci occhieggiano vecchie reclame di lamette Gilette e il barattolo delle caramelle Hacs, quelle usate una volta dai grandi fumatori di sigari e sigarette. Vi sono inoltre un espositore con le solite cartoline vintage (Beniamino Gigli, Villa Gigli, Castello Svevo, Kursaal, Palazzo Lucangeli, Campeggio Volpini, Grattacielo Bianchi, ecc.) e una cascata di pubblicità che si agita al vento di un grosso ventilatore a sospensione che vagamente rievoca Humphrey Bogart in Casablanca, mentre sul banco ritroviamo nuovi souvenir di Ighli: il mare in tempesta, la barca tornò sola, la casa di Nella, la cantina di Augusto e gli zoccoli del bagnino più vecchio, il cav. Annito Cittadini. La premiata tabaccheria sta sul punto di chiudere quando all’improvviso entra un’avvenente villeggiante alla ricerca della dea bendata, chiedendo al simpatico e colto spacciatore un gratta e vinci speciale che ha il sapore di una dichiarazione d’amore: “Turista per sempre”.
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Ottimo Gabor !
La solita arguzia nello scovare e tramandare frammenti di storia che “debbono” rivivere …..