di Filippo Ciccarelli
Quella di mercoledì 25 aprile è stata una tappa fondamentale del campionato della Maceratese, al pare dei due derby disputati contro il Tolentino (in special modo quello di ritorno, visto che è stato combattuto tra due squadre appaiate in classifica). E tuttavia, anche se il risultato finale non può certamente far gridare di gioia il pubblico di fede biancorossa, ci sono almeno un paio di considerazioni che andrebbero fatte per potersi preparare ad affrontare gli ultimi 180 minuti di una stagione esaltante e combattuta, come non se ne vedevano da anni in questo campionato. La prima: la Maceratese a Castel di Lama ha peccato di concretezza in fase realizzativa, un peccato ripetuto spesso quest’anno, anche se una costatazione del genere può sembrare paradossale visto che quello biancorosso è il secondo miglior attacco del torneo, dopo quello del Tolentino, ed è forte di 59 reti all’attivo (media di 1.84 gol a partita). Questo vuol dire che la Maceratese ha qualità da vendere in mezzo al campo, crea numerose occasioni per le sue bocche da fuoco, e quindi tende a dominare in mezzo al campo, dove in fin dei conti si decidono molto spesso le sorti di un match.
La seconda considerazione non può che tenere conto del contesto: i biancorossi sono arrivati al confronto contro l’Atletico Truentina dopo il big match giocato – e vinto – contro i cremisi di mister Mobili. E’ normale che, più che con la sensazione di essere appagati, molti abbiano disputato la partita con le pile scariche da un punto di vista fisico e mentale. Non è fuorviante fare un parallelo con un’altra coppia di partite giocate a distanza ravvicinata, cioè Fermana-Maceratese e Maceratese-Corridonia. Nel doppio confronto di gennaio i biancorossi riuscirono a strappare un pareggio importante al Recchioni, salvo cedere in casa ai rossoverdi di Ciarlantini, risultato in cui pochi avrebbero creduto alla vigilia. Questa volta, invece, il derby non ha prosciugato le energie dei ragazzi di Di Fabio, che hanno rischiato di perdere nonostante l’avversario avesse tirato solamente due volte nello specchio della porta. Anzi, dopo il pareggio ottenuto sul calcio di punizione di Carboni a pochi minuti dalla fine, la Maceratese ha pure sfiorato la vittoria e ci si è messa di mezzo la traversa a sbarrare la strada verso i tre punti. Il bicchiere, insomma, è mezzo pieno. E’ vero che Orta e Cacciatore hanno sprecato molto contro Capriotti: ma una giornata storta può capitare, e i due attaccanti hanno le qualità per riportare immediatamente la squadra sui binari giusti. Si tratta di una coppia che al momento ha segnato 17 reti in campionato (Orta è arrivato a dicembre dal San Nicolò, ed ha debuttato proprio contro l’Urbania, avversario di turno domenica prossima all’Helvia Recina).
Il pareggio contro l’Atletico Truentina, formazione quasi certa di disputare i playout, poteva starci dopo 10 vittorie di fila, specialmente in una settimana così densa d’impegni. Ma la Maceratese, rispetto al Tolentino, ha il vantaggio di poter fare la corsa su se stessa, e la certezza, grazie al punto di vantaggio, di essere artefice del proprio destino, consapevole di non dover fare troppi calcoli per portare a casa la serie D. Farsi cogliere dalla depressione o dal pessimismo a quattro giorni dall’euforia per la vittoria contro Melchiorri e compagni farebbe solamente il gioco di chi insegue, e deve giocoforza sperare in altri passi falsi per tornare in vetta: sicuramente la sfida contro la Truentina è servita a tutto lo spogliatoio biancorosso. E non è una cosa da poco.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Ma chi ce l’ha una tifoseria che ha riempito tutti gli stadi, che ha seguito la squadra in tutte le trasferte anche nei momenti peggiori? Come scrisse qualcuno tanti anni fa su uno striscione “A coscienza vostra” (Glauco se ce l’hai puoi mandarci il link di quella storica giornata?)