Dopo l’analisi della situazione della bassa Valle del Chienti, in termini di consumo di suolo (leggi l’articolo), come annunciato la scorsa settimana, gli architetti maceratesi Andrea Renzi e Ilenia Pierantoni passeranno in rassegna quanto avvenuto nei singoli comuni, a cominciare da Corridonia.
di Andrea Renzi
e Ilenia Pierantoni
Il Comune di Corridonia si sviluppa su una superficie territoriale complessiva di 6170 Ha.
Ha una popolazione di 15.505 abitanti distribuiti sul territorio nell’area del capoluogo, nella zona industriale e nelle due frazioni di Colbuccaro e San Claudio. La densità media è di 251 abitanti/Kmq.
Un’analisi dettagliata dello sviluppo insediativo evidenzia che gran parte del costruito sia stato realizzato nel trentennio 1955-1988. Successivamente, la crescita delle espansioni residenziali ed industriali si è mantenuta stabile fino al decennio 2000-2010, periodo che ha visto un evidente aumento delle costruzioni soprattutto industriali e commerciali.
Vediamo nella tabella qui di seguito l’andamento della crescita demografica in relazione alle superfici di suolo edificato a partire dal 1954 fino ad oggi (i dati sono aggiornati alla fine del 2010 e non includono le superfici della rete infrastrutturale):
Anno |
Popolazione |
Suolo Consumato |
% di suolo consumato sul Sup. totale |
1954 |
9900 Ab. |
126 Ha |
2,0 % |
1984 |
12131 Ab. |
357 Ha |
5,8 % |
2001 |
13597 Ab. |
378 Ha |
6,2 % |
2010 |
15197 Ab. |
422 Ha |
6,9 % |
Previsioni di espansione PRG vigente |
589,2 Ha |
9,5 % |
Si evidenzia inoltre che le espansioni dal 1984 ad oggi abbiano visto una concentrazione dell’edificato nella zona industriale, e particolarmente in vicinanza agli alvei dei fiumi Chienti e Fiastra, e lungo le direttrici infrastrutturali principali.
Un dato allarmante da evidenziare è la dotazione di superfici potenzialmente edificabili: il suolo comunale, infatti, potrebbe essere edificato per ulteriori 167,2 Ha, corrispondenti al 39,5 % in più di suolo consumato rispetto alla condizione attuale. Tra questi 88,68 Ha sono destinati all’espansione residenziale, mentre 78,52 Ha hanno destinazione produttiva o commerciale.
E’ chiaro che rispetto ad una crescita demografica pari al 1,1 % annuo (dato riferibile alla decade 2001-2010) non esiste alcun termine che possa sostanziare le attuali previsioni di piano e la possibilità di continuare a divorare suolo, sottraendolo all’agricoltura.
E’ evidente che alcune di quelle previsioni di piano riguardano tessuti produttivi e commerciali. A tal proposito, analizzando i dati della Camera di Commercio della Provincia di Macerata relativi all’anno 2011, scopriamo che nel Comune di Corridonia erano iscritte 1949 imprese, di cui 1774 risultavano attive. Le nuove iscrizioni sono state 119, mentre le cessazioni risultavano essere 137. Anche in tal caso, i dati economici della Camera di Commercio non confortano sulla possibilità di ulteriore espansione che il Prg prevede per quanto riguarda i comparti produttivi ed industriali.
Pertanto sarebbe auspicabile che la città di Corridonia, invece di puntare negli anni a venire sull’espansione insediativa che ha raggiunto livelli davvero elevati, anche in relazione alla reale entità demografica ed economica, dovrebbe invece innescare processi di rigenerazione della aree urbane e produttive in dismissione o sotto utilizzate. Si potrebbe incrementare i servizi offerti al cittadino, perseguendo una nuova sostenibilità relativa alle scelte del governo del territorio, aprendosi ad una dura e lunga sfida che già alcuni Comuni “sensibili” hanno intrapreso.
Una vera sfida che include la tutela e la messa in sicurezza dei territori, il miglioramento della qualità della vita dei propri cittadini e l’adozione di “green policy”, in ottemperanza del pacchetto clima-energia 20/20/20 con il quale il Parlamento Europeo prevede che entro il 2020 si attui la riduzione del 20% dei gas serra, si abbia un risparmio energetico del 20% e si persegua l’aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili sino al 20% sul totale.
Si deve iniziare a comprendere che il problema per le future amministrazioni non dovrà essere più quello di incrementare le dotazioni insediative o produttive – commerciali già presenti a dismisura, ma sarà quello di far diventare “belle”, ecologicamente sostenibili e sicure le nostre città, tutelando il nostro paesaggio, a tratti ancora meraviglioso, per fare in modo che il posto in cui passiamo i nostri giorni, non sia solamente un tratto di territorio uguale ad altri mille, ma dovrà invece essere quel luogo in cui amiamo vivere e nel quale ci riconosciamo.
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…l’abnorme consumo di suolo è sotto gli occhi di tutti….siamo pressochè a crescita zero da decenni..e proliferano i piani casa.. varianti tematiche..PIP…ma basta..!! pensiamo alla qualità del nostro vivere…!!
Ora basta? Ora che i buoi sono fuori dalla stalla ed anche dal recinto? E non conta solo il quanto, ma.anche il come, cari miei. Che tristezza.
Finalmente si parla di questi temi,dovrebbero essere tra gli argomenti principali dei programmi dei candidati alle elezioni
Sarebbe opportuno al termine delle analisi particolareggiate come le prime due fare le somme in ambito almeno provinciale . Credo infatti che la gravita’ di quello che sta succedendo può essere colta in pieno solo guardando al fenomeno complessivo . D’altronde il consumo di territorio a vantaggio degli interessi di pochi e’ avvenuto grazie allo “spezzettamento” delle competenze , proprio perché non c’è nessuno che ha ( o meglio vuole avere) una visione generale.
ottima l’analisi di Ilenia e Andrea, convincenti, anche se ovviamente parziali, la diagnosi e la terapia.
E’ a tutti evidente che sarebbe necessario reperire ingenti risorse finanziarie a livello centrale e regionale, magari rinunciando a realizzare grandi e costosissime opere, per avviare una stagione di bonifica, riqualificazione, rigenerazione di aree dismesse, degradate, di interi quartieri energivori e privi di qualità urbana. Ma i nostri governanti a tutti i livelli sono all’altezza di questa sfida decisiva per il futuro del nostro paese?
Il suolo è una risorsa fondamentale e NON RINNOVABILE!! Il nostro modello di “SVILUPPO” economico ha significato in questi decenni la sua distruzione così come l’avvelenamento dell’acqua, dell’aria e la contaminazione dei cibi. Noi cittadini che abbiamo a cuore queste problematiche, e mi permetto di dire il futuro delle nuove generazioni, dobbiamo unirci e farci sentire dalle amministrazioni locali e nazionali.