Dal consigliere provinciale Luigi Zura-Puntaroni, riceviamo:
Circola voce in città, che una ditta abbia inoltrato una domanda al Comune di San Severino Marche al fine di realizzare ” dei fabbricati per l’allevamento avicolo di tipo intensivo con annesso impianto fotovoltaico integrato alle coperture “. Tutto questo a 6-700 metri di altezza in località Ugliano, attraverso un intervento che comporterà la costruzione di 30.000 metri quadri di capannoni. Appare subito evidente che si tratti di un intervento molto invasivo e degradante per cui la sua collocazione in una area dall’alta valenza paesaggistica, storica, sia del tutto inadeguata con il contesto su cui si va ad inserire.
Tanto è vero che l’iniziativa ha immediatamente suscitato timori e preoccupazioni tra la popolazione del luogo. Alcuni residenti hanno chiesto anche il mio interessamento nella speranza di avere dati precisi sui quali poter fare valutazioni calibrate. Credevo che la cosa fosse semplice, senza tener conto che pur essendo un rappresentante politico provinciale, regolarmente eletto dai cittadini Settempedani, mi fosse negato il diritto di accedere ai progetti presentati in Comune.
A tal proposito l’ing. Mario Poscia, avvalendosi di alcuni articoli del regolamento comunale, mi ha letteralmente negato la possibilità di acquisire una copia della documentazione depositata e quindi di poter dare una risposta puntuale a quei cittadini interessati alle sorti del territorio. Conoscendo i precedenti offerti dall’amministrazione Martini (lottizzazione Colmartino, centrale idroelettrica di Cannucciaro, mancata riqualificazione Borgo Conce, ecc…) sussistono elementi concreti per diffidare del Sindaco e dei suoi collaboratori, assai poco attenti alle reali esigenze di sviluppo della nostra città. San Severino, infatti, sta perdendo le poche industrie importanti che ha, sta perdendo le scuole, gli uffici, le rimane soltanto una ricchezza da preservare e valorizzare: il suo territorio con un paesaggio ancora in gran parte incontaminato e in grado di stupire anche gli sguardi più esigenti. Se in futuro arrivasse alla guida della città un’Amministrazione capace con un Sindaco credibile e si volesse valorizzare questa ricchezza marginalizzata dallo sviluppo, come la si farebbe coesistere con quei 3-4 ettari di cemento armato che la cricca di Martini vuol liberare ai margini del parco del S. Vicino? Quell’area infatti, pur ricompresa a pieno titolo nel comprensorio Canfaito – S. Vicino, non è stata inserita, (sempre da questa amministrazione) nella nuova riserva naturale di 1450 ettari, istituita nel 2009: Il Sindaco Martini aveva forse convenienti ragioni per favorire questa esclusione?
Nonostante l’opacità istituzionale della nostra Amministrazione continuerò a far luce sia in Provincia, sia in Regione per accertare il perchè di questa operazione, che a mio avviso degrada solo il territorio, per far cassa con i ricchi incentivi del fotovoltaico.
Altri Comuni più attenti e lungimiranti, (esempio Filottrano) hanno già respinto questa stessa proposta, che non porta alcuna ricchezza per la collettività, ma solo facili guadagni per il soggetto attuatore. Peccato che il sindaco Martini, pur essendo vicino agli ambienti agresti, abbia completamente dimenticato le proprie origini e si faccia paladino di una distruzione indiscriminata dell’ambiente che ci circonda”.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Pur non condividendo la polemica politica del consigliere provinciale della Lega devo dire che quest’opera , se realizzata, sarà un duro colpo alla situazione ambientale della zona. E’ una zona assolutamente integra ma già in precedenza , su di essa,era stato fatto un tentativo speculativo con l’apertura di una cava. Evidentemente chi ha acquistato quelle terre vuol rientrare assolutamente dell’investimento fatto. Credo che se la cosa dovesse andare avanti dovremmo mobilitarci tutti per bloccare quest’opera assurda. Nella zona di Berta c’è già un altro grande esempio di ambiente deturpato con un altro capannone inutile se non per la speculazione energetica.