Nell’impossibilità di organizzare un’apposita cerimonia pubblica, a causa del perdurare l’emergenza neve, il presidente della Provincia di Macerata, Antonio Pettinari, ha diramato un messaggio per celebrare oggi (10 febbraio) il “Giorno del Ricordo”. Il testo che segue è stato trasmesso anche alle scuole medie e superiori affinché alla ripresa dell’attività didattica gli studenti possano essere sensibilizzati ad avere un atteggiamento di condanna verso ogni violenza e siano invogliati ad approfondire la conoscenza storica di tragici fatti del ‘900. Commemorare le migliaia di vittime inermi della tragedia delle foibe, ma anche un monito a non sottacere mai ogni violenza sull’uomo, specie quando essa viene esercitata in nome di una ideologia o per ragioni di odio etnico. La condanna della violenza e il monito a non nascondere o dimenticare sono a fondamento del “Giorno del Ricordo”, istituito dal Parlamento italiano con la legge 30 marzo 2004, n. 92, “… per conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra….”
Il 10 febbraio di ogni anno ricordiamo gli orrori perpetrati alla fine della seconda guerra mondiale nei confronti di parte della popolazione della Venezia Giulia, dell’Istria e della Dalmazia. Questa data è un appuntamento che serve anche a far conoscere una pagina particolarmente triste della storia del ‘900: il massacro reso ancora più tremendo dalle foibe, le cavità carsiche che non solo sono state le tombe degli italiani fucilati dai “titini”, ma anche lo strumento di morte per tanti uomini, donne e bambini, che vi furono gettati ancora vivi. Un eccidio accompagnato dalla cacciata dalle loro case e dalle loro terre natie di almeno 300 mila altri nostri connazionali. Il Giorno del Ricordo è stato istituto anche per la necessità di far conoscere una tragedia che per ragioni di politica internazionale è stata troppo a lungo “nascosta”. Come ebbe a sottolineare alcuni anni fa il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, “La tragedia delle foibe ha subito la triste beffa di essere una delle barbarie del secolo scorso, ma al tempo stesso di venire cancellata nella memoria, sommersa dalle polemiche e dalle censure politiche”. Solo la fine della guerra fredda tra opposti blocchi e la disgregazione della Jugoslavia hanno permesso di rendere nota con forza all’opinione pubblica e alle più giovani generazioni questa pagina buia e tragica della storia nazionale. La provincia di Macerata, come gran parte delle regioni adriatiche, è stata uno di quei territori che maggiormente accolsero i profughi istriani. Molti di loro hanno trovato nella terra maceratese una nuova casa e nella comunità locale una nuova famiglia. Qui sono nati i loro figli ed i loro nipoti. In questo “Giorno del Ricordo”, l’Amministrazione provinciale di Macerata si unisce a loro per rammentare a tutti la tragedia di quegli anni tremendi, per ribadire oggi con forza la condanna assoluta del sacrificio di vittime inermi, per affermare il ripudio di ogni violenza.
Antonio Pettinari
Presidente della Provincia di Macerata
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Giusto e doveroso ricordare la tragedia delle foibe ma, al solito in Italia, per le commemorazioni si prende una singola vicenda e la si ricorda scollegandola completamente dai fatti e dai periodi storici che l’hanno preceduta.
Così abbiamo fatto per la Liberazione, per l’Olocausto e così facciamo per le Foibe.
Si prende l’avvenimento, lo si estrnea dal suo contesto storico, lo si ricorda come se fosse un caso isolato completamente slegato dagli accadimenti precedenti.
Si comprende solo che una parte della popolazione italiana è stata assassinata finita la guerra e che oltre 300.000 italiani furono costretti ad abbandonare le loro case.
– Poco si comprende dell’odio, dei motivi politico economici, degli orrori precedenti (perpretrati dai fascisti ai danni delle popolazioni inermi jugoslave),
– Poco si comprende del perchè per decenni tutto è stato buttato nel dimenticatoio (noi finita la guerra non chiedemmo di giudicare decine e decine, centinaia di criminali nazisti, improvvisamente diventati amici poichè la Germania Ovest era diventata terra di frontiera contro il Comunismo ed evitammo accuratamente di chiedere giustizia per le foibe, ma nel contempo evitammo accuratamente di far processare i criminali fascisti italiani per i massacri in Jugoslavia).
– Poco si comprende del perchè improvvisamente questo aspetto della II Guerra Mondiale (comunque secondario risptto ai 70 MILIONI di morti complessivi, di cui 48 MILIONI di morti VITTIME CIVILI) assume un altissimo valore storico quando, per i decenni precedenti, TUTTI hanno finto di dimenticarlo.
Così facendo (una giornata del ricordo slegata da tutto il resto) invece di comprendere e contestualizzare il momento storico, i motivi, i precedenti si finisce per continuare a dare una visione parziale di quegli avvenimenti…
Trovo irrispettoso nei confronti delle vittime di questa immane tragedia e della storia che si continui deliberatamente a non dire chi furono i responsabili di quegli eccidi. Capisco che Pettinari non voglia urtare le sensibilità dei suoi compagni, e per questo evita di specificare che furono i comunisti seguaci del colonnello Tito a commettere quelle atrocità con il complice silenzio del PCI.