La restituzione di un edificio storico all’uso della cittadinanza costituisce sempre un evento di grande rilievo culturale e sociale. Ciò è particolarmente vero quando a riappropriarsi della sua specifica funzione è il Teatro Comunale che, nel caso di Treia, ha visto il pregevole fabbricato prospiciente piazza Arcangeli riprendere l’attività nel 2002, dopo un lungo periodo di stasi imposto dagli interventi di restauro. A distanza di un decennio da quell’avvenimento, che costituisce un merito insigne dell’Amministrazione municipale, sopraggiunge un volume, frutto del lavoro di sintesi compiuto dall’accademico dott. Gabriele Cameranesi, già vice segretario del Comune di Treia e appassionato conoscitore della storia e della cultura locale che, con un certosino lavoro di vaglio delle notizie e di organizzazione espositiva in forma piana ed elegante delle stesse, ha svolto una breve presentazione del Teatro Comunale, tracciandone la storia, le caratteristiche architettoniche, raccontando la fase del recente restauro, durante la quale è avvenuto il passaggio di proprietà dai condomini al Comune, e la ripresa della fiorente attività fino ai giorni nostri. Nel testo non mancano riferimenti specifici ad alcune curiosità che si possono rinvenire nei carteggi.
Nel lavoro l’autore ha inteso seguire un filone storico-sociale per far conoscere la storia di Treia non scritta: tra le “carte del teatro” si rinviene la storia degli ultimi due secoli, quella storia “anonima”, che non contiene date di eventi che hanno cambiato la “vita” di Treia, ma, tuttavia, ci descrive indirettamente la società treiese di quel periodo storico. Un autentico tesoro che, se ben letto ed interpretato, costituisce un punto di riferimento indispensabile per comprendere le stesse origini dell’attuale comunità ma costituisce, soprattutto, un imperituro atto di amore della società treiese nei confronti di una sua imprescindibile appendice, quale è stata ed attualmente è il Teatro cittadino. Nel recente percorso che ha portato la struttura architettonica del Teatro, ossia il contenitore, a coincidere di nuovo con il contenuto, ossia la promozione delle rappresentazioni e dell’attività performativa, si inserisce la genesi di questo libro che l’Accademia Georgica di Treia ha fermamente voluto realizzare con il pieno sostegno dell’Amministrazione comunale treiese.
Un ambito, quello teatrale, particolarmente legato all’Accademia – attraverso l’emblematica figura del suo più illustre esponente Fortunato Benigni – che proprio in quei recenti anni in cui la struttura cittadina si apriva a nuova vita veniva elaborando un ambizioso piano di recupero e valorizzazione del patrimonio librario, dei fondi archivistici e delle raccolte documentarie inerenti la città. Un piano supportato dall’utilizzo di aggiornati sistemi informatici, idonei a favorire tanto la catalogazione quanto la fruibilità del patrimonio stesso. In questa prospettiva al Magistrato Accademico non è sfuggita l’importanza che doveva avere l’ingente corpus di carte accumulatosi nel tempo presso gli uffici comunali al fine di supportare la pratica amministrativa di ripristino del Teatro Comunale. Un iter lungo, come si è detto, la cui procedura fu assunta dal sindaco Fabiano Valenti che di quel progetto di recupero ha fatto una ragione costante dei suoi mandati e della sua passione per la salvaguardia delle memorie civiche.
A lui si deve l’aver seguito le fasi del restauro ma soprattutto l’aver personalmente avviato la ricerca e la raccolta di gran parte della documentazione relativa alle vicende del teatro cittadino: dapprima come sindaco, poi come pensionato desideroso di rendersi ancora una volta disponibile a dedicare parte del suo tempo alla sistemazioni del prezioso archivio teatrale perché, in fondo, stava a cuore che i treiesi, conoscendone la storia e le alterne vicende, fossero orgogliosi di quel grande tesoro che hanno, il Teatro, appunto, non solo per il piccolo gioiello architettonico che rappresenta, ma, soprattutto, per essere sempre stato il cuore pulsante della Città, il fiore all’occhiello di Treia. Pertanto, concluso l’uso d’ufficio del corpus documentario in oggetto, è sembrato giusto acquisirlo e archiviarlo sotto il nome di Carteggio Fabiano Valenti, quale segno di gratitudine verso chi ha assiduamente profuso impegno a favore della riattivazione del Teatro. Il materiale raccolto è andato ad integrare le carte conservate nell’Accademia Georgica provenienti dall’Archivio Comunale e si è così costituito un fondo unitario, ricco di informazioni e di curiosità: un fondo a disposizione di quanti, studiosi e appassionati, vorranno approfondire un aspetto tanto importante della storia della comunità treiese.
Il complessivo riordino del Carteggio Fabiano Valenti è stato realizzato grazie al contributo economico della Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Macerata. In una vivace serata condotta da Lucia De Luca del Teatro dei Picari e allietata dall’anteprima della nuova pièce della compagnia teatrale Fabiano Valenti “Da u médicu”, oltre all’intervento del Sindaco di Treia Luigi Santalucia, del Presidente dell’Accademia Prof. Carlo Pongetti, dell’autore del libro Gabriele Cameranesi e dei discendenti del compianto Valenti, protagonisti sul palcoscenico sono stati anche gli ex condomini e i loro eredi che nel 1988, dimostrando grande generosità ed un elevato senso civico, convennero di sciogliere il condominio e di cedere al Comune di Treia le loro quote di proprietà dietro la corresponsione di una somma simbolica. In quella circostanza fu grande il merito di aver compreso come, rinunciando a quei privilegi che erano appannaggio dei loro predecessori dal 1822, avrebbero potuto garantire la salvezza del Teatro cittadino che era, è e sarà sempre una proprietà della Comunità treiese.
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Ecco . dopo la festa delle Marche mi sono perso anche questo evento . Non ho visto le locandine e quest’ anno è mancato un calendario delle attività nel periodo natalizio .
Complimenti ( e tanti auguri !) al dott. Cameranesi . soprattutto per la passione e il gran cuore che ha per treia. Bravi sindaco, amministrazione e Georgica per aver prodotto un libro molto interessante per la storia di treia . Spero di potermene procurare una copia in proloco.
Leggendo di Valenti c’è nostalgia di amm.ri e sindaci che una volta finito il loro incarico amministrativo hanno ancora la voglia di rendersi utili alla comunità gratuitamente e senza interessi personali o politici . Solo per passione ed amore di treia .
Parlando di Cameranesi , del teatro e del 2011 che ci ha appena lasciato , non può non venire in mente l’evento Treiese dell’anno che è alle porte . Il premio nato come quaclosa di prestigioso negli anni di Cameranesi oggi viene ritenuto prestigioso solo da chi lo vince ( naturalmente anche dal loro enturage che va a mangiare gratis il giorno della premiazione ) e dai precedenti vincitori . Putroppo finchè la commissione scentifica rimarrà relegata al direttivo proloco senza parere vincolante della popolazione le cose rimarranno tali .
Proseguento su questo filone siamo già in grado di predire chi sarà il prossimo premiato per le attività 2011 : a chiudere il cerchio dopo Capponi e don Peppe sarà proprio Antonio Pettinari per il successo provinciale 2011 . A mio parere però metterei in lizza anche il simpatico sindaco di Treia luigi santalucia che ha portato per due (3?) anni consecutivi il festival del lavoro a treia . Io glie lo darei anche per aver dovuto sopportare in un 2011 come non mai (senza essersi dimesso !!) tutte le lamentele di amministratori, amministratorini, sindaci ombra, associazioni e per ultimo quelle della popolazione .
In entrambe le verosimili al 99% ipotesi il premio continuerà ad essere poco sentito dalla cittadinanza . Occorre un radicale cambiamento .
Segnalo anche che dopo 40 anni il concocrso presepi in famiglia organizzato dalla proloco questanno non si è fatto . Il dispiacere è forte perché in città come treia le tradizioni vanno onorate .
La delusione è forte e in futuro speriamo in un ripensamento della proloco, che qualcuno definirebbe defunta . Non arrivo a questi termini perche l’ associazione è fatta di gente che lavora senza retribuzione, solo per passione , e per questo va spronata e incoraggiata . Le alte aspettative però derivano dal complesso rapporto con il Comune dove la proloco assolve anche il ruolo di iat e di sede periferica dell’ assessorato al turismo .