di Filippo Ciccarelli
(foto di Guido Picchio)
Paolo Orrei è un girovago delle prefetture di tutta Italia. Beneventano di nascita e maceratese d’adozione, attualmente è Prefetto di Ancona, ma ha iniziato la sua carriera al commissariato di polizia di Bologna, prima di arrivare nel nostro capoluogo di provincia per la prima volta nel 1975. Macerata è un punto fermo nella vita logistica e professionale di Orrei: qui è tornato nel 1995 in qualità di capo gabinetto prima e vicario poi; prima e dopo esperienze ai comuni di Civitavecchia e di Frignano, alla prefettura di Rieti, di Benevento, Siracusa, Isernia, Avellino, Pescara ed Ancona tra le altre città. Una carriera ricca di chilometri e di riconoscimenti, come la medaglia ricevuta per l’opera prestata alla popolazione colpita dal terremoto dell’Irpinia, o quella assegnatagli dalla Croce Rossa italiana nel 1999, senza dimenticare le onorificenze di Cavaliere, Ufficiale e Commendatore.
Dottor Orrei, la domanda sorge spontanea: ma quanto viaggia un Prefetto?
“Dipende. C’è chi viaggia tantissimo, come nel mio caso, e chi rimane nella stessa città per 30 anni. Per quel che mi riguarda, Ancona è la mia tredicesima sede”.
A Macerata, invece, è arrivato giovanissimo…
“Sì, subito dopo aver lasciato la polizia, arrivai da Bologna. Qui sono rimasto il tempo di conoscere mia moglie, mi sono sposato e poi ho ripreso il giro di tante prefetture, prima di arrivare ad Ancona, dove sono giunto come vicario e poi sono stato nominato prefetto”.
E come si fa con la famiglia?
“La famiglia mi ha seguito a Benevento e si è formata a Benevento, poi sono venuti a Rieti ed a Macerata: mia moglie è maceratese e non si più mossa da qui”.
Il Prefetto, oltre agli altri compiti, ha anche quello di rappresentante il governo centrale sul territorio: come cambiano le cose con un governo tecnico?
“Noi prefetti amiamo dire che nei 200 anni ed oltre di storia che ci riguardano, rappresentiamo il governo, indipendentemente dalla forma di governo che ci sia e dalla natura, tecnica o politica, dell’esecutivo. Ma non penso che questo governo sia tecnico”.
Perché no?
“Perché è un governo che deve avere comunque il consenso delle forze politiche in parlamento, quindi mi è difficile considerarlo tecnico”.
La scorsa settimana il consigliere Romeo Renis (leggi l’articolo) ha detto che, secondo lui, quando città del centro Italia come Ancona, Ascoli e Macerata presentano istanze in materia di sicurezza vengono poco considerate: lei è d’accordo con quest’idea?
“No, io non penso che quest’interpretazione sia corretta. Macerata non ha problemi paragonabili ad una piccola città del sud, come possono essere quelli di Enna, o Matera, o Benevento. Io insisto nel dire che le Marche sono un’isola felice, ovviamente rapportate ad altre realtà. Al presidente della regione Spacca dico sempre di organizzare una serie di pullman per portare i marchigiani in tour in Campania, Basilicata, Calabria, Puglia e Sicilia. Dopo di che, dovrebbe chiedere loro se pensano che le Marche siano un’isola sicura.
Nelle Marche uno può camminare tranquillamente con il Rolex al polso: secondo lei questo potrebbe accadere a Napoli?
Se poi diciamo che le Marche di oggi non sono quelle di 30 anni fa sono d’accordo: c’è stato un degrado generale in Italia e quindi anche qui, ma in rapporto alle regione è molto contenuto”.
Il prefetto Orrei con l’ex ministro Fioroni e Maria Paola Merloni durante la visita del Papa ad Ancona
Quindi, si vive bene qui?
” Direi proprio di sì, tant’è che mi ci sono stabilito con la famiglia. La mia esperienza più drammatica l’ho avuta a Caserta, dove sono stato nel 1993 e 1994, dopo lo scioglimento del comune per camorra. Ci si sentiva accerchiati, col peso della criminalità sulle spalle. Per me che sono sannita è drammatico assistere al degrado di Napoli e della Campania, il rapporto che ho con la mia regione è quello di un uomo che si sente tradito dalla propria donna”.
A Caserta ha subito minacce?
“Avevo la sensazione di qualcosa che potesse accadere. Non parlo di rischi concreti per la mia incolumità, e non ho mai ricevuto minacce: era come camminare in un vicolo stretto quando tira vento, ed hai paura che qualche cornicione ti cada addosso”.
C’è una responsabilità della politica nei riguardi della questione sicurezza?
“La politica dovrebbe scegliere cosa vuole fare da grande, quali mezzi usare nei confronti della criminalità organizzata. Non penso che si possa usare lo stesso metro di giudizio verso la criminalità “comune” e quella organizzata perché altrimenti si perde.L’edificio sicurezza pubblica si fonda su due pilastri fondamentali: uno è la prevenzione, l’altro è la repressione. La prevenzione, con l’impegno di tutti, si riesce a fare. Quella che non c’è è la repressione. Non è possibile che siano tutti fuori quelli che commettono”.
Colpa delle norme esistenti o dei magistrati?
“Nel nostro sistema giuridico ci sono leggi favorevoli al reo, per esempio il rito abbreviato. Poi c’è anche l’interpretazione delle leggi, spesso in favore a chi delinque. Addirittura si vuole portare il furto alla competenza del giudice di pace! Siccome, poi, al fronte ci sono le forze di polizia, tutte, dai carabinieri alla forestale, quando le cose non vanno il cittadino se la prende con loro. Il primo impatto dell’opinione pubblica è quello di chiedersi “dov’è la polizia?”, ma in realtà il problema è diverso. Pensiamo alla prostituzione: non è reato, in Italia. Non si può allontanare chi la esercita né punire i clienti, visto che nessun cliente è mai stato arrestato.
Pensiamo alle ragazze extracomunitarie sfruttate, schiavizzate, torturate: forse se riuscissimo ad espellerle restituiremmo loro la libertà, tant’è che il ricorso contro il decreto d’espulsione viene pagato e fatto presentare su pressione di chi le sfrutta”.
Lei ha vissuto alcune tra le emergenze più grandi patite dall’Italia nella sua storia recente: il disastro in Irpinia, il terremoto umbro-marchigiano ed il sisma in Abruzzo. Potendo fare una sorta di classifica, qual è stata secondo lei la situazione peggiore?
“Diciamo che in Campania è tutta un’emergenza. Ogni emergenza in Campania diventa emergenza dell’emergenza. Nelle Marche l’emergenza si metabolizza con lo stile, la classe e l’operosità di questa regione…”.
Qual è il suo rapporto con Macerata?
“Dovremmo chiederlo ai cittadini, io lo ritengo ottimo, ho tanti amici e mi sento integrato in città”.
Quanto è stato difficile organizzare la visita del Papa di settembre?
“Molto, sia perché la data dell’undici settembre non era proprio felice, sia per altre motivazioni di tipo logistico. C’era la possibilità che qualche pazzo “festeggiasse” in maniera adeguata la visita del Pontefice nel giorno dell’attacco alle torri gemelle. Il sito scelto non era dei migliori, era stretto: gli operai della Fincantieri erano in agitazione, e tutti avevano minacciato di fare sciopero, dagli autisti dei pullman ai vigili urbani. Evidentemente l’Altissimo ha gradito questa visita e tutto è andato nel migliore dei modi. E’ stato un evento storico per la città di Ancona e splendido per me: mi ha emozionato poi che il Papa si sia ricordato di avermi già incontrato quando, ad ottobre, l’ho rivisto in occasione della visita dei Prefetti. Io ormai sono a fine carriera, mi è rimasto un anno. E’ una carriera bella ed esaltante. Hai molte occasioni di essere in prima linea, di conoscere persone interessanti”.
E dopo cosa farà?
“Dopo vedremo, porterò fuori il cane! (Ride). Rimarrò a Macerata, mi reinventerò. Non mi sento tanto vecchio da andare ai giardinetti”.
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E chi se ne fotte del sud?????
Dobbiamo prendere a modello la parte dell’Italia che meno funziona???? Che razza di discorsi sarebbero????
Perchè invece non se ne vai a vedere lui all’estero se tolgono forze a difesa della sicurezza (in ambito criminale, furti, rapine, aggerssioni) per metterle in strada a togliere punti, soldi e patenti?
Si faccia delle domande!
“Nelle Marche uno può camminare tranquillamente con il Rolex al polso: secondo lei questo potrebbe accadere a Napoli?”…se a Napoli lo Stato (colpevolmente) non è capace di contrastare la criminalità questo non vuol dire che anche nella nostra Regione dobbiamo abituarci a tali situazioni. Tra l’altro, anche nelle Marche ci sono zone off limits dove semplicemente andare in giro – senza il Rolex al polso – è pericoloso (ad esempio mi viene in mente il Piano proprio ad Ancona)
E’ scontato e banale criminalizzare genericamente il Sud Italia dove la stragrande maggioranza delle persone sono oneste come da noi. Credete che nella nostra “isola felice” sia diverso? Non credo, qui la cosiddetta mafia non ha necessità di sparare, ti strozza economicamente. Ma definiamo la mafia: Tizio e Caio sono d’accordo e il terzo non lo sa. Fate una seria riflessione sul mondo del lavoro della nostra provincia e vi renderete conto che se non avete entrature politiche o del potentato locale voi e vostri figli morirete di fame. Laureate un figlio, magari attrezzategli lo studio e mettete tanto di cartello alla porta e poi contate quanti clienti pubblici o privati vanno da lui. Non credo proprio che la nostra sia un’isola felice, chiede a chi è in cerca di lavoro.
Nell’album di famiglia compare anche la “Trota” (o meglio la Sirenetta) dei Merloni. Speriamo che Monti abolisca quanto prima le Province e con esse scompariranno anche le Prefetture, le Camere di Commercio etc.
Ok, io farò un giro a Enna, ma lei faccia un giro a Stoccolma.
Storicamente il marchigiano si è sempre spaccato la schiena con lavori umili, tra l’altro per prendere un salario/stipendio inadeguato, è logico che qui a mc si pretenda qualcosa in termini di presenza statale.
Lavoriamo tanto, guadagniamo poco, almeno che il degrado venga allontanato dalla nostra vita da chi è pagato per farlo.
cioe’ quindi che vuole dire che dobbiamo arrirvare hai livelli del sud..??dobbiamo tenere duro come abbiamo fatto fino ad ora e anzi dovremmo migliorarci…nn guardare al sud…che oltre tutto nn funziona nnt…!!percio’ basta ciance e fare di meglio …poi se arriviamo ad
essere migliori ok…!!senno’ fateci dissentire…!!
una intervista.. e soprattutto certe risposte…….a dir poco allucinanti. Come dire…beh ho visto di peggio..non lamentatevi. Molto rassicurante come prospettive di sicurezza!
perche’ sig.prefetto lei ed altri suoi colleghi allora invece di prestare servizio dal centro in su non fate domanda di lavorare presso le vostre regioni meridionali
“Beati monoculi in terra caecorum”! Tutti in pullman a visitare i ciechi del Sud!
Il “Signorino” scenda dal trono e si faccia un giretto nei paesi dell’entroterra maceratese dove la gente di notte non dorme più e vive nell’incubo di una visita dei ladri che ormai spadroneggiano e fanno il loro porco comodo(tanto se pure li prendono c’è qualcuno pronto a scarcerarli).Non lamentiamoci poi se ritorna il far west e la gente imbraccia i fucili per difendersi da sola…
Quando ci sono interviste di uomini di stato le leggo per avere un arricchimento di come vanno certe cose. Da questa intervista posso dire che da questo signore non ho imparato nulla. Un intervista più da un uno del bar vicino casa che da un uomo di stato. Le Marche hai suoi equilibri economici, sociali da non paragonare a nessuno. Semmai si deve migliorare nel tempo e certamente dobbiamo guardare a chi sta meglio di noi.
Un’ invito fatto da un punto di vista POSITIVO e non NEGATIVO a non LAMENTARCI SEMPRE delle condizioni di VITA di queste ZONE, in considerazione del fatto che nelle regioni dell’ITALIA MERIDIONALE si vive MENO BENE di qui……SONO “esseri umani” anche LORO ed anche LORO hanno il diritto di vivere TRANQUILLI……NON LAMENTATEVI per come si vive…..io sono di BARI
Sembra l’abusato giochetto del “meno peggio”…
Certo Macerata… Però rispetto a Napoli, dai lasciamo perdere.
Certo Napoli, però rispetto a Kabul, ma si lasciamo perdere.
Già diversi anni fa il “non lamentatevi che altrove è peggio” venne detto pubblicametne sui giornali dall’allora Prefetto.
Non vorrei che questo “sta a sentì a me, damme retta, nun te la mentà che qui e meglio che d’altre parti” sia nei loro manuali operativi, alla voce ‘come evitare lamentele per lo scarso controllo del territorio’
anni fa sul resto del carlino vi era un articolo sulla presenza in numeri delle forze dell’ordine a Macerata.
bene,feci i miei calcoli e tra carabinieri,polizie e guardia di finanza vi era un tutore dell’ordine ogni 70 (settanta) abitanti!piu’ i vigili urbani non compresi nell’elenco.
la media italiana e’ invece di un agente ogni 201 abitanti che colloca il nostro paese ai primissimi posti se non il primo per presenza di polizia.
in Inghilterra il rapporto era se non erro di 1 a 540,piu’ o meno come la Germania e Francia.
ma tutta questa polizia serve?se poi utilizzata cosi?
serve avere il poliziotto di quartiere che ALLE OTTO DI SERA STACCA IL SERVIZIO?
SERVE AVERE PIU’ PATTUGLIE DI GIORNO E LASCIARNE SOLO UNA PER TUTTA LA NOTTE CHE COPRE UN VASTO TERRITORIO?
qualcuno si offendera’ a queste mie parole ma sinceramente me ne importa poco.
SERVE O SERVIVA TUTTA QUETA POLIZIA A MACERATA ME NTRE I COMMISSIARIATI COME CIVITANOVA PER ESEMPIO ERANO SGUARNITI E AL COLLASSO?
@macerata granne
secondo me vi e’ una volonta’ politica ben studiata sul perche’ non vanno in sud italia.
posti bellissimi con gente fantastica lasciati a se stessi alle peggio mafie.
dove non c’e’ lavoro e chi farebbe poi il miltare(di qualsiasi divisa) se lavoro ce ne a iosa?