di Lucia Paciaroni
Dalle Marche all’Inghilterra per salvare Blu. E’ partita oggi da Macerata una catena di solidarietà per aiutare Elena Aloisio, una ragazza di 27 anni di Roma, e il suo cane Blu, un meticcio di taglia media rinchiuso ormai da un mese in una pensione.
All’inizio di settembre Elena si è trasferita a Southampton in Inghilterra per lavoro e non ha voluto lasciare solo il suo cane, decidendo così di portarlo con lei nella nuova casa. Casa che Blu purtroppo non ha mai visto: arrivati alla dogana Elena e Blu sono stati separati.
Elena prima della partenza aveva fatto tutto il necessario per far entrare il cane in Inghilterra. Le norme prevedono il microchip e il vaccino contro la rabbia. Inoltre, sono necessarie le analisi del sangue sugli anticorpi che permettono di far entrare nel paese l’animale dopo sei mesi e la firma del veterinario che attesta il risultato delle analisi. E ancora, ventiquattro ore prima di entrare nel paese, è obbligatorio eseguire una procedura antivermi e antipulci, anche questa attestata dal veterinario con firma, ora e data. Il medico veterinario deve anche fare un certificato di buona salute che attesti che il cane può viaggiare.
Tutto questo era stato fatto dalla ragazza, ma, una volta, entrati in Inghilterra, a Portsmouth, gli addetti ai controlli non sono riusciti a trovare il microchip ed il cane è stato messo in isolamento. Blu dovrà rimanere per sei mesi solo, dentro il box di una pensione e la padrona potrà visitarlo solamente in determinati orari. Immediatamente Elena si è mossa per far fare i raggi a Blu e dimostrare che il microchip c’è. Il costo dell’operazione, che comporta anche l’anestesia totale, è stato di 460 pound, spesa che purtroppo non ha portato a niente perchè il microchip, inserito nel 2005, non c’era più.
Quello che viene contestato ad Elena è che quindi non ci sono prove che il cane sia realmente quello a cui si riferiscono le analisi e i certificati. Così come tutti i documenti relativi all’iscrizione all’anagrafe canina e le certificazioni dell’istituto zooprofilattico.
Blu è in una pensione a Eyersdown Farm, località Burrigge, ed Elena tutti i giorni va a trovarlo. “Si tratta di una struttura assolutamente non accogliente e molto sporca, che non vale i soldi che mi chiedono” scrive la ragazza.
Oltre al fatto che questa situazione ha gettato nella disperazione sia la ragazza che il cane, c’è anche il problema economico che grava sulle spalle di Elena. La pensione costa 340 pound al mese e 120 sono costate le spese veterinarie per il nuovo microchip e i vaccini. A questo punto Elena vorrebbe rimandare Blu in Italia, ma il biglietto aereo con una compagnia che trasporta solo animali costa oltre mille pound. E la gravità della situazione non finisce qui, è previsto che, se il proprietario non riesce a pagare la pensione, il cane viene considerato abbandonato e trasferito in un’altra struttura. Insomma, è una corsa contro il tempo: Elena deve trovare i soldi necessari o per pagare la pensione fino alla fine dell’isolamento o per acquistare il biglietto per il viaggio in aereo. Altrimenti, lei e Blu saranno separati per sempre.
“Ho contattato anche l’ambasciata italiana tramite un veterinario italiano che lavora per il consolato – scrive Elena – Ho ottenuto la firma del primo ministro accompagnata da una dichiarazione ufficializzata e firmata del mio veterinario che attesta di aver messo il microchip e di non averlo mai ricontrollato. Ho chiesto appuntamento al Defra (Department of Environment Food and Rural Affairs) per discutere il mio caso, anche forte del fato che dal 1 gennaio cambia la legge e i cani potranno entrare nel paese ventuno giorni dopo il vaccino senza dover presentare tutte quelle analisi, ma non mi vogliono dare l’appuntamento”.
Elena ha diversi amici a Macerata e i primi aiuti economici stanno partendo proprio dalla nostra città, ma i costi per tutta questa vicenda sono molto alti e lancia un appello a chiunque possa fare qualcosa per lei e Blu: “Chiedo, e farlo mi costa molto ma è necessario, un contributo economico per non perdere il mio Blu, io non ce la faccio con i miei risparmi e rischio di perderlo per sempre”. Per contattare Elena, scrivere a [email protected] .
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ma come ha fatto a sparire il microcip e come mai non è stato controllato dal veterinario se lo aveva, portare i cani all’estero è un problema ma per il microcip mi pare assurdo comunque in bocca al lupo al cane ed alla sua proprietaria
Anche io trovo strano che il microcip sparisca, ma se questo è successo presumibilmente all’epoca il veterinario non lo ha impiantato bene.
Comunque sia fatti 2 conti gli conviene cercare il rimpatrio del cane; non so se sia possibile, ma invece dell’aereo non potrebbe scegliere il traghetto?
Articoli di spessorre questi….
Sicuramente dispiace sentire una storia del genere e dispiace pensare che il cane, sebbene in una pensione e ben tenuto, debba essere privato della presenza della compagna di vita.
Va però anche detto che non è raro che il microchip migri in un animale spostandosi sia in zone limitrofe, sia in zone del corpo decisamente distanti dall’impianto originario.
Ad ogni buon conto, anche se non si avesse l’eccesso di premura di controllarne la posizione ed il corretto funzionamento ad ogni visita veterinaria, credo che sarebbe basilare effettuare il controllo quando si parte e ci si accinge ad affrontare una dogana straniera che basa l’identificazione proprio su quel chip.
Come si sa di avere il proprio documento ma si controlla prima di partire, stesso interesse dovrebbe essere rivolto al “documento” del proprio compagno animale.
Tornando al problema vivo, io consiglierei di controllare la polizza di assicurazione dell’animale che, qualora fosse una polizza ad hoc, credo possa coprire (con franchigia) una parte delle spese affrontate.
Ciò, tuttavia, è soltanto una mia opinione
It’s ok chiama il veterinario in italia, spiega la situazione, o meglio consiglia di leggere l’articolo, e fattene spedire un altro.
Anyway visto che vivo qua ho molti amici inglesi tra cui anche un veterinario e un magistrato.
[email protected]
ciao e in bocca al cane:).