Da un ex dirigente della Civitanovese, Roberto Benigni, riceviamo:
“Sono un (ormai ex) Dirigente accompagnatore tesserato per la Civitanovese Calcio settore giovanile per le ultime tre stagioni, padre di un ragazzo classe 1998 ed appartenente da sette anni a questo club. Rimango sinceramente sconcertato dal fatto che un intero anno, quello classe 1998, che quest’anno, in cui avrebbe dovuto fare il salto dal calcio “accademico” a quello “vero”, con l’inserimento nella formazione Giovanissimi, è stato quasi del tutto estromesso. Sembra incredibile, ma la nuova direzione ha deciso di fare una sola squadra Giovanissimi (invece delle due degli anni passati) con soli appartenenti alla classe 1997 ed alcuni 1998, mettendo alla porta gli altri, destinandoli ad altre squadre dell’hinterland. Forse, cari signori, non vi rendete conto di due cose importanti: 1) Questo è forse l’anno più importante per la maturazione psico-sportiva dei ragazzi; 2) In tutte queste sette stagioni siamo stati noi genitori a mandare avanti le squadre, in cui i nostri figli hanno creato un gruppo di amici. Sin dai “primi calci” per passare ai “piccoli amici”, arrivando ai “pulcini” ed infine agli “esordienti”, i nostri bambini sono diventati ragazzi, sono cresciuti psicologicamente e calcisticamente, tanto è vero che negli ultimi anni dei pulcini e nel primo anno Esordienti hanno vinto i campionati, pur se la classifica non era ufficiale. Siamo stati noi genitori a portare i ragazzi su ogni campo della Provincia, da Castelraimondo a Treia, da Cingoli a Matelica a Pioraco, visto che il mezzo della società era sempre o guasto o non disponibile. Siamo stati noi a protestare quando venivano destinati a fare allenamento al freddo o sotto la pioggia perché la palestra “non era disponibile”, a protestare perché l’allenamento veniva fatto nell’antistadio per non rovinare l’erba del campo principale (non c’era ancora il Ciccarelli). Inoltre siamo sempre stati noi genitori ed in particolare il sottoscritto, ed altri due, a predisporre sempre il terreno di gioco con i cinesini e le porte mobili nelle partite in casa, oltre che preparare le distinte ed accompagnare, come Dirigenti Accompagnatori, i vari allenatori succedutisi negli anni, specie gli ultimi due, Simone Traini e Palmino Papili. Negli ultimi due anni abbiamo anche arbitrato le partite interne. Anche gli altri genitori sono stati sempre presenti, quasi sempre anche in trasferta. Ora, i nostri ragazzi vengono messi alla porta perché la società ha deciso di fare una squadra senza di loro, senza capire, nonostante la Vs. esperienza, che il gruppo 1998 è una forza di amici, che sanno giocare insieme da sette anni, pur con qualche litigata e qualche errore, ma incitandosi, spronandosi, e vincendo (o perdendo) tutti insieme. Purtroppo, nella primavera 2011, la decisione, sbagliata, di prendere alcuni e buttarli nei Giovanissimi (e non i migliori, visto, per esempio, che del reparto difensivo nessuno è stato preso), ha incrinato l’unità dei ragazzi, tanto da costringere l’allenatore ad inserire quattro/cinque 1999 che sono stati visti come un corpo estraneo nel gruppo, perdendo l’unità, arma finora micidiale. Quello che succederà ora? I nostri ragazzi andranno in altre società, e Voi vi ritroverete il prossimo anno, in cui dovrete schierare i 1998, senza ragazzi, e dovrete andare a cercarli in altre società. Ma, cara società, avrete fatto un danno irreparabile sia a Voi che ai ragazzi, proprio in uno degli anni fondamentali per la loro crescita sportiva e mentale. Ovviamente Vi salutiamo anche noi genitori, perché anche noi lasceremo dopo sette anni di appartenenza alla Civitanovese, in cui credevamo ed avevamo fatto una bandiera, insieme ai nostri ragazzi. Forse questo fatto Vi servirà per capire che il calcio, quello vero, non è solo vincere (per quello basterebbe una squadra), ma anche aggregare, crescere insieme, vincere insieme. Con dispiacere, dott. Roberto Benigni”.
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