Spazio pubblicitario elettorale

Chiude Peppe Testa,
l’ultimo dei vasai

- caricamento letture

DSCN1329-300x225

di Gabor Bonifazi

Non c’è dubbio che intellettuali e amministratori finiscono spesso – loro malgrado – per combinare guai. Tante conferenze sull’artigianato-artistico, tanta università, tanta accademia e poca società, mentre se ne vanno in punta di piedi gli ultimi veri artigiani. Anche Giuseppe Testa, l’ultimo vasaio di Appignano, ha deciso di chiudere bottega, come risulta dal laconico annuncio affisso alla variopinta vetrina: «La premiata ditta Testa cessa l’attività per malattia». Non vedremo più quelle mani sapienti manipolare la terra bagnata al tornio, per farne uscire fuori i più svariati oggetti di uso quotidiano. Addio riti scaramantici per far uscire dal fuoco del forno pignatte sane prodotte esclusivamente coi tre elementi naturali di alto valore simbolico: terra, acqua e fuoco.

DSCN1339-300x225

Testa aveva cominciato un corso di ceramica negli anni ’50. Poi, per mancanza di lavoro, aveva fatto un breve periodo l’operaio in un’industria di mobili. Nella sua accogliente bottega si sono cimentati molti personaggi del mondo artistico maceratese: Tomassetti, Ceccaroni, Biondi, Trubbiani, Farabollini ed anche l’architetto Paolo Castelli.

 

Il settantaquattrenne Giuseppe Testa – per tutti Peppe – cessa l’attività non solo per motivi di salute (un po’ d’artrosi, un po’ di silicosi e una cronica gotta), ma soprattutto per farla finita con tutti gli adempimenti burocratici che hanno finito per sfinirlo. Chiude il primo trimestre con tanti dispiaceri, per non essere stato giustamente apprezzato, al di là di quelle buffe scodelle per legumi. L’ultima commissione una bracciata di fojette per il campionato del Trentatrè dove vince chi riesce a mettere la somara di Cioci a sedere. Tuttavia Testa non si è mai ripreso dalla mazzata che gli venne inferta dalla Provincia che, sul finire degli anni ’90 del secolo scorso, istituì un corso di formazione professionale della ceramica a Treja anziché ad Appignano, dove lui tramanda l’antica tradizione.

giusepppe-testa2-225x300

Poi si sono susseguiti una sequela di eventi nefasti che hanno fiaccato lo spirito di questo straordinario artista: la chiusura del negozio di alimentari accanto, la demolizione dell’Inrca dove avrebbe desiderato andare e soprattutto l’ineluttabile perdita di tanti amici che la sera si ritrovavano al caldo trasformando la bottega in una sorta di centro per anziani vivaci. Comunque «Peppe» ha manifestato la volontà di lasciare tutte le foto all’Osteria del porto, mentre i pezzi pregiati andranno ad arricchire l’istituendo museo dell’architettura bio-ecologica e della ceramica con sede nel convento di Forano. Infine i salvadanai rimasti saranno donati alla Congregazione di Almagiano.

DSCN1331-300x225

 



© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page

Quotidiano Online Cronache Maceratesi - P.I. 01760000438 - Registrazione al Tribunale di Macerata n. 575
Direttore Responsabile: Gianluca Ginella. Direttore editoriale: Matteo Zallocco
Responsabilità dei contenuti - Tutto il materiale è coperto da Licenza Creative Commons

Cambia impostazioni privacy

X