di Lucia Paciaroni
E’ sempre stato noto come Palazzo Menichelli, dal nome di un illustre commerciante, Pacifico Menichelli, che nel 1922 decide di costruire in quell’edificio di via della Pescheria Vecchia un grande magazzino per depositare ceramiche e vetrerie da vendere all’ingrosso.
Quel grande magazzino nel centro storico, acquistato dall’Università di Macerata nel dicembre del 1987, oggi è diventato il nuovo polo didattico di Ateneo ed è stato inaugurato questa mattina.
Si tratta di una struttura moderna ed accogliente a cinque piani dotata di aula magna e numerosissime aule, tutte contraddistinte da colori diversi e dotate di moderne attrezzature audio e video con nuovi schermi lcd da 50 pollici. L’aula blu ha ben 220 posti ed è facilmente trasformabile, con proprie uscite di sicurezza, in due aule più piccole, quelle rosse hanno 65 e 32 posti, mentre le tre aule lilla 32 ciascuna. E ancora, quella gialla è da 77 posti ed è caratteristica per il suo soffitto a capriate in legno a vista. Ma la vera perla dell’edificio è l’ultimo piano: è qui che si trova l’aula verde, con 80 posti, circondata da grandi vetrate che assicurano un panorama mozzafiato sulle colline marchigiane.
Insomma, l’Università di Macerata ha creato un prezioso spazio che, come sottolinea il rettore Luigi Lacchè, “non è un bene solo dell’ateneo, ma dell’intera città”. Soddisfatto anche il sindaco di Macerata Romano Carancini: “Si chiude una ferita durata tanto tempo con questa apertura storica. Dobbiamo e vogliamo alimentare la collaborazione con l’Università”. Presenti anche altre autorità, come il prefetto Vittorio Piscitelli che vede l’inaugurazione come “un segno di ben augurio in questo momento di crisi, che colpisce anche l’università”, il vicario del vescovo di Macerata mons. Pio Pesaresi, il questore Giuseppe Oddo e il direttore amministrativo dell’Università Mauro Giustozzi. Subito dopo il taglio del nastro, il rettore Lacchè ha guidato i tanti partecipanti, tra cui i consiglieri comunali Fabio Pistarelli e Marco Guzzini e tantissimi professori, all’interno dell’edificio mostrando tutte le aule.
Il palazzo ex Menichelli, che è stato ricostruito con tecniche costruttive e misure di sicurezza più funzionali dopo la demolizione, è ora pronto per accogliere docenti e studenti: non è stato destinato a nessuna facoltà in particolare, ma sarà disponibile per chi avrà bisogno di uno spazio. Per esempio, potrà ospitare lezioni, master universitari o i corsi della scuola di specializzazione per le professioni legali.
Si chiude così un lungo periodo di decisioni e di ritardi dovuti a motivi di carattere tecnico, legale e amministrativo e si volta definitamente la pagina che parla di un edificio che è stato importante per Macerata, visto che l’iniziativa di Pacifico Menichelli, avvenuta in seguito alla creazione di un nuovo ingresso carrabile nel 1921 a Rampa Zara e via Armaroli, aveva suscitato un enorme consenso popolare sia per l’occupazione creata, che per il rilancio dell’economia locale. Si inizia da oggi a scrivere quella che sarà una lunga storia per l’Università all’interno dei locali acquistati negli anni Ottanta sulla spinta del bisogno di migliorare la quantità e la qualità dei servizi.
(Nelle foto di Guido Picchio alcuni momenti dell’inaugurazione)
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Si il catafalco in mattoncini con spinte innovative e le colonne che entrano nei terrazzini che, architettonicamente mi sembra, non centrano proprio nulla con i palazzi intorno….
Altra intelligentata mi sembra è la capienza delle aule: (come a Filosofia) tutte piccole e poco utilizzabili, se non da corsi con veramente 4 gatti…. Chissà che lezioni ci terranno???
Magnifico Rettore,
l’idea di un centro adibito alla didattica, con aule multifunzionali, è senza dubbio meritoria ed encomiabile. Ora, tuttavia, siccome Lei ci tiene (e quanto giustamente Dio lo sa) a ribadire la collaborazione tra città e università; dal momento che pare che in questa nostra povera città gli spazi per incontri, conferenze, dibattiti, etc., siano limitati al Teatro Lauro Rossi-Sala degli Specchi-Biblioteca nazionale-Antichi Forni, sarebbe davvero carino e gentile se di quelle sale – in momenti non dedicati alla didattica – si potesse fruire a livello culturale cittadino. Che ne pensa, Magnifico, si potrebbe fare?