di Alessandra Pierini
“Non c’è niente da inaugurare”. Con un grande lenzuolo bianco su cui campeggia questa scritta in vernice rossa, a caratteri cubitali, un gruppo di studenti dell’Università di Macerata ha tentato questa mattina di bloccare la cerimonia di inaugurazione del 721/o Anno accademico dell’ateneo, che si è poi regolarmente svolta, anche se iniziata con notevole ritardo, nell’Auditorium San Paolo, in piazza della Libertà, alla presenza del governatore Gian Mario Spacca. I ragazzi, in gran parte iscritti alle facoltà umanistiche, si sono divisi in due gruppi per ostruire il passaggio dai due ingressi dell’Auditorium.
Il blocco del Movimento studenti che impediva l’inaugurazione dell’Anno accademico dell’Università di Macerata è stato rimosso, dopo una trattativa fra i manifestanti, una ventina, e Francesco Adornato, preside della Facoltà di Scienze politiche.
Gli studenti hanno ottenuto di poter spiegare le ragioni della protesta prima dell’inizio della cerimonia. Hanno portato il lenzuolo con la scritta “Non c’è niente da inaugurare” dentro l’aula dell’Auditorium San Paolo, e lo hanno esposto davanti alla platea, dove sedevano le autorità e il governatore delle Marche Gian Mario Spacca. Il rettore Luigi Lacchè, il Senato accademico e il corpo docente, tutti in toga, sono rimasti nei corridoi, in attesa che un portavoce del movimento studentesco finisse il suo intervento. «Noi studenti, precari e ricercatori – ha detto il ragazzo – crediamo che non ci sia proprio niente da celebrare, se non l’affermazione di un sistema universitario in mano ai privati, che non garantisce il diritto allo studio, se non la distruzione dell’università pubblica, promossa dalla legge Gelmini, che sta mettendo gli interessi degli studenti in secondo piano, rispetto alla logica del profitto immediato». Il Movimento studenti ha invocato “percorsi di autoformazione e autoriforma dal basso, un nuovo sistema di welfare e il reddito di cittadinanza. «Non siamo più disposti a subire ricatti – ha concluso -, noi studenti, così come gli operai e i migranti, chiediamo reddito, diritti e libertà». Finita la protesta, che si è svolta senza incidenti, sotto la vigilanza delle forze di polizia, la cerimonia ha avuto inizio.
E’ stato proprio il Rettore Luigi Lacchè a rispondere agli studenti, all’inizio del suo intervento: «Gli studenti hanno la forza e il dovere di porre questioni. Questa mattina hanno parlato del vuoto rituale di questa cerimonia ma se noi, ogni anno, ci vestiamo così, e celebriamo l’anno accademico, è per ribadire che l’università è libera e autonoma e quel poco di autonomia che ci resta dobbiamo difenderla tutti insieme».
Il Rettore ha poi ripercorso la storia dell’Ateneo maceratese, ricordando anche momenti bui in cui l’università ha rischiato la soppressione e ha dovuto affrontare grandi difficoltà per poi concludere: «Nel giugno scorso ho ricevuto la fiducia del corpo elettorale. Ho assunto la carica in quello che forse può essere considerato, dal dopoguerra, il periodo più difficile per il sistema universitario nazionale. L’ho fatto per spirito di appartenenza e senso di responsabilità. Ma l’ho fatto anche perchè credo fermamente che la nostra Università possa avere un futuro all’altezza della sua storia. Non vi nascondo che ci attendono anni difficili, di ulteriori tagli finanziari, di economie, di razionalizzazioni. Anni in cui dovrò pretendere anzitutto sacrifici. Per questo sono a chiedervi tutto il vostro impegno, la vostra intelligenza, le vostre energie migliori. E se lo chiedo è perché le energie, l’intelligenza, l’impegno non ci mancano».
(Foto di Guido Picchio)
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L’inaugurazione dell’anno accademico dell’ UNIMC sollecita tutti noi ad una riflessione sul ruolo che le due università (di Camerino e Macerata) hanno avuto e spero avranno sul nostro territorio e sulle trasformazioni in essere nella comunità Maceratese.
Molte sono state le trasformazioni verificatesi dal 1290, anno di fondazione dell’università di Macerata, o dal 1861, anno dell’ unificazione d’Italia, molti sono stati i cambiamenti: tutto questo deve sostenerci e stimolarci a non aver paura di andare avanti.
Ho apprezzato in modo particolare i due interventi registrati nei giorni scorsi dai quotidiani locali: il primo della Preside della Facoltà di Economia, Antonella Paolini, che si focalizza sulla specificità della ricerca e dell’innovazione dell’Ateneo maceratese in risposta ai necessari cambiamenti che dovranno avvenire nel nostro sistema economico-produttivo e agli stimoli indispensabili che dovranno arrivare dall’alta formazione per farlo ritornare competitivo.
Mirata è inoltre la sua considerazione relativa all’accordo di programma tra Ministero, UNICAM, UNIMC e Provincia, che opportunamente la Dott.ssa Paolini riconosce come occasione strategica e irripetibile per potenziare lo sviluppo della ricerca. Necessità primaria e’ ora, però, garantire efficienza e collaborazione tra i due Atenei affinché si concretizzi la volontà degli organi amministrativi del territorio di sostenere e favorire questo processo.
Il secondo intervento che traccia il solco sul quale UNIMC vuole perseguire questo cambiamento, lo esprime in modo autorevole il Rettore Lacché nel dire che l’Università di Macerata “non persegue solo uno sviluppo quantitativo ma soprattutto qualitativo” attraverso l’attribuzione di sempre maggior valore alla ricerca, all’internazionalizzazione e al rapporto con il territorio. In sintonia con questa prospettiva, auspichiamo che il sistema economico produttivo di questa Provincia e di questa Regione attui una più stretta collaborazione con i due Atenei, in modo che le intelligenze che qui si formano diventino un’inestimabile fonte di ricchezza e investano le loro conoscenze per l’esponenziale sviluppo di questi centri culturali. Questo consentirebbe di arrestare l’esodo di laureati qualificati, tradizionalmente colmato dall’importazione di figure professionali e manodopera di bassa competenza.
La Provincia di Macerata ha sostenuto questa Vision anche con la realizzazione di Borse di Studio per la realizzazione di Progetti di Ricerca (150 giovani saranno a breve impiegati in altrettante aziende) della durata media di un anno e con progetti certificati da un Ateneo o da un Centro Tecnologico di Ricerca
Mi preme sottolineare la reale portata dell’Accordo di Programma stipulato nel mese di Febbraio 2010 tra l’Università di Macerata, l’Università di Camerino, la Provincia di Macerata e il Ministero dell’istruzione, dell’Università e della Ricerca per ribadire che esso non è un semplice pezzo di carta ma un’occasione concreta e vantaggiosa.
In primis, l’attribuzione di maggiori risorse per 5 anni, come recita il Decreto Ministeriale di Riparto del F.F.O. 2010 firmato del Ministro Gelmini il 21/12/2010.
L’accordo, inoltre, riserva ai due Atenei Maceratesi maggiori risorse, non quantificabili ancora al centesimo, che si aggirano comunque tra i 6 e 7 milioni di Euro: infatti alla stabilizzazione dei trasferimenti al 2009 le due Università potranno sommare l’ammontare del contributo straordinario di ulteriori € 700.000,00 e delle risorse del territorio (sinora certe solo quelle della Provincia di € 300.000 all’ anno), auspicando che anche i territori di riferimento (Macerata, Camerino, Civitanova, Fermo ed Ascoli) credano in questo modello.
L’attuale sfida ci impone di dare corpo alle indicazione dell’Accordo sull’ integrazione dei servizi dei due Atenei, qualificare e coordinare l’offerta formativa, promuovere insieme – per quanto di competenza – l’istruzione Tecnica Superiore e razionalizzare i costi generali e il funzionamento delle numerose sedi.
Questa modalità e’ sostenuta dalla recente riforma del sistema Universitario Italiano (Riforma Gelmini) che nei principi e all’Art. 3 prevede una serie di azioni opportune per rafforzare l’offerta formativa delle piccole Università Italiane. Questo risulterà strategico per le sedi universitarie dei due Atenei che avranno la possibilità di dimostrare le loro qualità di vivibilità e di organizzazione.
Franco Capponi
(gia’ Presidente della Provincia di Macerata)
Ho letto oggi sul Carlino che l’Università di Camerino nello scorso anno ha avuto una diminuzione dei finanziamenti per oltre 1.600.000 euro e che anche quella di Macerata è stata penalizzata, cosi come che, per l’accordo fatto,le due università saranno escluse dai contributi premiali.
Non conosco bene la questione e quindi, se dico corbellerie, vi prego di correggermi e di scusarmi.
Da cittadino che segue le vicende della sua città pero’ non posso fare a meno di rilevare che quanto riportato nell’articolo di cui sopra contrasta fortemente con le asserzioni piu’ volte fatte da Capponi sui contributi alle due università che, secondo lui, sarebbero invece aumentati.
Vogliamo per favore smetterla tutti di parlare il politichese cominciando a fare affermazioni basate su dati reali? I numeri sono numeri e tali restano, non si modificano con le parole. Sarebbe interessante a questo proposito leggere un comunicato ufficiale delle due nostre Università in modo da farci conoscere esattamente la situazione e fare chiarezza.
Evviva la democrazia che permette anche di fare queste manifestazioni.
Sulla riforma Universitaria, ovviamente c’e’ tanta disinformazione. Sicuramente permetterà di fermare i baroni e le assunzioni di mogli, mariti, figli, parenti poco competenti.
Facciamo un’analisi e vediamo se a Macerata esistono corsi di Laurea che ogni anno si iscrivevano 5-10 studenti.
Basta con gli sprechi!!!!
giusta protesta, peccato che non avrà mai il giusto risalto perchè c’è troppa politicizzazione nel movimento.