di Beatrice Cammertoni
Palazzo dei Priori, Montecassiano. L’Aula Consiliare delle polemiche è stata presentata al pubblico, come era presumibile tra fischi e contestazioni. “Il nuovo impero è stato fatto dal popolo”, “Porteremo la forza, la giustizia e la civiltà di Roma”, “Siamo gli anticipatori dell’avvenire”, “Abbiamo conquistato il nostro posto al sole”, “Lo spirito che doma e piega la materia”. Sono questi i contenuti delle scritte dorate e incriminate che dominano sulla sala: le parole incise nel legno restano indiscusse protagoniste anche questo pomeriggio ma ad esse se ne aggiungono di nuove. “Vergogna” recitano i cartelli scelti dai partecipanti per dimostrare il loro dissenso. All’evento di oggi, da invito articolato in una prima fase introduttiva con i saluti del sindaco Capparucci, una seconda parte inaugurativa di una serie di conferenze su “Le Marche e l’Unità d’Italia” predisposta dal Prof. Severini dell’Università di Macerata ed infine una conclusione musicale con le esibizione dell’Istituto montecassianese “O.Svampa”, parecchi si presentano con dei fogli bianchi arrotolati, prontamente esposti quando sulla voce del primo cittadino si è imposta quella della contestazione.
Molte anche le foto degli eccidi fascisti, diverse anche di stragi che ferirono gli abitanti del paese. L’atmosfera si è presto scaldata, coloro che protestavano hanno cercato di ottenere la parola, senza accettare la proposta dello stesso Capparucci di riaprire il dibattito in altra sede e con altri presupposti. Dalle prime file Giulio Pantanetti, presidente provinciale dell’Anpi, continua a chiedere di esporre le ragioni della mobilitazione ed al Sindaco che lo richiama ad una conoscenza di lunga data risponde: «Infatti non mi spiego come tu abbia reso possibile tutto ciò.» “Restauro conservativo”, altre parole che hanno scaldato gli animi. Le scritte risalgono al ventennio fascista, quando l’amministrazione di allora predispose degli interventi sull’intero Palazzo di Priori. Si trattava di lettere in vernice bianca che vennero coperte con del mordente dalle prime autorità politiche repubblicane una volta caduto il regime.
Il Sindaco, nel presentare la sala ha fatto riferimento per l’appunto ad restauro, ma chi dissente rifiuta categoricamente una tale definizione dei lavori. Mimì Biagiola, dell’Anpi di Montecassiano specifica infatti: «Riportando alla luce queste scritte e colorandole di oro si è cancellato un altro pezzo di storia, quello che vede protagonisti i montecassianesi alla fine del regime e la loro necessità di chiudere quel capitolo. La nostra protesta non chiede che l’età fascista venga eliminata, vogliamo che tutti i periodi storici siano egualmente rispettati.» Dello stesso avviso anche Pantanetti che ottenuta la parola ribadisce il concetto di fronte all’assemblea. «Non si tratta di un restauro conservativo, non è ridare semplicemente dignità ad un palazzo. Il fascismo si combatte ogni giorno, questo intervento sulle scritte è offensivo. Capisco si possa trattare di un infortunio o che possa essere stato avviato da motivazioni diverse, ma ora Sindaco, la invitiamo a cancellarle. » Un restauro conservativo, di nuovo, che non è ancora concluso secondo l’introduzione di Capparucci. «Siamo stati chiamati all’inaugurazione dell’Aula Magna, i lavori stando all’invito ricevuto sono conclusi», dice tra il pubblico l’ex-Sindaco nonché ex Vice-Presidente della provincia Francesco Vitali.
“Le patenti di democrazia non sono solo di alcuni”. Con questa frase Capparucci riprende parola dopo le contestazioni. Tutta la folla dei manifestanti, ha lasciato la sala concluso l’intervento di Pantanetti. Il dibattito che il Sindaco avrebbe più volentieri rimandato ad altre sedi, dunque, non è partito e la risposta del Comune viene ascoltata solo dai pochi rimasti. Le contestazioni sono state decise e dirette, quando per la giornata di oggi l’organizzazione aveva previsto il primo incontro del ciclo di conferenze per l’anniversario dell’Unità d’Italia. Il relatore, Marco Severini, docente di Storia del Risorgimento dell’Ateneo di Macerata e lo stesso primo cittadino si sono trovati di fronte una parte dell’assemblea ostile e non intenzionata a cedere sull’opportunità di esporre le proprie opinioni. È lo stesso ospite a convincere il padrone di casa ad accettare l’intervento di Pantanetti. «Rifiuto l’appellativo di amministrazione rozza che ho ricevuto dai manifestanti. Io non mi sono mai permesso, da Sindaco o da cittadino, di rivolgermi in questi termini. Non possiamo accettare le accuse di essere conniventi di un regime che come tutti i totalitarismi del ‘900 non smetteremo di condannare. La dittatura è stata fatta da coloro che imponevano la propria voce e poi rifiutavano di ascoltare quella altrui. Da vecchio democristiano mi auguro che questo sia solo un incidente nell’ambito di queste conferenze con le quali ripercorreremo la nostra storia e riscopriremo la nostra identità. Anche il periodo fascista, perché noi non lo dimentichiamo».
“Colpisce che chi ha prima chiesto di manifestare le proprie ragioni poi non ascolti la risposta”. Il Professor Severini, prima di cominciare la sua lezione ha “chiuso” la parentesi con poche parole sulla situazione nel quale si è trovato coinvolto richiamandosi all’editoriale del Corriere della Sera di Ferruccio de Bortoli che questa mattina parla di “crisi politica ed istituzionale” del nostro paese.
E’ chiaro che il coro di polemiche sulle scritte fasciste non è destinato a placarsi. Il dibattito sembra piuttosto allargarsi grazie all’attenzione sempre maggiore che la questione riceve dalla politica locale. A protestare oggi, con l’opposizione montecassianese, era presente anche l’ex Vice-Sindaco di Macerata Marconi oltre ai già menzionati Pantanetti e Vitali. Tra il pubblico invece Anna Rombini, segretario de La Destra Maceratese, che si è già esposta in nome del partito in sostegno dell’intervento del Comune di Montecassiano.
(foto di Guido Picchio)
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Il restauro è stato fatto con i piedi, diciamola tutta.
Solo un incompetente poteva fare un qualcosa di “conservativo” riesumando (alterandole,tra l’altro, rispetto al loro colore originario, visto che erano in vernice bianca e non dorata) delle scritte fasciste che con l’architettura e la storia del palazzo nulla c’entrano…
Come se a Roma mettessero a posto il Colosseo e nei lavori “conservativi” ritirassero fuori “Mario ama Luisa” solo perchè, qualche migliaio di anni dopo, i romani un imbecille aveva graffiato i muri…
Ma ci si rende conto a che si attaccano alcuni personaggi della sinistra per mostrare le ragioni della sua attuale esistenza? Le scritte fasciste! Che stanno lì, innocue e inoffensive dentro una sala consiliare , teatro di governo, una volta della destra un’altra della sinistra, e su cui non credo abbiano influenza, ma richiamo di coscienza semmai, per entrambe le parti. Scritte, che stanno lì a testimoniare un periodo storico , come è giusto che sia, come anche restaurarle e tramandarle. Che pena… dai sostenitori della “cultura”, poi.
Questa sinistra non perde occasione di spendersi nel vuoto delle sterili rappresaglie, quando grazie a essa, magari fossero solo scritte, un’altra architrave fascista addirittura, è stata costruita sopra le nostre teste negli ultimi decenni. A chi dobbiamo, noi elettori di sinistra, l’avanzata a strada spianata della destra al governo?
Ma per favore. Siate seri, che questa storia, quella di oggi lo richiede.
Infatti è un’indecenza che non si era mai vista.
Io sì. Ho visto per tre anni il Pd “fare opposizione” al governo.
Segnalo a quei partisan (neopartigiani, in perenne propaganda per uno scranno in provincia, che nel gabinetto del sindaco di San Severino ci sono due pericolosissime scritte fasciste con tanto di fascio scampate alla giustizia antifascista probabilmente perché scritte in latino: FASCIS UNUS/ ITALIA OMNIS. Manifestate, manifestate, manifestate…
@ TAMARA MORONI
COMPLIMENTI!!!!! UNA PERSONA DI SINISTRA CHE RAGIONA CON LA TESTA E CON IL BUON SENSO , POSSIAMO DIRE UNA PECORA NERA ……….IN MEZZO A UN GREGGE ROSSO
@Tamara Moroni
Concordo in toto con le sue affermazioni, la storia per bella o brutta che sia non si può cancellare eliminando delle “innocue” scritte.
Forse si poteva evitare di restaurarle color oro!!!
@Onori
Ma nessuno vuole cancellare la storia, anche se talvolta i nostalgici cercano pateticamente di riscriverla.
In Italia ci sono migliaia di esempi dell’architettura fascista che nessuno si sognerebbe mai di abbattere.
Ma qui non si tratta di togliere qualcosa ma si contesta questa demente opera di riesumazione di queste inutili scritte cadaveresche.
La stupidità del “recupero” è proprio questa.
Quelle scritte, che erano state cancellate finita la dittatura, non appartenevano al Palazzo ma erano posticce.
Quindi nel recupero conservativo potevano essere benissimo non recuperate, in quanto non apposte da un famoso pittore e in quanto non c’era proprio alcun motivo storico o architettonico per un’operazione simile.
Invece recuperarle in quel modo (cambiano anche il colore originario per farle risaltare di più) sembra una provocazione (o una totale e oceanica imbecillità di chi ha diretto i lavori).
Se fosse una provocazione il Sindaco dovrebbe chiederne la cancellazione e dovrebbe essere il primo a provare pena per il nostalgico fascistello che ha compiuto l’opera, in quanto solo una povera mente potrebbe pensare che tali frasi possano suscitare chissà quale orgasmo.
(tra l’altro ridicole e grottesche frasi che testimoniano una povertà intellettuale di allora -e di ora- di certi ambienti)
Se fosse invece imbecillità di chi ha diretto i lavori il Sindaco dovrebbe chiedersi/re quali sono i motivi restaurativi che sono passati nella zucca vuota, anche qui, di questa povera mente che ha diretto i lavori poichè architettonicamente, storicamente e artisticamente quelle scritte hanno valore zero.
Posso dire qualcosa sull’argomento senza essere tacciato immediatamente di appartenere alla categoria delle pecore rosse o nere (sempre pecore comunque, dove è il pastore ?) Di per se le scritte cosi innocue non sono , visto che celebrano ( da quello che ho letto nell’articolo) la stagione imperialista del periodo fascita che ha determinato lutti e disgrazie non solo al nostro paese (e passi…) ma anche a molti altri popoli con cui oggi siamo in tutt’altra relazione. Poi mi sembra di capire che l’operazione non sia “una svista architettonica” ma dato che sono state verniciate anche in oro le scritte voleva essere rese “chiaramente visibili”. Una scelta politica e culturale dunque! Niente di male ! E’ la nostra storia e si può , si deve, fare i conti con questa. Però, non può bastare cosi ; perchè va bene la storia si mostra , ma la storia si racconta e si interpreta . Allora forse accanto alle scritte (o meglio sotto le scritte) sarebbe giusto predisporre un tabellone (per dire) uno spazio , anche piccolo, che contestualizzasse quelle scritte rammentandone gli effetti e magari, perchè no una dichiarazione dell’amministrazione che riaffermasse i valori a cui oggi si ispira la nostra costituzione e la nostra repubblica. In questo modo , a mio parere di pecora, non ci sarebbero obiezioni da fare . Magari così hanno fatto ma dall’articolo non riesco a capirlo.
eccoli di nuovo…Strumentalizzano anche 4 simboli svuotati di ogni significato per fare notizia…Sempre loro..Ormai trasversali nelle generazioni…C’è il partigiano convinto di aver liberato l’Italia…C’è quello di democrazia proletaria pronto a rinunciare a tutto per un lavoro ” ner sosciale” ( detto alla romana..)Ci sono gli idealisti di sinistra figli dei parvenu ex FIGC (e non è la federazione italiana gioco calcio…) sempre pervasi da ansia di protagonismo (tanto c’è papà che paga…)
Tali figuri mostrano il loro sdegno per 4 motti da operetta fascista e non si scandalizzano delle militanze passate nel PCI che idealmente hanno procurato i veri guai del secolo passato…
Come al solito ci sono rivoluzionari di serie A e quelli di serie B…Morti di serie A e morti di serie B..
Fortuna ogni tanto si sveglia qualche ex intellettuale comunista in buona fede come G. Pansa che li richiama all’ordine e li spinge a meditare sulle tante e dolorose atrocità provocare al ” nemico politico ” che la storia ci ha insegnato non era sempre fascista…
Continuate cosi’…Vi meritate Berlusconi
@ Tamara Moroni
Quando ho letto l’astio contenuto nelle sue parole ho subito pensato al solito elettore di destra, infatti il tenore dei loro commenti era molto simile al suo, quando poi si definisce elettrice di sinistra lo stupore ha preso il sopravvento. Il suo commento denota innanzitutto un assoluta mancanza di conoscenza dei fatti: quelle scritte non erano già lì, quelle scritte sono state rifatte in vernice dorata dopo che, dopo la caduta del fascismo, i successivi amministratori le avevano quasi completamente cancellate. Il richiamo alla memoria e alla coscienza deve prevedere la possibilità di narrare tutte le epoche, coloro che avevano fatto le scritte e quanti poi le avevano cancellate.Sul fatto che fossero innocue è solo una sua discutibilissima opinione,non si capisce perchè allora tutti i regimi si siano sempre dati tanto spesi in propaganda, fatta di scritte visibili ovunque una volta, impadronendosi dei mezzi di comunicazione oggi. Lei sicuramente sottovaluta il potere di suggestione e di convinzione della propaganda sottile,fatta senza urla e strepiti, quella che ci induce a considerare normale e accetabile ciò che accettaile e normale non dovrebbe essere. Questa è uno degli errori più grandi che la sinistra ha fatto in questi anni. Sottovalutare l’avversario politico, pensare che cerete manifestazioni fossero solo un fatto folcloristico e invece ci stiamo accorgendo solo ora quanto Nessuno è più convinto di me che gran parte della situazione negativa in cui siamo oggi sia colpa dell’incapacità della sinistra di creare un’alternativa forte e credibile, ma non credo che questo si possa fare abbracciando gli stessi argomenti della destra. Quanto alla sua pena, beh, se la risparmi, forse dovrebbe ascoltare i racconti della generazione che lottando ha costruito la nostra democrazia,gente ancora con un coraggio da leoni , capaci loro di dare speranza a noi che sembra la speranza la stiamo perdendo, avvitandoci in inutili e dannose polemiche autodistruttive.
La storia va raccontata così com’è nel bene e nel male, non si può far finta che il Fascismo non ci sia stato. Chi scrive vergogna si faccia un esame di coscienza su ciò che è successo nel confine est italiano, chi è di destra ha già duramente condannato le miserabili ed ignobili deportazioni e leggi raziali, ed insegna hai propri figli ad essere attenti e vigili perchè ciò non accada più.
Scusatemi per gli errori contenuti nel mio commento ma ho dei problemi con la videoscrittura che spesso cancella e sovrappone lettere e parole.
@ Vilfredo
Tanto per precisare si scrive FGCI (Federazione Giovanile Comunista Italiana)
E tanto per precisare il partigiano, che con l’indispensabile aiuto ango-americano, ha liberato l’Italia dal nazifascismo le permette a lei di scrivere quello che pensa e di non vivere sotto una dittatura e, soprattutto, le permette di non dover marciare al passo dell’oca e di salutare con il braccio teso…
Pansa, dopo i primi libri interessanti/intelligenti che ha scritto sui “vinti” e che recuperavano una pagina poco discussa della nostra storia nazionale, è caduto anche lui nella trappola di scrivere solo per adulare e accarezzare i propri lettori diventando borioso e ripetitivo.
Egr. Cerasi. Capisco che lei si erga a paladino della categoria sopracitata. Apprezzerei da Lei a maggior ragione qualche minuto di vergogna proprio per la sua passata militanza . Qualora lo avesse fatto mi scuso in anticipo perchè francamente non tengo il conto di coloro che hanno abiurato o perlomeno schiacciati sotto il peso di una certa storia riscritta senza i veli di qualche barone rosso sono stati costretti obtorto collo
a rivedere qualche testo storiografico.
Comunque posso garantirle che il sottoscritto fu nipote di fascista che nel 1945 non fuggi’ per la rappresaglia partigiana, sicuro di non temere nulla forse per la stima che aveva. Al contrario (forse lei non lo sa) dopo la caduta del fascismo a Macerata ci fu il “sacco” degli enti autarchici. Migliaia di maceratesi partigiani di comodo ( sono convinto che esistessero anche partigiani onesti ) assaltarono diversi uffici ed enti cittadini portandosi via mobili, materiali di ogni tipo ecc. ecc. Un vero esproprio proletario a danni della comunità…Chissà se qualche scrivania oggetto di quel furto generale campeggia in qualche villa di qualche figlio di partigiano ( ripeto esistevano partigiani integerrimi e di inviolabile moralità pubblica)
Per le sua critiche a Pansa non mi permetto di dire nulla. Libero di commentare. Però qualche migliaio di partigiani in Emilia Romagna dovrebbero vergognarsi di quello che hanno fatto non tanto ai nemici di un tempo quanto piuttosto ai parroci, ai farmacisti, ai titolari di impresa presi e fucilati senza ritegno come nemici del popolo solo per non essere comunisti
Che pecora sono lascio a voi, ma so che m’infastidisce vedere un dispiego di tanta energia, di far mostra di tanti muscoli da parte della sinistra, per dare enfasi a un qualcosa che in sè oggi non riveste alcuna pericolosità sociale, ( zucchero, ingenue persino, a confronto di quanto ci arriva da certi videoomessaggi o telefonate blitz mentre siamo davanti alla tv) mentre non l’ho mai vista così oppositiva, combattiva, al fronte, per arrestare nelle sedi deputate , quel processo ormai conclamato di neofascismo portato avanti dalla Lega Nord e ancor più, l’insidia culturale rappresentata dal berlusconismo. Se ne stanno col collo torto all’indietro a guardare al ventennio ormai consegnato alla storia, mentre stiamo per consegnarne un altro di pari durata- me lo auguro- in cui non ci sono attenuanti che tengano per gli esponenti e dirigenti della sinistra che hanno concorso a farlo affermare.
Che devo dire. Alla luce della situazione attuale,trovo questi metodi di lotta al fascismo un’esibizione molto formale e poco sostanziale. Senza parlare dei sit-in, dei girotondi e di altre cose amene.
No, vorrei una sinistra che sappia essere all’altezza dei suoi valori con la dialettica e soprattutto coi fatti. Che respinga ogni giorno il fascismo al mittente, ma non strumentalizzando le sue vittime o gli eroi partigiani. Questo tipo di manifestazione avrebbe avuto senso, se ce la si poteva permettere, come ultimo di una serie di atti contro la rinascita del fascismo, il vero restauro in atto, ma così non è, perchè io sento di vivere oggi in un clima di regime. Forse è per questo che non do tanto peso a quelle scritte, che parlano con un linguaggio decisamente obsoleto, stantio. Sono più preoccupata dell’oggi. Di un Calderoli che lancia proclami verso un candidato di colore, poichè sostiene ” un nero non potrà mai entrare nel Parlamento italiano”. Ma magari, se vivrò abbastanza, vedrò pensarci la sinistra di domani a riscattarci dagli abusi commessi ai nostri giorni.
Ricordo ai lettori di questo giornale, a proposito di metodi fascisti, perchè non si può parlare di indecenza e prendere in considerazione solo ciò che ci aggrada, che 4 mesi fa circa, nel circolo del PD di Macerata, Via Spalato, nei giorni caldi della discussione al suo interno sul Suap Giorgini, fu cacciato da quella sede, uno dei suoi rappresentanti perchè non invitato, non gradito quindi nel dibattito.
Passiamo alla discettazione sul colore delle scritte, ulteriore o addirittura principale motivo di contrasto.
Dall’articolo non emerge il perchè siano state rifatte in oro. Magari è stato anche motivato, ma non è riportato. Io interpreto così quindi. A parte il fattore estetico che può avere indotto a tale scelta, a me sembra che proprio perchè riscritte in oro, non debbano essere oggetto di tanto turbamento.
Rifarle in oro, il colore che si destina a ciò che è defunto in genere, dà loro quella fissità che si ritrova in tutto ciò che viene inciso per una durata eterna.Cosa che è insita in un atto di restauro conservativo. Stanno là, appartengono alla storia e a quella locale del Palazzo. Mi sarei molto più preoccupata, sinceramente, se fossero state riscritte con fresca vernice bianca e magari ogni tanto, per necessità, rinfrescate. O peggio, mi sarei preoccupata altrettanto , se sulla mura esterne del Palazzo dei Priori o su qualche muro del Paese, qualcuno avesse scritto quelle scritte incitanti al fascismo in buona visibilità e il Sindaco non fosse intervenuto per farle rimuovere.
Per chi amministra: La prossima volta non fategli sapere dell’inaugurazione; se poi si presentano lo stesso ditegli che non possono entrare perchè gli avete scritto una lettera che non gli avete recapitato.
che problemi……………che abbiamo in provincia
E mi dispiace Signora Biagiola, che abbia provato tanto stupore nel constatare che io sia un’elettrice di sinistra. Uno stupore però più che giustificato da parte mia, se lei per caso è nella fila del PD. Non si sarà di certo stupito invece chi mi conosce, perchè quello che scrivo qui , lo dico lì, là, dovunque, in presenza di chiunque. Che io non conosca questi fatti, non glielo lascio dire, perchè l’articolo e quelli che lo hanno preceduto, sono sufficentementi informativi per farsi un’opinione; può invece tranquillamente affermare che io non conosca la storia o i racconti dei partigiani, perchè non ho la pretesa che lei conosca la mia formazione. Se per lei, esprimere dissenso come ho fatto rispetto ai manifestanti, vuol dire abbracciare i discorsi di destra, questo si traduce ancora una volta, che chi si dice di sinistra e forse ci milita, non lo so, non ha saputo cogliere il senso più profondo di disagio in cui viene a trovarsi chi ha aspettative ben più concrete di questa come deterrente al fascismo o anche, che non ha saputo cogliere il segnale di allarme che proviene dal suo elettorato ( no PD, nel mio caso), allora, non vale la pena neanche proseguire in questo discorso. E’ una lettura di comodo la sua rispetto al mio intervento, che risale a ieri. Oggi, a proposito di avvitamenti, autolesionismi in seno alla sinistra con cui conclude il suo commento, date le notizie di giornata che vedono un D’Alema e i suoi seguaci al centro di proposte di governo, entro un PD dilaniato tra la sua vocazione centrista e quella di sinistra, tra il richiamo all’unità della sinistra e il rifiuto a farlo quando gli viene offerto per le sue smanie di protagonismo, ambizione e potere, cioè in sostanza tra tutto ciò che distingue il dire dal fare, ritengo di essere stata anche fin troppo morbida nella critica verso chi rappresenta l’attuale alternativa a questo centro destra.
Scritte dorate o bianche e filologie di restauro, m’ interessano dunque molto relativamente, in un contesto reale come il quadro politico elettorale che si profila.
Spero di averle tolto ogni dubbio, a questo punto, sulla mia identità certa di “anima di sinistra” o pecora -rossa- senza pastore come ha osservato giustamente qualcuno, ma con troppi recinti intorno, aggiungo.
Lascia veramente interdetti l’accanimento della sig.ra Moroni nel voler difendere la scelta di un’Amministrazione di destra nella cui giunta è presente anche un’esponente della lega, addirittura cercando motivazioni culturale alla scelta dell’oro. Non sono esperta in materia ma mi sembra che nell’arte l’uso dell’oro abbia un significato ben diverso. Esso è il simbolo della regalità, della divinizzazione. Non per niente,prima di Giotto veniva usato per gli sfondi del cielo e tutt’ora ha lo stesso uso nelle icone russe.
Con altrettanto accanimento la signora insiste nel non voler comprendere le motivazioni che hanno portato l’ANPI, i partiti e altre associazioni locali che si richiamano a principi democratici a contestare tale scelta.
Innanzitutto nella sua dissertazione vengono mescolati piani diversi, quello locale nel quale le associazioni suddette si trovano ad operare e che vedono sempre più ridotti gli spazi di democrazia nei quali possono esprimersi. Ecco quindi che la contestazione assume un significato non solo simbolico ma sostanziale. Sul giudizio negativo rispetto alle scelte fatte dai partiti di sinistra siamo perfettamente in sintonia.Tuttavia quello che manca è un minimo di analisi, invece di lanciare accuse e dare o meno patenti di sinistra, chiedersi perchè si è giunti a questo? A mio modestissimo parere uno dei motivi, tra i tanti, è proprio questo: l’aver, con troppa frettolosità, abbandonato, negato quasi con vergogna le proprie memorie, la propria storia; senza un minimo di rielaborazione,senza dignità e orgoglio, si sono gettati a mare esperienze e vissuti civili e personali. Sono invece convinta che il proprio passato vada visto non come un inutile fardello, ma come un indispensabile bagaglio,non come una zavorra che ci impedisce di guardare avanti, ma come necessario radicamento a principi e valori senza i quali la sinistra non ha motivo di essere.Ecco infatti che oggi la si vede girare a seconda dei venti e delle brezze di tante presunte modernità come una banderuola impazzita. Certo tutto questo è solo una grossolana rappresentazione della complessità del momento attuale, nè questo può essere il luogo per approfondimenti, tuttavia vorrei invitare la Moroni a non sottovalutare il valore dei gesti, dei simboli, in fondo intorno ad essi l’umanità si è sempre raccolta. Certo essi, per essere appunto segni, devono aver dietro significato e contenuti, allora prima di giudicare e disprezzare cerchiamo di vederli questi contenuti. Altrimenti siamo noi i ciechi, coloro che, credendo di vedere oltre, non sanno comprendere la concretezza di ciò che abbiamo intorno, ancorchè nascosta magari sotto un “innocuo” sole delle Alpi.
Si, Vergogna ai simboli del periodo più buio della storia italiana. Non venitemi a raccontare che il passato non si cancella, banzina razionata anche per il trasporto degli ammalati ma non per alcuni gerarchi fascisti che passeggiavano con le proprie amanti. Complimenti all’ANPI di Macerata e ai cittadini dissidenti del Comune di Montecassiano. Ivano Tacconi capo gruppo Udc del Comune di Macerata.
Salvate il soldato Tacconi!
io capisco che la destra non sappia più a quale feticcio attaccarsi pur di dire qualcosa ai propri elettori: certo che è più facile fare una battaglia di libertà sul fascio littorio artistico (chiamare arte quattro scritte da imbianchino, e…nemmeno in latino!) piuttosto che parlare dell’assenteismo e dell’immobilità in parlamento a causa di case a montecarlo e donnine in camera da letto (rigorosamente arredata con mobilia non espropriata agli enti autarchici)
@ Biagiola
A me sorprende lei invece, che continua a sopravvalutare certi segni, veicula, se la vogliamo mettere sul piano semiotico e a sottovalutare altri per me più importanti perchè di più stretta attualità, facendo una fugace autocritica, molto in superficie sulle responsabilità della nostra parte, rispetto al contrasto odierno verso quei “segni”.
E’ qui che incalzo io, no in difesa di qualcos’altro, che ripeto, non mi avvince approfondire per tutto ciò che ho spiegato. Ma se vuole proseguire facendo finta di non capire, proceda pure.
@ Tacconi, lei con chi si allea alle provinciali?
Egr. sig. Pareto,
Sarà sicuramente colpa mia ma non comprendo i suoi voli pindarici, in quanto non riesco proprio a capire di quali crimini mi accusa e quindi di cosa io dovrei vergognarmi…
Se il suo parente, finita la guerra, non fuggi per la rappresaglia partigiana (come non fuggirono migliaia e migliaia di iscritti al PNF) questo non implica che tutti i fascisti furono brave persone e non si macchiarono di alcun crimine… Quindi anche qui, sarà sempre colpa mia, ma non comprendo proprio questa sua testimonianza, visto che una mancata fuga, in se per se, non implica proprio nulla.
Se invece, incidentalmente, con il fatto che suo nonno non sia fuggito vuole ribadire che ci fossero anche “bravi” fascisti le ricordo che (nonostante i molti eccessi post guerra) qui da noi non è mai avvenuta una pulizia reale, con l’esclusione dei collusi con il regime fascista così come è accaduto in altre realtà dove, coloro che erano legati ai nazisti (vedasi i francesi), furono estromessi definitivamente dagli incarichi pubblici e processati.
Che caduto il fascismo, così come cade qualsiasi regime dittatoriale, vi sia stato un assalto “al Palazzo”, anche qui, non è storia nuova in quanto ogni qualvolta il popolo oppresso si libera dall’oppressore c’è sempre un saccheggio delle vestigia del potere caduto.
O forse più semplicemente tanti cittadini affamati, vessati e derubati volevano, in qualche modo, “recuperare” anni di vessazioni, soprusi e di “espropri” (perché lei forse non sa che quando i nazifascisti si ritirarono dalle nostre zone requisirono –ovviamente con la forza delle armi e senza pagare nulla- tutto il requisibile: animali, mezzi di trasporto, ecc. tanto che non pochi contadini occultarono camion sotterrandoli completamente facendo finta di non averne mai posseduti).
Cara signora Moroni mi spiace ma è lei a non voler capire continuando a spostare ildiscorso.Se vuole discutere di attualità, benissimo, più che disponibile a farlo. Ma senza la pretesa di qualcuno che seduto su uno scranno pretenda di dare lezioni a tutti gli altri. Di autocritica ne abbiamo fatta anche troppa non facciamo che divorarci l’un l’altro sempre alla ricerca del leader perfetto. Diamo così spazio ed argomenti alla destra che sguazza non certo per i suoi meriti.
Quello che vorrei sentire è un po’ di rispetto per l’impegno e le battaglia di democrazia che in modo del tutto disinteressato le forze sociali e politiche stanno facendo a Montecassiano. E non sui segni ma su quello che essi hanno rappresentato e,checchè se ne dica,per molti rappresentano ancora.
Grazie ad Ivano Tacconi, la democrazia appartiene a chiunqua la scelga.
Maria Enrica Biagiola – presidente sez.ANPI “Oreste Mosca” Montecassiano-
Prima di tutto c’è da verificare in che periodo ed occasione sono state messe tali scritte.
Se segnalano e ricordano un periodo della storia italiana hanno fatto bene a resturarle. Se non danno questo segno, allora hanno ragione quelli che vogliono cancellarle.
Al simpatico sig. Tacconi vorrei dire che la storia anche brutta non si cancella e non si deve cancellare anche a monito delle generazioni future. Sopratutto quelle scritte che riportavano frasi ridicole che dipingono chiaramente l’essenza nefasta di quel regime.
Comunque questa diatriba come la giri la giri è sciocca, come la protesta: sarebbe come manifestare per abbattere tutto il quartiere dell’EUR o lo stadio dei marmi…..
Politici, militanti cominciamo a pensare alle cose serie!!!!!
non sono un nostalgico fascista ma penso che “buttare via l’acqua sporca col bambino” non è mai in nessun caso una scelta intelligente.
Seguendo lo stesso principio di “lotta al ricordo” del periodo del ventennio bisognerebbe dar fuoco a tutte le pubblicazioni di Pirandello (pericoloso fascista),
buttar giu’ tutte le opere di Piacentini (ad esempio l’EUR) di Busiri Vici, di Terragni…Ma si..Spacchiamo tutto..Erano architetti fascisti.. Bisognerebbe poi andare per vari musei italiani e squarciare tutte e dico tutte le tele dei pittori futuristi che come noto s’ispirarono molto agli imperativi fascisti…
Sto diventando monotono e logorroico..Lo so..
Premesso che non vivrei mai in un regime dittatoriale ma se non sbaglio non era il Professor De Felice di tessera PCI quel docente universitario che elaborò freddamente – riportando solo fatti e riferimenti storici che fecero infuriare tutta la baronia rossa militante – i 20 anni di regime dittatoriale giungendo ad intitolare un tomo ” Gli anni del consenso”
(scusatemi.. Leggere Renzo De Felice professore comunista è determinante per capire il fascismo)
X il Sig. Cerasi
La provocazione (nel senso buono del termine) nei suoi confronti risiedeva nel suo naturale cammino politico :
debbo darLe atto di un certo coraggio nel manifestare le sue idee. Assodato questo concetto e considerato che lei è stato orgogliosamente comunista Le contesto subito una ideale connivenza con una ideologia non proprio vocata al rispetto dei diritti umani (pensiero, parola, ecc. ecc.) senza parlare dei viaggi in Siberia di sola andata, le varie dittature asiatiche ecc. ecc.
Non starò qui a fare il computo delle vittime del comunismo nel mondo intero e paragoni con le vittime di altri regimi. In questa sede non ci interessa.
Forse (e accetto ogni confronto ) bisognerebbe un po’ abbandonare la storia passata ( difficilmente avremo dittatori in Europa e quindi agitare lo spauracchio non serve a nulla…) e focalizzare un altro problema.
Mi è sembrato interessante l’intervento della utente Tamara e pur avendo altre idee ( tendenzialmente liberali neoclassiche con venature fichtiane – mi si passi il termine) sono d’accordo con lei.
E’ inutile tornare sull’argomento post 25 luglio 43
La classe dirigente democristiana del dopoguerra era in maggioranza ex fascista (d’altronde ci doveva essere continuità burocratica) e quindi il tizio della benzina razionata (credo l’utente Tacconi) dovrebbe tacere e pensare alle nefandezze di 50 anni di antifascismo cattolico ( messa al bando della meritocrazia, appoggio delle mafie, spesa pubblica senza controllo, e soprattutto CONCESSIONI EDILIZIE PER COSTRUIRE CASE SCHIFOSE SENZA PROGETTI ARCHITETTONICI E URBANISTICI
Basta farsi un giro per Macerata zona Convitto per accertarsi con quanta leggerezza si approvassero certi progetti di certe catapecchie (grazie alla DC ..Grazie Grazie..)
In ultima analisi credo necessario un vero confronto culturale sulle eredità architettoniche ( perche’ il tema principare mi sembra quello – il restauro –
Sono d’accordo con l’aforisma citato spesso da Vittorio Feltri :
” In Italia abbiamo avuto 20 anni di fascismo e 60 anni di antifascismo…Ancora non sappiamo chi abbia fatto piu’ danno…”
@ Pareto
Prima dell’arrivo dei vari movimenti giovanili, onde, blocchi e tamburi rullanti e gladio vari, ecc. al mio tempo se volevi vivere la politica a livello giovanile a Macerata avevi 3 strade di aggregazione chiare.
Potevi entrare nella Fdg (destra), andare a Santa Maria della Porta (CL) oppure entrare nella FGCI, dove all’epoca si ritrovavano tanti di sinistra, non necessaraimente comunisti.
Non ho mai fatto mistero di essere stato iscritto alla FGCI (dal 1982 al 1984), ma non mi sono mai iscritto al PCI.
Quindi non credo che vi possa essere una qualsiasi mia connivenza con un’ideologia non proprio democratica, anche perchè dopo lo “strappo” di Berlinguer (1980) il PCI (e, di riflesso, la FGCI) non era più certo il partito di 30 o 40 anni prima.
L’aforisma di uno che è un pennivendolo e che sembra chiamare babbo chiunque gli gonfi il conto in banca non è proprio il massimo ad essere preso come esempio.
Tra l’altro i 60 ani di antifascismo sono solo dentro la testa di Feltri in quanto buona parte della classe dirigente amministrativa fascista si è immediatamente riciclata nella democrazia (non solo cristiana) tenendo onori, incarichi e prebende.
Non credo sia un caso che le regioni più fasciste,nel dopoguerra, siano anche state quele più comunistea testimonianza di un certo tipo di cultura di cui è sempre stato imperneato il Paese.
Per quato riguarda gli anni del consenso forse ci sarebbe da analizzare meglio perchè la stragrande maggoranza degli italiani aderì senza troppo entusiamo così come, senza troppo entusiasmo, non si schierò ne con Salò e ne con i partigiani e, sempre senza tanto entusiasmo, salutò i liberatori angoamericani…
Come si dice “non c’è peggior sordo…” Il signor Pareto con il suo aulico e dotto linguaggio continua una narazione delle vicende che non ha nessuna corispondenza con la realtà. Una mistificazione dei fatti che sembra diventata una parola d’ordine tra chi cerca, arrampicandosi sui vetri, di giustificare un’operazione che va inserita nel generale tentativo di revisione storica di chi vorrebbe mescolare tutto in un unico pentolone e tirarne poi fuori alcuni ingredienti a seconda delle convenienze.
Caro signor Pareto chi mai ha favellato di lotta al ricordo? Al contrario noi vigiliamo proprio perchè la memoria resista, in tutte le sue sfaccetature e stratificazioni. Riscrivere frasi che volontà successive avevano provveduto a cancellare non significa forse effettuare un falso storico ed eliminare una parte di quella storia?
Paragonare poi le scritte propagandistiche di qualche paesano gerarchetto fascista alle opere del razionalismo architettonico, alla letteratura di Pirandello o dei futuristi è francamente ridicolo. Lasciamo gli artisti lontani da queste miserie e non facciamone arma di scontro politico. Questo si è degno di un regime.
Per quanto riguarda poi le sue accuse a coloro che hanno militato nel partito comunista di essere conniventi con i regimi comunisti colpevoli di innumerevoli stragi, vorrei ricordarle che i comunisti hanno lottato, insieme ad altri, perchè a questo paese fosse ridata pace e libertà,contro un regime, (ma perchè volete scordarlo?) che ha ispirato Hitler, che con lui si è alleato, che ha introdotto leggi razziali che hanno provocato più di seimila deportazioni e la morte di oltre cinquemila italiani di origine ebrea, che ha portato il paese in una guerra che ne ha provocato la totale distruzione e potrei continuare.E tutto questo qui, caro signor Pareto non in Siberia o in Vietnam. I nostri nonni portano ancora i segni del regime fascista. Altro che Marinetti e il futurismo.
Le sue parole mi fanno convinta ancora di più della necessità di mantenere vivo il ricordo,perchè davvero la libertà e la democrazia vanno difese ogni giorno e in ogni scelta si compia, contro ogni tentativo di banalizzare e neutralizzare la durezza dlla verità.
Se da dieci anni celebriamo la giornata della memoria non è per dissertare sulle eredità architettoniche del fascismo e sulla validità dei restauri, ricordiamo i fiumi di sangue che esso ha provocato. In Italia.
Dubito che gli autori dei commenti abbiano mai visitato la Sala Consiliare del Palazzo dei Priori di Montecassiano o ne abbiano mai sentito parlare prima di questa occasione.
Le scritte di cui si parla non sono mai state cancellate e nessuno se ne è mai scandalizzato. Abbiamo ritenuto opportuno, nell’ambito del restauro e della ritinteggiatura dei locali, di ripassare anche le travature e le scritte in questione; solo chi ha bisogno costantemente di un nemico può pensare che tale operazione sia stata fatta non per ragioni legate alla storia ma ad una ideologia morta e sepolta che nessuno sente il bisogno di riproporre; del resto la nostra storia millenaria discende dalla civiltà di Roma di cui nessuno si vergogna ma nessuno prova nostalgia dei fasti imperialisti dell’epoca nè intende riproporre quella forma sociale non proprio di stampo liberale.
In ogni caso ieri ho potuto assistere ad un bell’esempio di democrazia da parte dei manifestanti che, dopo lo show, hanno tolto le tende senza usare la cortesia di ascoltare la conferenza del prof. Severini.
Questi signori amano così tanto la nostra Italia da non sentire il bisogno nemmeno di festeggiarne la nascita come Stato unitario e di ricordare chi si è battuto per questo.
P.s. Il Palazzo dei Priori ha un balconcino che da’ sulla piazza costruito durante l’era fascista con incisa alla base la scritta “ERA XVI”.
Mi auguro che qualcuno domani non si inventi che tale opera ha visto la luce grazie alla nostra amministrazione comunale.
Ogni donna adora un fascista,
lo stivale in faccia e il cuore
brutale di un bruto a te uguale.
(S. Plath, Papà – 1962)
@Luzi
Con la sua giustificazione non si comprende per nulla per quali motivi queste scritte siano state volutamente recuperate, sebbene non c’entrassero un piffero con la costruzione del Palazzo.
Lei si lancia in arditi paragoni tra il ridicolo impero fascista e l’Antica Roma Imperiale facendo delle similitudini che, sinceramente, fanno sorridere.
Non avrebbe alcun senso oggi inneggiare ai fasti imperiali dell’Antica Roma ma, storicamente, sarebbe un’imbecillità oceanica disconoscere che l’Antica Roma è stata la patria del diritto.
Mi permetta sempre di farle presente che i manifestanti erano appunto li presenti per manifestare la loro contrarietà alle (idioti) frasi in oro e non per la conferenza.
Quindi finito di manifestare non hanno alzato le tende, come lei dice per dare cattivo esempio di democrazia ma, al contrario, se ne sono andati poichè dall’inizio non erano li per contestare il relatore o l’incontro sul’Unità d’Italia, ma solo per far presente il loro disaccordo su una “riscoperta” che, di storico o artistico, ha nulla.
Comprendo che per giustificare la boiata che è stata fatta ora, non avendo alcun argomento legittimo, si è costretti a rifugiarsi in ridicoli e grotteschi paragoni con l’Eur, il Futurismo o addirittura l’Antica Roma per legittimare un’operazione di nessuno spessore storico, culturale o artistico….
Non c’è peggior cosa dell’ignoranza i cui occhi sono chiusi da un atteggiamento ideologico cieco che non riesce a distinguere le permanenze storiche significative dall’ideologia negazionista. Per decenni, ad esempio, l’architettura del Ventennio è stata bistrattata solo su basi ideologiche ignorandone gli alti contenuti formali e tecnici. Il Ventennio, aldilà della condivisione politica o meno di questo nostro passato, è stato un momento in cui si sono sperimentati arti e tecniche tipiche della sperimentazione dei primi decenni del ‘900 che lo hanno caratterizzato. In Italia abbiamo avuto il futurismo, in Italia e all’estero, il razionalismo, ecc. che si sono espressi nei diversi ambiti territoriali e in situazioni politiche diverse. Ignorare queste valenze in forza di una posizione politica oramai relegata ai soli libri di storia, mi sembra onestamente fuori luogo.
@cerasi
Mi perdoni, credo sia lei a sostenere cose fuori dalla realtà. Capisco il suo odio per il ventennio ma, le piaccia o no, fa parte della storia d’Italia.
Le ricordo, inoltre, che non ho fatto paragoni tra l’antica Roma e l’Italia fascista; la questione è un’altra: durante l’epoca fascista l’imperialismo era considerato un valore da parte dei grandi Stati occidentali, attraverso di esso si misurava la potenza e l’influenza nel mondo; che l’antica Roma sia stata la patria del Diritto la nostra giurisprudenza lo dimostra visto che affonda lì le sue radici, è però innegabile che il modello sociale romano con la divisione tra Patrizi e Plebei ed il largo uso di schiavi non sia propriamente un modello.
Sarebbe il caso che le analisi sui modelli fossero sempre contestualizzate nell’epoca di appartenenza per evitare furie ideologiche!
Per quanto riguarda l’interesse storico le riporto il “ridicolo” comma 5 dell’art. 10/2004 sulla tutela dei beni culturali: “Salvo quanto disposto dagli articoli 64 e 178, non sono soggette alla disciplina del presente Titolo le cose indicate al comma 1 e al comma 3, lettere a) ed e), che siano opera di autore vivente o la cui esecuzione non risalga ad oltre cinquanta anni”.
Mi auguro, nonostante le ferite ancora vive in qualcuno, non si pensi che il ventennio si sia concluso qualche anno fa.
Compagni dai campi e dalle officine
prendete la falce e portate il … pennello
scendete giù in piazza e … pittate con quello,
scendete giù in piazza e affossate il sistema.
Quei bravi ragazzi democratici con tessera PCI o comunque appartenenti alle organizzazioni giovanili di sinistra me li ricordo bene.
Se non ricordo male nel 1980 dalle parti del liceo Galilei a Macerata rigarono tutte le autovetture ritenute dai loro comitati, come tipiche borghesi…Bastava leggere il Tempo ed eri subito schedato come “fascio”…
Quegli stessi personaggi o comunque loro epigoni sono ben ritratti in varie foto nei vari consigli comunali , in inaugurazioni di mostre ed altre piacevoli iniziative culturali della città di Macerata.
Da antiborghesi con l’eskimo a borghesi con il Woolrich…
Eppure dall’80 al 1984 troppi crimini ci sono stati in giro per mondo per mano comunista…
Sto andando fuori tema.
Gradirei piu’ interventi tecnici relativamente alle eredità architettoniche dell’antifascismo
grazie
@Pareto
Lei inteviene, lancia generiche accuse (senza uno straccio di una prova), ma poi si guarda bene dal replicare alle argomentazioni altrui se non facendo facile populismo e sana demagogia, sull’esempio del Mascellone…
@ Gabor
Comprendo la sua vena nostalgica e la relativa ironia, ma da “esperto” del settore dovrebbe avere l’onestà intellettuale di riconsocere che la “riscoperta” delle scritte fasciste (tra l’altro di una povertà culturale a testimonianza del livello intellettivo di quei tempi) a Montecassiano ha zero valore artistico e nessun valore storico e nulla c’entra con il Palazzo.
Stamattina inizio col fare un’ osservazione spontanea, subito dopo l’impatto visivo nell’aprire la pagina dei commenti, dove si nota una certa differenza rispetto a ieri: “Ma che siamo alle primarie?”
Sembrerebbe, che un certo establishment di sinistra, sappia mobilitarsi in soccorso di sè stesso, quando vuole, quando gli interessa, per magro tornaconto, ma purtroppo sempre fuori dalle argomentazioni che non siano di facile rendita retorica. C’è stato un rovesciamento “ bipartisan” nelle valutazioni pro e contro tra ieri e oggi, …ma guarda un po’ !
Certo, nel mondo virtuale tutto è possibile, come anche nelle primarie taroccate. Il problema però, resta il consenso elettorale e peccato, la risposta di ieri di Bersani a Berlusconi, segna un altro punto a favore di quest’ultimo. Tempo scaduto? ” Parliamone” avrebbe dovuto rispondere, se è vero quello che ha detto fino a ieri, che l’opposizione pensa soltanto al bene del Paese. Questo a prescindere dalla figura di Berlusconi e per di più offuscata da tutti gli scandali che lo investono. Fino a prova contraria, è ancora legittimato a governare anche senza il consenso di Bersani che se vorrà farlo, dovrà passare per le urne. Così sicuro di vincere? Saprà lui. Lo hanno ripetuto tutti i leader fino alla nausea nei giorni passati, fra cui il segretario del PD, scindendo le valutazioni sul caso Ruby , tra il piano politico e quello giudiziario, per cui non si capisce il motivo del ” Gran rifiuto” . Berlusconi si rialzerà ancora meglio adesso, la Lega si porterà a casa il federalismo, salvo improvvisi colpi di scena giudiziari… e un altro aiutino è stato dato.
Non basta il riferimento ai valori per acchiappare consensi, ci vuole tattica, calcolo politico, idee sostanziose, soluzioni pratiche, orizzonti definiti, ma si vede che Veltroni non dà di questi insegnamenti nella sua scuola di democrazia.
Per tornare a bomba quindi, fermare le lancette al ventennio fascista e al dopoguerra serve a niente oggi, con degli avversari come Berlusconi e i suoi alleati.
E qui riassumo tutto il senso di quanto detto nei miei precedenti commenti, definiti dalla signora Biagiola un accanimento, solo perché …non si aspettava una voce fuori dal coro.
In ogni caso, quello che la signora Biagiola non ci ha spiegato ancora, è perché il suo partito, come quello di Tacconi, sta coi partigiani di domenica e il lunedi con Marchionne che tutto rappresenta , tranne il rispetto di quei diritti sanciti dalla Costituzione, per cui lo stesso sangue partigiano è stato versato.
Retorica per retorica…forse così otterrò una vera risposta.
@ CM. Ecco anche perchè sono contraria al piaciometro. Sospendetelo almeno nel prossimo periodo elettorale per le provinciali o politici e galoppini oltre ad andare a caccia di voti, dovranno andare anche a caccia di click.
Bah, per tutti quelli che mi definivano uno di Casapound io dico che mi dichairo antifascista e quindi come tutti quelli che protestano.
Il problema è che la legge italiano ripudia il riformarsi del partito fascista e sono d’accordo.
Però perchè non restaurare? Perchè cancellare i ricordi?
Cancellare la storia è come cancellare un pezzo di storia (Sbagliato o esatto che sia).
Perchè non canceellate i campi di concentramento di Auschwitz allora? Io sono per la memoria sempre, e chi è di sinistra e va li a protestare sembra voler annullare un periodo che loro ritengono nero secondo me è più importante tenerlo vivo piuttosto che cancellarlo se davvero si vuole fare opposizione a quel periodo…
@ Tamara
Complimenti per l’esilarante e appropriato attacco stile “Bella ciao”:
Alla mattina appena alzata, o bella ciao, bella ciao
Bella ciao ciao ciao, alla mattina appena alzata,
devo andare a lavorar..!
A lavorare laggiù in risaia, o bella ciao, bella ciao
Bella ciao ciao ciao! A lavorare laggiù in risaia
Sotto il sol che picchia giù!
@ Tamara
Faccetta neera, bell’abissiina
aspetta e spera
che la sinistra s’aavviciina…
Carina questa pseudo cover di faccetta nera.
@Cerasi, il paragone con l’Eur non è affatto sciocco, le motivazioni sono le stesse. Anzi dirò di più non c’è nulla di più fascista del quartiere dell’Eur, molto più di quattro scritte insensate, che poi possiamo ritrovare mal artate in qualche sottopassaggio lasciate da lazzaroni in cerca di “gloria”.
Non bisogna cancellare il ricordo di nessun periodo, brillante o disatroso. La memoria serve per prendere esempio e non commettere più errori. Serve a tenerci alla larga da lontani malsani pensieri!
@Martello
Le motivazioni non sono assolutamente le stesse…
https://www.cronachemaceratesi.it/?p=56022
Perchè contestare? Ora c’è un’aula adattissima per far capire alle giovani generazioni come agiva il regime. Lezioni di storia.
Cerasi mica ho detto che lei rigava le Alfetta nel 1980.
Non l’accusavo mica. Ho solo detto che in quel periodo nei fumosi comitati (fumosi nel senso del prodotto finale dell’accensione del tabacco) degli antiborghesi comunisti attualmente piu’ borghesi che mai, si pianificavano spedizioni punitive contro gli orpelli della borghesia. Tutto qua. Vorrà negare anche questo ?
Per la questione del restauro non intervengo piu’ e spero abbia da criticare ” opere ” di qualche sindaco antifascista con la veemenza con la quale ha fatto gli interventi di cui sopra.
poi magari se posso le invio delle belle recensioni di architetti comunisti oppure atti di giunta a maggioranza PCI con i quali si stanziano fondi per il restauro di opere fasciste.
Tengo a precisare ulteriormente che sono un liberale, liberista non libertario.
@ Pareto
Non mi setivo certo chiamato in causa, volevo solo sapere (visto che diceva che accadevano queste cose) se ha dei riferimenti esatti (nome e cognome di chi rigava, denuncie, ecc.) o no.
Non mi sembra, ma mi corregga se sbaglio, che quando l’amministrazione di Macerata o quella Regionale sbagliano (dal mio personalissimo punto di vista) resto zitto solo perchè è di centrosinistra.
Buona domenica a tutti,
questa questione riguarda il comune di Montecassiano
a cui la sala ed il palazzo appartiene.
Il Palazzo dei Priori è il simbolo del paese e non appartiene né al Sindaco né alle frange estreme che lo tengono in ostaggio. E’ giusto e doveroso che siano i cittadini a pronunciarsi senza metterci in mezzo elezioni provinciali, liste fasulle, alleanze, ricatti, architetti delle cippe storiche e alfette rigate.