Giovane Italia e Azione Universitaria
soddisfatti per la Riforma Gelmini

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Da Michele De Simone, Presidente regionale Giovane Italia riceviamo:

Cosa c’è di male in una riforma che limita a sei anni il mandato dei Rettori, che modifica l’accesso alla docenza universitaria regolata fino ad oggi da criteri non sempre trasparenti e meritocratici, che stabilisce che  i professori ordinari dovranno andare in pensione entro i 70 anni o i 68 anni se si tratta dei professori associati, che vieta l’assunzione presso il medesimo Ateneo di parenti fino al quarto grado di professori e ricercatori che operano presso quell’Ateneo, che elimina i corsi inutili creati ad arte solo per favorire il nepotismo e che istituisce un controllo sul controllo dei soldi assegnati ad ogni Università. Tutte queste cose le introduce la Riforma Gelmini. E’ la prima volta che in Italia si ha il coraggio di mettere mano al sistema universitario che fino ad oggi, e quindi senza riforma, era un sistema inefficiente: i cervelli in fuga, i ricercatori sfruttati, gli sprechi palesi, i corsi inutili, i baroni che hanno deciso il bello e il cattivo tempo. Allora le farse degli okkupanti, che hanno mischiano battaglie ideologiche che poco hanno a che fare con l’Università e che hanno usato spesso toni pesanti contro le istituzioni e contro chi la pensa diversamente, sono stati fuori luogo e poco utili.  E spiace notare come godano del sostegno di docenti, ricercatori e di un membro della maggioranza comunale. Tralasciando poi le fontane rosse che richiamano l’attenzione ma incidono poco sul dibattito. La sinistra giovanile di Officina invece ha protestato pacificamente e incontrato il vice sindaco Manzi alla quale, oltre a dichiarare i motivi della contrarietà alla riforma, ha chiesto  un maggiore impegno dell’Amministrazione Comunale nei confronti dell’Ateneo cittadino magari istituendo un Consigliere aggiunto degli Studenti.  Peccato che nessuno abbia speso una parola per Gloria Volpini, la ricercatrice andata negli Stati Uniti perchè qui ci sono i baroni. Peccato che nessuno abbia lottato contro l’Ersu per ripristinare il servizio sanitario. Peccato che nessuno abbia chiesto al Comune, che più o meno direttamente sostiene i contestatori, cosa abbia fatto il suo rappresentante all’interno del Consiglio di Amministrazione dell’Università. E senza chiedere il consigliere comunale aggiunto (tra l’altro cosa non prevista dalla legge) basterebbero degli incontri tra la Giunta Comunale e il Consiglio degli Studenti, l’unico organo rappresentativo delle componenti studentesche. Parlare, criticare e distruggere è assai facile. Molto più difficile è fare,proporre e costruire. Giovane Italia e Azione Universitaria amano le cose difficili, quelle cose che forse non tutti capiscono ma che fanno la differenza. La riforma appena approvata premia il merito e combatte i baroni. Certo molto deve essere fatto ma finalmente di riparte dal Futuro.



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