di Giuseppe Bommarito*
Mentre, nonostante le sollecitazioni da parte di dirigenti scolastici, docenti e genitori, continua il silenzio assoluto dell’Ufficio Scolatico Provinciale e Regionale sull’emergenza droga nelle scuole e sulla condotta da tenere nei casi di situazioni accertate di detenzione e/o di spaccio all’interno delle mura scolastiche, è venuto alla luce, anche sulla stampa, il caso dell’ITC di Civitanova Marche, dove un ragazzo è stato trovato con due grammi di cannabis in tasca ed un altro è stato sospettato di averglieli ceduti.
In questa storia, al di là della dovuta segnalazione effettuata al Tribunale per i Minorenni per gli accertamenti sul piano penale della vicenda, che seguiranno il loro corso e terranno conto della giovane età dei due protagonisti, c’è da segnalare in termini molto positivi la reazione della scuola. L’insegnante che si è accorto della vicenda non si è girato dall’altra parte per non vedere, ed ha immediatamente contestato il fatto ed ha subito avvertito la dirigente scolastica. Quest’ultima ha prontamente allertato le forze dell’ordine e chiesto il loro intervento, ed infine ha proposto al Consiglio di Istituto, del quale fanno parte anche alcuni studenti ed alcuni genitori, una severa sanzione disciplinare, poi adottata, nei confronti dei due ragazzi.
Ecco, questa è la reazione che deve tenersi in casi del genere. Indubbiamente la prevenzione nelle scuole è molto importante, e dovrà essere condotta con rigore e incisività ancora maggiori di quanto fatto sino ad oggi. Ma, accanto alla prevenzione, all’opera di informazione e di sensibilizzazione nei riguardi degli studenti e delle loro famiglie, sono fondamentali la vigilanza assidua in tutti gli ambienti scolastici e la fermezza nel reprimere ogni episodio in cui venga accertata la presenza di sostanze stupefacenti dentro le scuole. In un momento storico in cui la droga è dappertutto e comincia ad entrare anche nelle scuole medie inferiori, in cui l’età di avvio alle sostanze si colloca intorno agli 11-12 anni, in cui i prezzi delle varie sostanze sono alla portata di tutti, in cui è venuta meno anche sul piano scientifico ogni distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti, solo in questo modo si possono tutelare i ragazzi affidati all’istituzione scolastiche. Sì, perché la scuola deve garantire ai ragazzi ed alle loro famiglie una guerra intransigente contro la droga, senza sconti per nessuno, magari per quel falso buonismo che, in buona sostanza, è una rinunzia a battersi e che cerca di far passare per normale non solo l’uso, ma anche il microspaccio di sostanze.
L’altra strada, ancora purtroppo praticata in molte scuole, è quella di rifiutarsi di vedere, di sentire, di capire, nell’intento e nell’illusione di salvaguardare il c.d. buon nome dell’istituto scolastico. E’ un atteggiamento non solo ipocrita (il buon nome della scuola, infatti, si tutela affrontando a viso aperto la battaglia contro la droga e contro l’alcol), ma anche irresponsabile. In una scuola professionale della nostra provincia un preside, a forza di guardare da un’altra parte, di avvisare preventivamente gli studenti dell’arrivo della Guardia di Finanza con i cani antidroga, di omettere qualsiasi controllo, si è trovato una ragazza di sedici anni in coma nei bagni per una overdose di eroina.
Voglio concludere con un appello, raccogliendo le indicazioni che mi sono pervenute in tante scuole in cui sono stato a fare assemblee con gli studenti ed il corpo docenti: l’Ufficio Scolatico Provinciale e Regionale non si preoccupi solamente delle graduatorie del personale docente e non docente, dei trasferimenti, delle cattedre, delle supplenze, ma scenda seriamente in campo a tutela dei ragazzi contro la droga ed inizi a formare tutti gli operatori su un’emergenza sociale e sanitaria sempre più dilagante.
*avvocato e presidente dell’associazione Onlus “Con Nicola oltre il deserto di indifferenza”
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magari bastasse la vigilanza nelle scuole! Ci vuole maggior attenzione all’educazione dei nostri figli…bisogna aiutarli a capire che il dono più grande che abbiamo ricevuto è la vita! Che la libertà non ha prezzo…e che se si vuol essere liberi non si può dipendere da una sostanza, una siringa! Il lavoro da fare è molto più impegnativo rispetto a quello di una vigilanza serrata! Educare i propri figli è un compito importante a cui molti adulti hanno rinunciato!
Condivido pienamente sia l’articolo che la sig.a Maria.
Genitore deriva dal latino genitus, participio passato di gignere, cioè “generare”
E se abbiamo “generato” un figlio drogato e/o violento, la colpa è prima di tutto nostra perchè non abbiamo saputo metterci in discussione come genitore, non ci siamo fatti aiutare dove non riuscivamo da soli… non li abbiamo amati abbastanza per dedicare noi stessi a loro.
Ma i genitori del 2000 sono presi soprattutto da “se stessi” e non hanno tempo e voglia di dedicarsi ai propri figli, sebbene sono il frutto di un amore, il proseguimento di noi stessi, lo “specchio” di quello che siamo noi.
I figli vengono da noi e noi siamo in loro.
Non è detto che questo compito riesca sempre bene per mille e mille motivi ma, almeno, impegniamoci a farlo meglio possibile.
Liana Paciaroni
Bravo Peppe Bommarito, continua con il tuo impegno civile e spero che tanti ti seguano. Fin d’ora ti do la mia piena disponibilità. Condivido pienamente le cose che dici ed è vero che occorre una maggiore assunzione di responsabilità da parte di tutti, non solo da parte delle istituzioni, ma anche da parte dei semplici cittadini. Sulla scuola bisogna vigilare come su tutti gli spazi frequentati dai giovani. Guardate ad esempio quei locali privati dove spesso il fine settimana i ragazzi si ritrovano prima di andare in discoteca. Locali privati dove gli alcolici costano meno e dove quindi possono permettersi un bicchierino in piu’ e da li allo spinello il passo è breve. A macerata,come in altre città, tutti ne parlano sottovoce, ma nessuno interviene. Le forze dell’ordine non riescono, non ne hanno purtroppo i mezzi, ad essere presenti ovunque. I cittadini pero’ vedono e quando non denunciano o segnalano si comportano alla stessa stregua di chi collabora allo spaccio. Purtroppo dalla gente il problema droga è visto come un problema degli altri e quando diventa un problema proprio cerca di tenerlo nascosto finchè esplode.
Nel primo caso non è assolutamente solo un problema degli altri, ma della società e se non cerchiamo di contrastarlo saremo sempre piu’ colpiti almeno dai fenomeni collaterali, furti,scippi,rischio che un nostro caro venga avvicinato…
Nel secondo caso il non tenerlo nascosto e rivolgersi subito a chi puo’ in qualche modo aiutare spesso consente una operazione di recupero.
Molti perbenisti buttano la colpa sui genitori, ma non è cosi’, almeno non è piu’ cosi’.
Ricordo ,anni fa in un convegno,un intervento accalorato di don Gelmini.Diceva di fare attenzione perchè la situazione era cambiata,la droga non colpiva piu’ le situazioni di disagio,ma colpiva in tutte le situazioni,figli trascurati e figli amati,famiglie povere e famiglie ricche. Evidenziava come una volta l’educazione veniva solo dai genitori e dalla scuola ed invece ora i messaggi,sia positivi che negativi,arrivano da tutti gli ambienti,da tutti i mezzi di comunicazione,dall’esempio dei grandi personaggi che da questi mezzi sono messi in evidenza.
Carissimo Peppe, non voglio dilungarmi oltre in questa sede, sappi che sono a tua disposizione.
Peppe Marcolini
Non solo i genitori e la scuola ….. tutta la società deve impegnarsi in questa lotta. i giovani sono il nostro futuro!!!!!! Un GRAZIE all’avv Bommarito per tutto quello che sta facendo: E’ davvero una persona speciale.!!!!!