Sferisterio, prospettive e interrogativi
Malgrande: “Manca un progetto culturale”
Calafati: “Il giocattolo sta per rompersi”

IL CONVEGNO - L'assessore regionale Marcolini conferma il contributo per il SOF 2011. Il sindaco Carancini: "E' bene che la città non si faccia del male insinuando che sia un carrozzone"

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In platea il rettore Luigi Lacchè e il presidente della Camera di Commercio Giuliano Bianchi

di  Alessandra Pierini

Chissà se i cento consorti nel momento in cui decisero di costruire un monumento “a ornamento della città e a diletto pubblico” si interrogarono sul suo futuro, sulle prospettive che avrebbe offerto alla città e su un progetto che ne motivasse la costruzione? Interrogativi che oggi, a distanza di 180 anni, in questo particolare periodo storico, sono inevitabili. L’occasione per parlare di Sferisterio è stato il convegno “Macerata e lo Sferisterio, prospettive per la rassegna lirica maceratese” organizzato dalla Camera di Commercio di Macerata e dall’associazione culturale Spes, la cui presidente Paola Ballesi ha assunto il ruolo di moderatrice. Un convegno a due facce che ha visto nella prima parte gli interventi dei rappresentanti delle istituzioni volti a sottolineare l’importanza dello Sferisterio per l’economia territoriale e la necessità di unire le forze in un progetto culturale per far fronte ai tagli nazionali e nella seconda parte i tecnici, gli esperti dei settori artistico ed economico che hanno fatto emergere, con forza,  problematiche e scelte sbagliate.

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Maurizio Roi, vice presidente Agis

Punto di rottura tra le due fasi, di tono completamente diverso, l’accorato intervento di Franco Malgrande, direttore tecnico del Teatro alla Scala di Milano, che ha fatto saltare ogni retorica: «Non mi sembra, come ho sentito dire questa mattina che tutto vada bene, i problemi ci sono e in questo contesto dovrebbero emergere. Ho i miei dubbi sulla qualità delle opere, la scelta di ruoli e incarichi è sempre stata fatta dopo una valutazione sulle persone e non in base a un progetto culturale per il quale scegliere la persona giusta. Dagli anni ’70 ad oggi, lo Sferisterio non ha creato assolutamente niente ed ogni anno si sta lì a pensare se vale la pena rifare la stagione. Negli anni ’80 addirittura si votava in consiglio comunale due mesi prima dell’inizio.»

Malgrande ha dato anche la sua ricetta: «Iniziamo a non far chiudere i ristoranti durante la stagione, a organizzare delle notti bianche, a creare un centro di coordinamento regionale che eviti che ci siano 3 orchestre in una regione così piccola. Interroghiamoci sui titoli proposti, è stato fatto qualcosa di diverso ma non possiamo cadere dalle nuvole se la gente non è venuta, gli sponsor vanno gestiti in un certo modo. Io devo tutto allo Sferisterio e a Carlo Perucci, sono partito da Piediripa e ho girato i teatri del mondo ma penso che dire che va tutto bene sia inutile.»

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Il maceratese Franco Malagrande, direttore tecnico alla Scala di Milano

Molto duro anche l’intervento di Antonio Calafati, docente universitario ed economista, che, apparso deluso e demotivato, se l’è presa con quanto affermato dal  primo cittadino in merito all’impatto del Sof sul territorio: «Io non sono politicamente corretto ma oggi mi tocca sentire che lo Sferisterio ha il 40 % di ricaduta sul territorio e che c’è una gestione straordinaria che a mesi dalla fine della stagione non conosce ancora il disavanzo. Lo Sferisterio è stato il giocattolo di parte della comunità ma è un giocattolo che sta per rompersi.» Calafati. Come è nel suo stile, ne ha per tutti e passa in rassegna tutte le fonti di reddito: «I contributi regionali vengono dati a prescindere, senza riconoscere il valore identitario, in passato avevate scelto persino un distributore di acque minerali come sponsor, i biglietti sono in calo e le donazioni unilaterali non ci sono. Altro punto focale è quello delle sinergie che lo Sferisterio può attivare in un progetto globale ma voi non avete un progetto culturale. Volete diventare città della cultura in un momento in cui lo stanno facendo tutti, in una fase in cui anche Firenze soffre e si interroga in maniera sofisticata su come migliorare l’impatto economico a fronte di una concorrenza spietata.  »

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Ermanno Calzolaio e Bruno Mandrelli

Il convegno era iniziato con l’assessore regionale Pietro Marcolini che, nonostante i tagli nazionali,  ha confermato  il contributo regionale al Sof per il 2011: «Dobbiamo concentrare le risorse su obiettivi qualificati per vedere i risultati. Ad esempio per i festeggiamenti per Padre Matteo Ricci abbiamo speso 8 milioni di euro ma a Macao e Shangai ci hanno manifestato la disponibilità ad acquistare, non scarpe ma produzioni musicali.» Romano Carancini, sindaco di Macerata ha segnalato l’inadeguatezza dello statuto dell’associazione Sferisterio e ha sottolineato come il valore della produzione si ribalta per il 40% sul territorio. «Sono orgoglioso di essere presidente di una struttura tecnica, amministrativa, gestionale e artistica di prim’ordine. E’ bene che la città non si faccia del male insinuando che lo Sferisterio è un carrozzone.» Tiziana Tombesi, sub commissario provinciale ha annunciato la realizazione nel cine-teatro Italia  di un collegamento con tutti i teatri del mondo che permetterà di  trasmettere in diretta spettacoli dal resto del mondo.
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Si è poi passati a discutere l’aspetto artistico con Maurizio Roi, vice presidente dell’Associazione Generale Italiana dello Spettacolo( «Il programma del Sof 2011 è stato stilato senza sapere quanti fondi si hanno a disposizione, non è questa la dimensione giusta per operare. Serve la regionalizzazione del Fondo Unico per lo Spettacolo e una riorganizzazione della produzione culturale, consapevoli che il privato non può sempre risolvere i problemi»), Franco Malagrande e Ermanno Calzolaio, critico e membro del cda dello Sferisterio («Il Sof è un’occasione percepita come un peso e facciamo poco per diffondere la cultura musicale e la coscienza anche tra i giovani.»).
E’ stato Antonio Calafati ad aprire la sezione dedicata all’aspetto economico per poi lasciare spazio a Lauro Costa, vicepresidente della Banca delle Marche («Da 18 anni sponsorizziamo il volley e abbiamo creato una vera cultura pallavolistica mentre la nostra società cresce senza una cultura della musica») e Manuel Seri, avvocato tributarista che ha affrontato gli aspetti fiscali legati ai contributi.
Presenti nella sala gremita il senatore Alessandro Forlani, il rettore Luigi Lacchè, la preside della facoltà di economia Antonella Paolini, il direttore generale della Form Tiberi,  professionisti del settore  e  rappresentanti dei vari schieramenti partitici cittadini.

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Romano Carancini e Bruno Mandrelli

Tra questi anche Giulio Silenzi che ha partecipato al dibattito: «Si fa un gran parlare ma mancano i fatti concreti, si riparte sempre da capo e da dati che dovrebbero ormai essere acquisiti. Sono sbalordito dal fatto che nel 2007 e 2008 abbiamo fatto un’esperienza straordinaria chiudendo con 200.000 euro di avanzo. Lì stanno le linee del futuro e tutto ciò che serve, invece si ricomincia da capo. La capacità di governo si vede nella chiusura in pareggio, se torniamo a disavanzi di 500.000 euro che qualcuno pagherà non è possibile guardare avanti.»
Bruno Mandrelli, segretario comunale del Pd che sta intanto lavorando per organizzare un’altra occasione di confronto, ha invitato ad evitare due logiche errate: «Non possiamo ripartire ogni volta come se fosse l’anno zero ed evitiamo anche di ripartire sempre da un anno scelto a caso a seconda delle occasioni. Abbiamo 45 anni di memoria storica e dobbiamo considerarla. Certo è che gli aspetti manageriali e tecnici vanno staccati dalla politica.»  Sono poi intervenuti anche Pierpaolo Simonelli Paccacerqua de “La Destra” maceratese («Lo Sferisterio è malato grave, patologico, dobbiamo trovare la medicina »), l’assessore alla scuola Stefania Monteverde («Abbiamo in cantiere 4 progetti per la lirica. E’ un lavoro sotterraneo fatto con le risorse comunali, se avessimo 800.000 euro come il volley le cose sarebbero diverse») e Mario Cognini, maceratese che vive a Verona, opera nello spettacolo e genero di Carlo Perucci che ha richiamato l’attenzione su aspetti tecnici: «Anche Verona perde colpi, bisogna perciò ripensare il settore. A Macerata si parla di festival  ma allora bisogna anche inserire musical e balletti oltre alle opere. La programmazione delle date è pessima, la stagione si svolge proprio nella settimana di luglio che viene svenduta dalle agenzie viaggi e mi pare singolare fare un’opera al Lauro Rossi, il cui risultato economico non può che essere negativo.»

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Pietro Marcolini, Romano Carancini e Tiziana Tombesi

I problemi, le opinioni e  le soluzioni si accavallano, gli interrogativi aumentano ma la passione di molti interventi fa emergere la volontà di dare un futuro al Sof, ottimo punto di partenza per qualsiasi azione. La ricetta salva Sferisterio dovrà poi per forza contenere il confronto, l’apertura verso le esperienze già maturate, la consapevolezza che i frutti dell’operazione non potranno essere raccolti nel tempo che passa tra un’elezione e l’altra, la disponibilità a riflettere sui pareri critici e a rivedere l’organizzazione.
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«Da 2 mesi il cda dello Sferisterio è ostaggio della selezione della società che seguirà il marketing come se il problema dello Sferisterio fosse fare il depliant della stagione» lo ha detto questa mattina Ermanno Calzolaio del cda dell’associazione Sferisterio. Il vuoto sarà colmato presto. Lunedì infatti scade il termine ultimo per la presentazione dei progetti da parte dei soggetti che hanno manifestato interesse a prendersi cura di marketing e comunicazione del Sof. saranno cinque le agenzie maceratesi partecipanti: la Mirus che si è occupata dello stesso compito lo scorso anno, la Bert, Eventi Differenti, Esserci Comunicazione e Katia Piccioni.

(foto di Guido Picchio)



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