Anna Brandoni, la vigilessa che il 27 gennaio scorso sparò contro il vicino di casa Vitangelo Lisei era “incapace di intendere e di volere” al momento dei fatti. E’ questa la conclusione della perizia di parte firmata dal professor Mario Ricci Messori e di quella tecnica affidata dal Gup al professor Mario Pannain.
Le due relazioni sono state presentate oggi nell’udienza del processo a carico della vigilessa di 55 anni di Recanati che in piazzale Europa esplose due colpi di pistola contro il vicino andati a vuoto. Secondo il difensore della Brandoni, l’avvocato Paolo Tartuferi, l’esito delle perizie comporta automaticamente “un totale difetto di imputabilità”.
In questo modo la donna sarebbe assolta e affidata a una comunità terapeutica dove potrà essere curata. La decisione del giudice arriverà nei prossimi giorni.
Dal giorno in cui si verificarono i fatti, la vigilessa è rinchiusa nel carcere di Camerino e si trova in cura nel reparto psichiatrico dell’ospedale di Civitanova.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
quindi se la vigilessa è/era incapace di intendere e di volere vuol dire che c’è una grossa responsabilità da parte del responsabile della sicurezza (=datore di lavoro, =dirigente-superiore) e del medico del lavoro competente che ne ha dichiarato l’idoneità al lavoro e ne ha monitorato lo stato di salute (anti-droga, anti-alcool, stress psicofisico, etc). perchè voglio sperare che qualche analisi o controllo sia stato fatto prima di mettere una pistola in mano alla lavoratrice
avit ottima osservazione, ma tanto finirà come al solito, il tutto verrò visto come il piccolo errore di una menomata mentale che poverina non intendeva fare nel modo più assoluto, senza pensare a chi ha reso possibile l’accadimento di tutto questo.
Durante una discussione condominiale la vigilessa estrae la pistola e spara contro un uomo: sicuramente la pazzia e la noncuranza nei confronti della vita umana altrui regnano sovrane in questa povera disgraziata, non si può dire che era incapace di intendere e di volere. Ho maneggiato pistole e solo per puntarne una, anche se scarica, contro una persona ce ne vuole di coraggio…
In assenza di una ricostruzione certadel fatto e, soprattutto dell’antefatto, preferisco attenermi al giudizio degli esperti. Se la vigile ha bisogno di cure è opportuno che sia curata. Del resto prima d’allora sembra fosse stata una brava persona, per cui è auspicabile che la cura e non certo il carcere ce la ridiano in salute, anche mentale.