In seguito alla pubblicazione dell’articolo “Duello nella chiesa/ Preti contro frati/ “Ci rubano i fedeli” firmato da Mauro Montali e apparso su “La Stampa”, Padre Alberto Maggi e Padre Ricardo Perez Marquez sono stati convocati, ieri pomeriggio, dal Vescovo della Diocesi di Macerata Claudio Giuliodori nelle sale della Curia. La notizia dell’incontro, al quale ha partecipato anche il priore provinciale dei Servi di Maria frate Cesare Antonelli, è trapelata in città nonostante il rigoroso riserbo mantenuto dalle fonti ufficiali, sia alla Curia maceratese che a Montefano, le quali, contattate da noi, si sono trincerate dietro un assoluto silenzio, senza confermare né smentire l’evento, per cui non siamo in grado di riferire nulla sullo svolgimento e sull’esito di questo importante contatto (lo stesso nome del priore provinciale l’abbiamo dovuto ricavare da Internet), il primo, a quanto pare – fra due diverse posizioni che negli ultimi tempi hanno fatto molto discutere, suscitando il dibattito tra i fedeli anche sulle pagine di Cronache Maceratesi.
I due frati, che hanno fondato a Montefano il Centro Studi Biblici, organizzano ogni mese incontri volti a spiegare il Vangelo con termini semplici e immediati. Nel corso della festa del patrono di Montefano il Vescovo si è pronunciato contro le omelie dei frati e in città era già stata organizzata una raccolta di firme contro i Servi di Maria la quale non aveva raccolto un gran numero di adesioni. In seguito alla presa di posizione di Monsignor Giuliodori, la questione era stata affrontata dal giornale nazionale. Risposta immediata della Curia è stata la convocazione dei frati per chiarire la situazione.
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Maldestro tentativo, da parte del vescovo, di riguadagnare punti agli occhi delle gerarchie vaticane.
Poichè sembrerebbe che le quotzioni del vescovo, dentro i centri di potere vaticani, siano in discesa (visto che il protettore sembrerebbe poter oramai proteggere poco in quanto, sembrerebbe, caduto in una sorta di limbo) ecco questo tentativo di mostrarsi “più realista del re”.
Facendo vedere i muscoli (dell’ortodossia) il vescovo vuole, in realtà, colpire l’attenzione di chi, a Roma (e non sono pochi), sarebbe tutto contento di riportare a chiesa al medioevo e cancellare anche quel poco di buono che è rimasto del Concilio Vaticano II.
Quindi, in realtà, della questio di Montefano al vescovo interessa poco in termini generali, ma gli interessa molto ora solo in funzione pubblicitaria.
Non la penso come Cerasi, anzi direi che, sia pure in ritardo, ha prevalso il buon senso. Niente di meglio che un franco dialogo, convocato nel rispetto delle regole per fare chiarezza e sgombrare il campo da equivoci. La Chiesa non è composta da partiti ma da un unico corpo unito nel suo unico capo, Cristo.
Mmmmm avrei molto da ridire sul “corpo unito”….
La Chiesa è fatta di uomini con tutti i propri limiti e difetti e quindi in grado di sbagliare in maniera più o meno importante.
E Cristo non è un capo (se potesse intervenire farebbe sparire tante cose anche nella Chiesa) ma un punto di riferimento fatto solo di amore infinito.
Per il resto sono d’accordo col Sig.Cerasi: anche stavolta il vescovo deve più apparire che intervenire
Naturalmente mi riferivo alla Chiesa come corpo mistico di Cristo, in cui “molte sono le membra ma uno solo il Capo”