E’ terminata il 31 luglio la gestione del Caffè Venanzetti affidata a Giuseppe Balestra, il quale ha deciso di non rinnovarla a solo un anno dal suo inizio. Ora c’è solo un foglio bianco all’ingresso con la scritta “Chiuso”. All’interno c’è solo il buio e anche le sedie che in questi anni hanno arredato la Galleria Scipioni sono ora desolatamente ammucchiate in un angolo.
L’unica salvezza per il Caffè sarà trovare degli imprenditori disposti a riaprirlo e a riprenderne la gestione. Interviene sulla questione Marco Guzzini, consigliere del Pdl del Comune di Macerata.
“Cari cittadini maceratesi,
Da sempre l’uomo traduce in opere concrete la propria creativita’ ed il proprio talento. Da sempre l’uomo ha espresso nell’arte i propro valori,i propri sogni, la propria storia. Ogni citta’ cosi ha l’onore di custodire patrimoni immensi che nobilitano la sua immagine e che sviluppano nei cittadini un sempre maggior attaccamento alla storia ed alle tradizioni. Macerata ed i maceratesi hanno nel corso del tempo goduto di questo privilegio. La nostra citta’ ha visto sorgere nella sua gloriosa storia opere d’arte di valore inestimabile. Tra i numerosi esempi spiccano l’arena sferisterio, il teatro lauro rossi, palazzo ricci, palazzo buonaccorsi. Tra i numerosi esempi spicca il caffe’ venanzetti, lo storico “salotto buono della citta” che ha segnato e contradistinto la vita sociale e culturale della macerata del ‘900. Nel corso degli ultimi cinquant’anni lo sviluppo della citta’ e la crescita del venanzetti sono andati di pari passo.
Riunioni di lavoro, incontri politici , manifestazioni culturali, luogo di incontro per gli universitari e per i giovani della citta’ . Tanti sono sati i momenti in cui i maceratesi hanno visto nel Venanzetti un luogo accogliente, ricco di stile e qualita’. Oggi e’ il Venanzetti stesso ad avere bisogno dell’aiuto della citta’. Dopo anni di gestioni eccellenti oggi il destino del locale e’ appeso ad un filo. Negli ultimi anni il centro storico di Macerata ha sempre piu’ diminuito il suo normale afflusso quotidiano e le gestioni che si sono susseguite alla guida del locale hanno avuto un breve impatto sul territorio. Per questi motivi il rischio di vedere nei prossimi giorni ,nei prossimi mesi e nei prossimi anni il Venanzetti chiuso cresce sempre di piu’. Non possiamo correre questo rischio. Macerata non puo’ correre questo rischio. Ecco perche’rivolgo questo mio appello alle istituzioni locali, al Sindaco di Macerata Romano Carancini, alla giunta comunale ed al commissario della Provincia Sandro Calvosa affinche’ nei prossimi giorni si impegnino a creare un tavolo di trattative con l’attuale proprieta’ del locale e verificare lo stato dello situazione. Rivolgo il mio appello anche agli istitutti di credito, alle associazioni di categoria ed agli imprenditori locali affinche mettano la loro disponibilta’ in termini di risorse umane e finanziare per sostenere una futura nuova gestione del locale. Potrebbe apparire singolare che a rivolgere questo appello alla cittadinanza sia un ragazzo di 23 anni. E’ pero’ mia netta convinzione che spetti proprio a noi, alle nuove generazioni, il ruolo di salvaguardare e difendere i nostri valori e le nostre eccellenze, traendo da cio’ un ulteriore aiuto per sostenere le sfide del futuro. Un modo importante e decisivo per dirsi ancor di piu’ cittadini maceratesi.”
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è un vero peccato che chiuda un bar cosi bello e storico a macerata certo voi politici adesso ve ne state accorgendo ma proprio voi siete stati i primi a snobbare questo bellisimo bar e fargli concorrenza facendo tutte le vostre conferenze i presentazioni nel bar poco distante che adesso va per la maggiore
Non vedo quale sia il problema.Un’attivitai chbiude perche’ non produce reddito e accumula debiti.
Where is the problem?
D’altronde gli assassini del centro sono stati i politici che dicono di governarfe la citta’ per il bene del popolo..Ci sono altri bar in centro non vedo quale sia il problema…..agireste cosi con tutte le attivita’ che chiudono?
E’ vero di per se la chiusura di una attività commerciale non e’ una tragedia perché risponde alle regole del mercato che dovrebbe premiare i migliori a vantaggio dello sviluppo e degli utenti. Ci sono pero ‘ attività e luoghi che per la loro storia e le loro caratteristiche possono assumere un valore che va al di la di quello mercantile e credo che il bar Venanzetti possa , senza troppa enfasi, rientrare fra questi. E’ lo dico senza essere stato un suo assiduo frequentatore. Ma l’evento diventa ancora più significativo se collocato nel processo di progressivo “svuotamento” del centro storico. Certo non ce ne accorgiamo ora ma questo può diventare un altro simbolo insieme al buco nero dell’ex UPIM . Non possiamo rassegnarci a pensare che i nostri panorami urbani possano essere solo quelli delle periferie anonime , a dir poco, e dei centri commerciali. Bisogna riportare la gente a vivere nei centri storici che raccontano appunto la nostra cultura e stili di vita più sostenibili. A quel punto anche un Venanzetti potrebbe chiudere senza tante tragedie!
strano…in fondo macerata è così viva e ricca di iniziative per i giovani e meno giovani…in confronto a macerata il deserto del sahara sembra riccione a ferragosto…
Finche non cambiera’ la cultura politica e non solo macerata sara piu vuota del deserto del sahara.Io ho abbandonato Macerata e l’Italia.
Non sappiamo amministrarci.
La politica e altro e’ fatta di conoscenze e non di meritocrazia.
Egoismo totalenella nostra citta;
I politici e la chiesa vuole auesto e che questo sia ma senza lamentarci.Macerata e’ entrata in coma 20 anni fa e morta 10 anni fa me nessuno sembra essersene accorto.
A Macerata si e’ bravi se si anno i soldi altrimenti non sei nessuno.
Ma questo non e’ vero anzi tutto il con
contrario.Se non soffri non vivi se non fai esperienza non conosci ecc ecc.
Viva il deserto del sahara.
Viva chi amministra lo sferisterio e lo usa per 12 giorni all’anno.
Solo questo dovrebbe far capire alla gente che chi gestsce la nostra citta’ e’ solo un egoista e se ne frega del popolo.
Senza dubbio un altro pezzo di storia di Macerata che si sgretola….. Non vivo piu’ a Macerata da tempo, la vita mi ha condotto altrove, ma sono cresciuto davanti a Venanzetti, da bambino abitavo al n. 30 di via Gramsci….. E quando sono cresciuto ho respirato le varie trasformazioni del bar, fino ai nostri giorni…. Non si tratta di un’attivita’ commerciale qualsiasi, ma di tanta tanta vita vissuta da me e da tanti amici.
Spero che qualcuno abbia il coraggio di investire in un rinnovato Venanzetti.
sono in accordo con lei Fabio, ma io non voglio fare la fine di quelle poche piante desertiche che hanno trasformato le proprie foglie in spine e a cui manca oramai poco per morire…
….la nostra città non si merita questo destino, non si merita la classe dirigente che ha. Dove sono tutti i politici e i benpensanti che in campagna elettorale dispensavano ricette e promesse?
Il Venanzetti ha avuto una storia tragica dall’inizio.
I lavori si protrassero molto di più del previsto e quando aprì (con molti mesi di ritardo, mentre gli interessi in banca correvano) venne subito impallinato dal’allora amministrazione.
Amministrazione che, senza parcheggi a supporto e senza una precisa strategia, blindò il Centro Storico la sera (sguinzagliando i vigili a fare le multe) impedendo alle macchine di accedervi… Essendo inverno, di sicuro, in molti scelsero altre mete con più facili parcheggi.
Non a caso se andavi al Simoncini, dopocena, se trovavi 5 clienti era grasso che colava…. 5 clienti per un locale che proprio del dopocena avrebbe dovuto fare il suo punto di forza.
Dopodichè un pò perchè sono cambiater le abitudini, un pò perchè la gente rispetto a 15 anni fa gira e si muove di più, un pò perchè gli universitari residenti sono paurosamente calati rispetto a 20 anni fa, un pò perchè è difficile risalire la china con una montagna di debiti sulle spalle il Simoncini, nonostante le tante belle iniziatuive che si sono succedute negli anni, non è più riuscito ad ingranare….
E chi si è succeduto, dopo la gentione Simoncini, non è riuscito (o non ha saputo) invertire la tendenza nonostaante l’impegno profuso.
Non comprendo quindi la non-chiarissima richiesta del Guzzini…. Dove bisognerebbe andare a parare?
Se un’attività non va più, non va più: come dovrebbe essere aiutata?
E soprattutto perchè aiutare “questa” attività e non un’altra? Perchè il locale è carino? Storico? Fico?
è stato un vero peccato scoprire che ogni govedì sera veniva utilizzato per concerti o roba del genere. Il venerdì trovavi ancora le tracce (vomito e scritte di tutti i generi) sotto le colonne. Me lo ricordavo come il posto più in di macerata, una sala da the, di lettura. Insomma credo sia stato sufficientemente oltraggiato ed ora resta solo che seppellirlo… Mi spiace tutto
Fabio marcelli chiunque tu sia hai ragione la 100 per cento, dal fatto che è giusto che chiuda la fatto che i politici hanno assassinato il centro, e che se un altra attività chiuda nessuno se ne frega… l’intervento che avrei fatto io… appoggio… ^_^
La cosa che più mi rattrista, è che anche in questi interventi emerge il totale menefreghismo dei maceratesi nella lenta agonia in cui versa la città. Ma quale giovane rimarrà a Macerata tra qualche anno, se si va avanti di questo passo?
I tempi sono cambiati e per rinvigorire Macerata, si ha bisogno di un centro che fa manifestazioni e che offra locali per divertirsi e stare in compagnia, cioè l’esatto contrario di ciò che avviene oggi!
C’è posto e posto per certe manifestazioni e il Venanzetti non era sicuramente il locale adatto! E’ come mettere la cravatta a un porco!!! se questo è menefreghismo…
Se per lei rinvigorire macerata significa questo, allora se lo prenda in gestione…
Salve sono in accordo con il signor Renna e non comprendo, altresì l’intervento dei Giovannetti: come può un locale configurarsi idoneo o meno per “certe manifestazioni?”…non spetta al singolo o alla minoranza (che comunque deve essere sempre tutelata) sancire l’inadeguatezza o meno di un locale. Si tratta invece di una decisione partecipata e condivisa. Mi spiego meglio con un esempio: il Venanzetti negli ultimi anni rappresentava un centro di aggregazione (il giovedì universitario) per i ragazzi di macerata e provincia, ma allo stesso tempo molteplici erano le lamentele dei residenti stufi dei disagi (il livello della musica, il vomito etc). Mi chiedo perchè mai nessun politico o presunto tale non abbia mai proposto una ricerca qualitativa su un campione di maceratesi per evincere un parere, un’opinione diffusa sulla questione e, in caso, cercare alternative, spostando la movida del giovedì.
Non è tanto il fatto che un locale chiuda, quanto piuttosto è la mancanza di alternative che spaventa…
In tutte queste analisi sul “decadimento” del Centro Storico maceratese si elude sempre di vedere come, negli ultimi 20-25 anni, si sia profondamente modificata la realtà territoriale.
Una venticinquaina di anni fa è cominciato il lento spopolamento del Centro Storico, tanto che i maceratesi residenti all’epoca erano circa 4.000, ed ora ne sono rimasti supper giù la metà (ed in largha parte persone anziane, cioè coloro che difficilmente vivono la città fino alle ore ipiccole).
All’inizio (dal 1980 in poi) lo svuotamente venne sentito poco poichè c’era il corri-corri a ristrutturare gli appartamenti del Centro per affittarli (spesso in nero con la scusa del comodato gratuito) agli studenti universitari.
Non a caso non era raro che ragazzi di Ancona, Ascoli, San Benedetto (per restare dalle nostre parti), perfino di Civitanova e Porto Potenza prendevano casa a Macerata per seguire le lezioni universitarie.
Per non parlare poi della colonia dei greci o le altrettante numerose colonie pugliesi…. E c’era anche la Scuola Addestramento dell’Areonautica che (sebbene non la sera tardi) portava giovani militari a rpequentare bar, pizzerie, ristoranti….
La crisi si è cominciat a sentire verso il 1992-1995 quando il numero degli studenti (non maceratesi) residenti è sceso vertiginosamente (anche per colpa dell’imbecillità universitaria che ha decentrato fuori città molti corsi di studio) e sono cominciati a mancare anche i greci ed i pugliesi…. La chiusura della Saram ha fatto il resto.
A questa mancaza di studenti (cioè di un bel mucchio di denari perchè gli studenti spendevano e frequentavano la città) si è intrecciato almeno 2 altri fattori.
L’esplosione dei centri commerciali e l’aumento di mobilità delle persone.
Con alti e bassi (ma più alti che bassi) dal dopoguerra fino algli inizi degli anni ’90 del secolo scorso Macerata (anche se non era molto diversa da oggi, sia sotto il profilo culturale che di iniziative) era il centro della Provincia, la città dove c’erano un mucchio di negozi, la città che era facile raggiungere (dalle molte cittadine/paesi del circondario).
Dalle città intorno (Treia, Appignano, Monteccassiano, Pollenza, ecc.) ogni giorno (ed ogni fine settimana) si riversavano su Macerata migliaia di persone/studenti.. E lo stesso avveniva dalle nostre frazioni e dai quartieri cittadini più periferici.
All’inizio degli anni ’80 fare una vasca per il Corso della Repubblica, dopo le 18 di sera, ci si impiegava un mucchio di tempo, tanto era affollato: oggi ci potresti guidare l’auto ad occhi bendati che difficilmente cozzeresti contro qualcuno.
Negli ultimi 15 anni si sono moltiplicate le pizzerie, i bar, i luoghi di ritrovo, i negozi ed è aumentata la possibilità di spostamento.
Quindi 25 anni fa (da Macerata e dalle cittadne intorno) andare a Civitanova (non in spiaggia d’estate) era un qualcosa di eccezionale, oggi è la regola.
25 anni fa se volevi divertirti, la sera, le possibilità erano poche: o andavi a macerata oppure restavi al baretto (spesso anonimo e sfigato) sotto casa tua, al circolo del paese o andavi al cinema a vedere film che (a Macerata) erano già passati mesi prima….
Qui si continua a discutere su Macerata (ma più in generale sullo spopolamento dei Centri Storici) avendo in testa un modello socioeconomico che non esiste più.
Quindi si fanno considerazioni e ragionamenti, spesso, che non hanno più attinenza con la realtà storica.
20 anni fa se volevi andare al pub ce ne erano 6-7 in tutta la Provincia: adesso tra pub, locali alla moda, maretti vari e blu lagoon ce ne sarnanno, in Provincia, almeno 150-200
quindi si ha più scelta.
Prima scelta non c’era, c’era solo Macerata o il vuoto attorno.
In questi ultimi 25 anni quel vuoto è stato riempito.
Ma se si continua a ragionare avendo in testa un modello di sviluppo che non eiste più non si comprende appieno la realtà della situaizone.
.. giovani, giovani.. io ho 50 anni e mi sento più giovane dei cosiddetti giovani.. il problema è che il centro storico di macerata si sta svuotando.. le attività commerciali non ce la fanno più ad andare avanti (provate a chiedere quanto pagava di affitto il ghiotto mariotto in piazza mazzini.. e poi mancano anche locali per gente della mia età che vorrebbero uscire la sera e sedersi da qualche parte ad ascoltare buona musica e non quel frastuono infernale che esce dalle casse di qualche bar.. venanzetti è stato un locale mitico per quelli della mia generazione ma purtoppo quel tipo di vita è finito.. centri commerciali dovunque, gente che abita in palazzoni enormi di periferia senza conoscersi,.. il problema è enorme e dubito sia facilmente risolvibile…
CONCORDO CON QUANTO AFFERMI MENICHELLI, ANCHE PER IL FATTO CHE SIAMO COEANEI. VORREI AGGIUNGERE PERO’ CHE, AL DI LA’ DEL FATTO CHE CI SONO STATE FORSE NEGLI ANNI SCELTE POLITICHE SBAGLIATE, IO PENSO OGGI CHE I PROBLEMI SONO DUE: 1 – I NEGOZIANTI CHE HANNO LA “LAMENTITE” CRONICA, ANCORA ANDIAMO AVANTI CON LA STORIA CHE NON SI TRANSITA IN CENTRO CON LA MACCHINA, ADDIRITTURA QUALCUNO NE AVEVA FATTO TEMA DI CAMPAGNA ELETTORALE, POI PERO’ IN CENTRO CI SONO STRUTTURE COMMERCIALI OBSOLETE SOTTO OGNI PUNTO DI VISTA, IN ALCUNI CASI ANCHE IN QUELLO DELLA CORTESIA: PERCHE’ LA FELTRINELLI HA RIPORTATO UN PO’ DI MOVIMENTO IN CORSO DELLA REPUBBLICA? LE MACCHINE CONTINUANO A NON ENTRARE EPPURE…
2 – I MACERATESI SONO SNOB MA TANTO SNOB E QUINDI USCIRE E ANDARE A CIVITANOVA ALMENO FA TANTO CHIC: UN CONTO DICI AGLI AMICI CHE SEI ANDATO A CITANO’ RICCIONE RIMINI O CHE NE SO, UN CONTE CHE SEI STATO AD UN AVENTO, MAGARI BELLISSIMO, A PIAZZA BATTISTI? ANCHE LO STESSO ABBIGLIAMENTO FA LA DIFFERENZA, NONOSTANTE ABBIAMO NEL CENTRO NEGOZI CON OTTIME MARCHE, DIRE CHE SI E’ ANDATI A FARE SPESE FUORI MACERATA DA TONO…. PECCATO..
La proprietà non maceratese del prestigioso Bar Venanzetti, ha fatto il possibile per tenerlo in vita. Purtroppo i vari passaggi di gestione non sono stati tanto fortunati, forse ci sarà un’altro tentativo di riapertura, Speriamo che l’Amministrazione Comunale per Via Gramsci sacrifichi qualche posto auto per eventuali tavolini esterni come in antico passato. La Provincia metta mano ad una vera ristrutturazione della Galleria Scipioni, dando alla stessa la possibilità di essere usata con più prestigio anche dai commerciantici esistenti. Cinema Italia, Galleria Scipioni e Bar Venanzetti, come già fatto nella Galleria del Commercio, dovranno essere punti di riferimento del Centro Storico gradevoli da visitare e utilizzare con piacere tutto l’anno.
Condivido con la ricostruzione storica che fa Cerasi e con la considerazione che in realta stiamo discutendo su di un modello di sviluppo che ha modificato luoghi ed abitudini a cui oggi sembriamo guardare più con nostalgia che non con reale prospettiva. Eppure la domanda è proprio questa . quale sarà , o potrà essere, il modello vincente di sviluppo del prossimo futuro ? Quello delle periferie anonime e dei centri commerciali ? E’ questo il futuro che ci aspetta ? Io non credo. Perchè questo futuro non è più sostenibile. Consuma terreno e aria pulita , spreca risorse naturali e getta via enormi quantità di rifiuti . E per di più ci rende sempre meno colti e meno sensibili al gusto estetico e alla qualità architettonica ; un grande vantaggio storico di noi italiani da cui abbiamo tratto quelle capacità di innovazione e design che ci hanno inviadiato per lungo tempo all’estero Quindi non è di Venanzetti che ci deve importare, ma delle condizioni per cui la presenza di luoghi come questo è funzionale ad una qualità di vità più sostenibile e anche più interessante. Quindi dobbiamo essere convinti di questo: il rilancio dei centri cittadini , prima per la gente che ci abita e ci vive e poi per le attività commerciali , non è una battaglia di retroguardia ma una delle cose più moderne ed innovative a cui possiamo dedicarci .
La fotografia sociologica di gianfranco cerasi è perfetta così come vanno aggiunti gli aspetti psicologici citati da macerata59. mi innesto però sul rilancio propositivo di mario iesari che ha parlato di sviluppo sostenibile, termini solitamente utilizzati pensando all’ambiente, al territorio, alle risorse naturali (il recente caso del suap giorgini). la sostenibilità viaggia su tre corsie: ambiente, società ed economia. ecco forse a macerata siamo “ben messi” per le prime due categorie (a parte i mille distinguo che ognuno di noi può fare si può dire che viviamo in un “bell’ambiente” e che ci sono servizi diffusi per diverse categorie sociali) ma non siamo abbastanza attrezzati per comprendere le dinamiche economiche della città. siamo ingessati in un sistema che non favorisce il commercio e l’imprenditorialità (non i faggiolati e i cityper, ma quella piccola, minuscola, di un bar, di un panificio, di uno studio tecnico, di quelli che per intenderci non mandano in cassa integrazione nessuno…), non favorisce il sistema degli affitti (residenze e locali commerciali), non propone concorsi od assunzioni trasparenti in enti pubblici e parapubblici. ora tutto ciò non è ascrivibile alla politica locale ma c’è da dire che da una decina di anni a questa parte non c’è stato mai un segno contro questa tendenza, che non è certo sostenibile
fotografie sociologiche ed analisi microeconomiche (utilissime ad ogni modo) a parte…quali sono le possibili strategie per risolvere la situazione? dove i sono i politici che dovrebbero “sporcarsi le mani” e agire sul campo? dove sono tutti i politici pronti a dare la vita qualche mese fa per la nostra città?
Io non sono un politico e devono essere giustamente loro a passare dalle parole ai fatti però , tanto per dimostrare che non stiamo parlando di cose astratte si potrebbe:
– agevolare il rientro delle coppie giovani sopratutto con figli nel centro cittadino (dentro e fuori le mura) con facilitazioni per fitti e ristrutturazioni
– sviluppare la rete dei servizi alla famiglia che lavora (dagli asili ai parcheggi di lunga sosta)
– sviluppare il sistema di trasporti pubblici e privati sostenibili (bici , bus elettrici e cosi via)
– favorire lo sviluppo delle nuove tecnologie e di nuove forme di organizzazione del lavoro per faciliitare il lavoro a casa ed i servizi on line
– rilanciare il piccolo commercio (oh yes) che crea occupazione, mantiene il presidio del territorio e offre servizi alla comunità
Beh insomma di cose da fare ce ne sarebbero molte . Servono anche soldi ma nascono anche nuove opportunità di lavoro . Dimenticavo nel frattempo chiamerei a raccolta forze sociali ed imprenditoriali per far venire fuori qualche idea per riaprire Venanzetti . Da qualche parte bisogna pur cominciare , per dare un segnale!
@DEl Bianco
Avessi la soluzione, sicura e garantita, per rilanciare i Centri Storici cittadini la registrerei ed avrei risolto i miei problemi economici 🙂
A parte gli scherzi la tendenza della desertificazione, un pò per colpa dei mutamenti sociali un pò per colpa di passate amministrazioni miopi, si può certamente cambiare.
Ma inanzitutto dovremmo essere noi a cambiare e rinunciare ad “andare fuori”, scegliere per la passeggiata il centro commericale o per il gelato l’ultima gelateria aperta chissà dove.
Poi dovrebbero essere i commercianti del centro a cambiare e scegliere un profilo diverso di vendita poichè è assurdo acquistare ad ancora le stesse identiche cose a prezzi anche notevolmente inferiori.
I commercianti dovrebbero capire, anche più dei semplici cittadini, che essendo mutate le abitudini sono cambiati anche le prospettive: una volta per acquistare qualcosa di bello o prezioso o nuovo o di tendenza o griffato si andavaa Macerata… Ed i commercianti sapevano che potevano tenere anche i prezzi alti.
Ora le stesse cose le trovi ovunque e quindi una diversa politica dei prezzi sicuramente inciderebbe.
Poi come dice giustamente Iesari e non avorisci una politica di rilancio del Centro con coppie giovani, quindi bambini, quindi gente che esce la sera con facilitazioni sarà difficile che inverti la tendenza dello svuotamento.
Il piccolo commercio, altra idea giusta di Iesari, è ancora possibile poichè nelle grosse catene, nei centri commerciali trovi la roba standardizzata mentre nel piccolo negozio potresti, tutt’oggi, torvare quegli “antichi sapori” che un tempo faceevano la differenza: la filiera corta, il controllo della produzione favorirebbe anche un minoire inquinamento e minori costi.
Per riaprire il Venanzetti, con un’altra tipologia di vendita, io un ideuzza l’avrei…. Ma la tengo per me perchè a) non mi va che mi venga fregata b) servono cospiqui finanziamenti iniziali c) servono prfessionalità che credo difficili reperire a Macerata
Rispondo a Iesari e a Cerasi ringraziandoli per le loro pregnanti considerazioni. Innanzitutto per quanto riguarda le professionalità vorrei ricordare che la nostra città ci caratterizza per la presenza di numerose facoltà che sfornano ogni anno studenti meritevoli che sono costretti ad emigrare e ad abbandonare macerata.
Detto questo ritengo che le vostre considerazioni sono tutte veramente interessanti ma manca a mio avviso, mi permetto, un elemento fondamentale: cosa vuole la comunità maceratese? mi spiego con un esempio: si pone il problema della movida (chiamiamola in questo modo) nel centro: realizziamo una indagine qualitativa su un campione rappresentativo per capire cosa vogliono i residenti del centro, i ragazzi, i commercianti…si potrebbe istituire una team che per alcuni mesi si occupi di effettuare tale ricerca esplorativa! Una volta ottenuti i risultati le amministrazioni locali (con l’aiuto di qualche attore privilegiato volenteroso) dovrà poi realizzare, di concerto con la comunità, realizzare le politiche più idonee, scegliendole, ad esempio tra quelle da voi citate…
La considerazione di Del Bianco è senz’altro da condividere . Non solo per perchè ci aiuta a conoscere meglio le esigenze e le aspettative dei cittadini ma anche perchè propone un percorso di coinvolgimento degli stessi . Che forse è la cosa più importante
a macerata esiste l’assessorato alla partecipazione e diversi anni fa fu anche avviato il processo di agenda 21 (con possibilità di reperire fondi di natura trans-comunale)