Da Vittorio Lanciani, candidato sindaco della lista “Essere Macerata” riceviamo e pubblichiamo.
“E’ il momento di rompere gli indugi! Tutto ciò che sta accadendo è stato ampiamente visto e combattuto da me cinque anni fa e , nella conferenza stampa di luglio, previsto anche in questa pre-campagna elettorale 2010.
I due grandi partiti nazionali si apprestano ad offrire ai maceratesi candidati Sindaco Doc, espressione dei due partiti estremi, in perfetta asintonia con le necessità della città e la sua maggioranza silenziosa che è moderata e con questo bipolarismo spaccata in due.
Tardiva la discesa in campo di Giustozzi, più volte in passato sollecitato al grande passo anche dal sottoscritto ai tempi di Forza Italia, ma mai dichiaratosi disponibile, chissa perché questa volta sì!
I moderati dentro il PDL non hanno ossigeno; è la deriva di potere di Berlusconi che nel buttare a mare Circoli della Libertà, Popolari di Giovanardi, Destra di Storace e Santanchè e soprattutto UDC, facendo una scelta di convenienza elettorale ha spostato irrimediabilmente a destra Il Popolo delle Libertà, quella che nei Convegni Liberal di Todi era stata invece pensata come la vera casa dei popolari. Inutile strapparsi le vesti oggi, dico a Conti ed alla pattuglia di ex Forzisti, se ancora una volta Civitanova decide per Macerata. Suggerisco uno slogan ai moderati della destra-centro maceratese: più che essere spettatori paganti, salato politicamente, nel PDL diventino attori invertendo i fattori del loro partito: La Libertà del Popolo! Vedrete che il prodotto cambia, e come!
Non stanno meglio a Sinistra i moderati: dopo anni di Meschini-ex Popolare Margherita è chiaro a tutti che ora gli ex DS, vogliono il loro candidato sindaco, anche per fare contento Bersani che pure ora qualcosa pretende: è il segretario nazionale che ha vinto pure a Macerata.
Anche qui, ed a livello nazionale Rutelli docet, i conti non tornano ed i candidati moderati o la spuntano a costo di grossi sacrifici, in termini di sangue politico, per intenderci con l’urbanistica così come confezionata dall’Assessore Compagnucci, o cedono anche il Sindaco perdendo su tutti i fronti e soprattutto la prospettiva politica.
La scelta di allungare il più possibile il brodo delle primarie la dice lunga sulla volontà di condizionare liste e personalità trascinandole verso tempi in cui ogni alternativa diventa impossibile da praticare con successo.
Non dico dell’UDC, non vorrei essere nei panni dei suoi segretari, se l’intenzione è di scegliere la coalizione con cui affiancarsi, vorrei sicuramente essere nei loro panni se decidessero di andare da soli: per il capoluogo alle prossime Amministrative ne hanno l’opportunità politica e storica più ghiotta e praticamente irripetibile. E Macerata? Ed i Programmi? In passato mi hanno insegnato che non vanno spiegati ai cittadini perché poi bisogna attuarli: e poi così non si hanno vincoli! Non sono d’accordo, sono invece la base di ogni azione amministrativa e del coinvolgimento dei cittadini!
Le molte liste civiche che si affacciano all’agone politico dimostrano che i partiti con i loro problemi di equilibri interni non rispondono più agli interessi dei cittadini, che devono tornare al centro della vita politica attiva. Se non sono liste Civette, e i maceratesi sapranno distinguere, le Liste Civiche sono sempre una ricchezza ed una pluralità che dimostrano interesse per la città.
E quindi giù la maschera: la proposta di Essere Macerata è programmatica come ampiamente discusso nei Forum dell’Associazione Culturale Obiettivo, ma anche politica: un progetto amministrativo realistico ed oggettivo per la città capace di coalizzare le forze moderate di Macerata, partiti e civiche, nuove e storiche, contro destra e sinistra, che vada dai Rutelliani agli ex-Forzisti in attesa che UDC decida sul suo futuro in piena autonomia.
Ecco perché il nostro slogan è: “Nè di destra, né di sinistra, non solo di centro!”
Il Candidato Sindaco
Arch. Vittorio Lanciani
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La terra di nessuno in politica non esiste e, in ogni caso, è uno spazio ambiguo e pericoloso, oltre che economicamente disastroso per tutti.
La terra di nessuno, a mio avviso, è quel quasi 30% di elettori che non vota (cioè la maggioranza relativa degli aveti diritto al voto) perchè ritiene che i partiti, tutti, siano oramai dei carrozzoni più interessanti alle poltrone che alla politica
E’ vero che il 30% degli aventi diritto non vota, anche perchè ritengono i partiti dei carrozzoni utili a pochi, tuttavia il qualunquismo, le ambiguità “civiche”, la “democrazia” diretta, la piazza ecc.., non fanno più parte della cultura politica occidentale da qualche secolo. Le liste civiche hanno ampiamente dimostrato di non essere la cura dei nostri mali.
Le ambiguità civiche in quanto dovrebbero correre da sole ed invece si aleano, per poltrone e potere…
Sulla democrazia io non ci sputerei troppo sopra, ma forse ho interpretato male.
La cura dei mali sarebbe quella che i citadini tornassero ad impegnarsi inprima persona e non sempre delegare (anche perchè spesso delegano i peggio e non i meglio)