di Beatrice Cammertoni
Alle dichiarazioni dei negozianti sui problemi che attanagliano le vie più antiche di Macerata (vedi qui) risponde l’assessore al centro storico Giovanni Di Geronimo (nella foto).
Come ribatte alle affermazioni dei commercianti?
“Sarebbe facile ricondurre questi problemi alla crisi economica e globale di questa fase.
Qualche tempo fa mi sono rivolto all’Associazione commercianti per trovare proposte da conciliare poi con le esigenze degli altri protagonisti del centro storico (residenti, studenti e uffici). Pur più volte sollecitata, non ho mai avuto una risposta condivisa, ci sono difficoltà e orientamenti diversi.
Il problema dei parcheggi sicuramente esiste. Io sono favorevole alla creazione di un nuovo parcheggio più vicino e accessibile al centro, ma comunque ci si deve confrontare con la fattibilità della spesa e della realizzazione. Tuttavia non esiste in provincia, in regione e in Italia la possibilità di parcheggiare in struttura al costo di 2 euro per tutta la giornata (ricordo che ad Ancona, Pesaro ed Ascoli si va da 1,50 a 2 euro l’ora). Non esiste nei centri storici delle altre città la possibilità di accesso come da noi dalle 12,30 alle 16,30 e dalle 20 alle 7.30 tanto è vero che i residenti si lamentano perché non trovano posti nonostante paghino una tariffa annuale.
Per quanto riguarda le telecamere e la zona a traffico limitato in piazza della Libertà, il divieto c’è sempre stato, prima vigeva un’ordinanza in merito. Ora è cambiato il modo in cui l’infrazione viene rilevata. Anche la sosta era già regolamentata.
Ho passato la mia gioventù nelle vie del Corso, erano molto più frequentate, è vero. La situazione è cambiata perché oggi ci sono molte più possibilità per raggiungere altri luoghi fuori da Macerata come i centri commerciali che in precedenza non esistevano. Ci sono offerte e occasioni alternative in precedenza impensabili, prima solo pochi potevano pensare di lasciare la città con mezzi propri.
Del problema dei piccioni sono state informate Asur e Smea.
La difficoltà che il centro vive è quella di conciliare le esigenze dei residenti e dei commercianti. Io una soluzione efficace non ce l’ho, per quanto io abbia dato tutto me stesso. Si poteva fare di più forse, ma non si possono dare tutte le colpe all’amministrazione comunale.
Sto cercando di promuovere un convegno in cui le Associazioni dei cittadini incontrino i negozianti e insieme si discuta delle prospettive future della parte più antica della nostra città”.
A che cosa è dovuto a suo avviso questa situazione del centro?
“Non è sicuramente causata in toto dalla crisi economica: essa aggrava una situazione che esiste da diversi anni. I nuclei familiari hanno lasciato il centro per trasferirsi in zone più periferiche. Hanno ristrutturato le loro abitazioni per affittarle a studenti e immigrati che hanno meno possibilità di spendere rispetto a quanto ne avevano i precedenti residenti.
I centri commerciali, inoltre, offrono prodotti di qualità e facile accessibilità grazie ad ampi spazi di parcheggio gratuito. È normale che visti i mezzi di collegamento che ci sono, non sia più solo il centro storico la metà di chi deve fare acquisti”.
Quali sono le iniziative che il Comune promuove e promuoverà in merito?
“L’obbiettivo è quello di condividere la loro organizzazione con i negozianti per comprendere le loro istanze e cogliere degli aspetti che all’amministrazione comunale possono sfuggire. Questo è già avvenuto per i bar ed i locali che animano la cosiddetta “movida” notturna.
Nonostante la mia delega non sia riferita alle attività commerciali, non posso nascondermi perché non è nelle mie abitudini. Devo necessariamente occuparmi dei residenti, dei negozi, delle iniziative e della viabilità. Dico subito che di ricette per conciliare tutte le esigenze non ne ho. Posso dire che il mio impegno è stato totale anche nel ricercare in altri Comuni simili al nostro soluzioni definitive. Devo dire che ho trovato in molti casi molta più rigidità per quanto riguarda gli accessi consentiti solo a residenti, disabili e forze di polizia e di soccorso. Prima del mio mandato non esisteva neanche un assessorato per il centro storico. Ora penso si sia fatto già molto. Spero tuttavia che chi arriverà dopo di me possa fare di meglio”.
Qual è il punto di forza del nostro centro storico?
“Sicuramente la sua bellezza. Il miglior arredo sarebbe quello di eliminare del tutto le automobili al suo interno ma questo non si può fare. Abbiamo piazze meravigliose, che noi non riusciamo ad apprezzare. Credo che i problemi denunciati dai negozianti siano più che legittimi, stiamo parlando della loro sopravvivenza. Tuttavia anche i centri delle altre città versano in queste condizioni. Recentemente sono stato a Firenze: nonostante gli sconti ho visto negozi vuoti”.
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Certo Beatrice che tu non hai proprio paura di nessuno Di Geronimo è una vecchia volpe della politica maceratese è proprio per questo che mi piaci molto gionalisticamente parlando.
La Crisi del Centro Storico non nasce certo negli ultimi 5-10 .
Per il Centro la recessione è cominciata quando la DC e il PRI maceratese vollero il Parcheggio ai Giardini (costato, si dice, oltre 12 miliardi delle vecchie lire) e cestinò l’idea del Parcehggio sotto Rapa Zara (che sarebbe costato MOLTO DI MENO).
Perchè l’idea fu cestinata non si seppe mai, forse perchè non era la loro e dei loro referenti edilizi.
Perchè infatti bisogna sempre tener presente che a Macerata solo nominalmente la politica edilizia, il piano regolatoree quanto altro attinente al’urbanistica viene deciso a livelo politico perchè di solito la politica edilizia (spesso del matone selvaggio) la decidono i Palazzinari maceratesi, spesso legati alla massoneria o baciapile.
La cirsi del Centro è stata anche aggravata dall’idisponenza di molti commercianti che, chiusi mentalmente nell’idea di un Centro di negozi di elité, non hanno fatto quasi mai nulla per aggiornarsi, migliorare l’offerta, aprirsi alla citta preferendo invece di limitarsi ad aumentare i prezzi: abbiamo nei negozi del centro un “prezzario” di articoli (griffati e non) altissimo.
In molte altre città della regione (per non dire di Roma, Milano, Firenzae, Napoli o Varese) gli stessi articoli costano notevolmente di meno e spesso c’è molto più scelta.
Ciò ha indotto molti acquirenti a spostrsi altrove: perchè devo spendere 80 euro per una camicia quando ad Ancona, per la stessa, ne spendo 50 ed ho più varieta di colori e di generi???
L’uscita dei cittadini dal Centro (a favore degli studenti, prima, ed ora degli immigrati) è stata agevolata anche dal fatto che i residenti si trasferivano “fuori” dando in parziale permuta gli apartamenti del centro che venivano (guarda un pò dai soliti Palazzinari) ristrutturati in miniappartamenti da affittare (spesso al nero o con la farsa del finto contratto di comodato d’uso) prima agli studenti ed ora agli immigrati.. Ovvio che dai 5.000 residenti di 20 anni fa si è passati ai 2.000 attuali spesso anziani.
Se in Centro non si riportano le famiglie giovani (con i figli) sarà difficile invertire la tendenza che vede un Centro svuotato.
Beatrice ha fatto delel domande argute, non c’è che dire.
Ma altre più ostiche avreberopotuto essere fatte,anche in tema di bilancio, di risultati, di “arredi urbani” costosi ed inutili…