di Maurizio Verdenelli
L’orgoglio treiese esplode dopo che l’ultimo ospite d’onore se n’è andato a seguito del tacito e senz’altro involontario Ite missa est da parte del vescovo, il primo ad uscire dall’auditorium parrocchiale di Santa Maria in Selva dove mercoledì sera si è tenuta la festa in famiglia dei vincitori della Coppa Italia 2009 di volley.
A dispetto del nome, “ruggisce” il sindaco Santalucia: “La Lube è di Treia, non di Macerata!”. In un angolo annuisce il coach De Giorgi. Sogghignando, sornione: “Che ci volete fare? Siamo un po’ tutti figli di Treia…”. Messaggio ricevuto, Fefè: il 2009 per questa squadra spavalda eppure tranquilla potrebbe essere davvero l’anno del Grande Slam: Coppa Italia, Champions League e scudetto. “Nun ve vergognate di aver vinto sta’ coppetta?! Bella forza! Altro ce vole”: in slang treiese aveva, non a caso, accolto così i suoi, patron Luciano Sileoni entrando nell’auditorium di S.Maria in Selva dove il vulcanico don Giuseppe (“Peppe”) Branchesi aveva organizzato tutto quell’inferno. Invitato d’onore il vescovo Claudio Giuliodori, il presidente della Provincia Giulio Silenzi (con lui il vice Vitali) e il Presidente di Banca Marche, Lauro Costa a far corona insieme con il sindaco Santalucia e la presidentessa Simona Sileoni. Con loro, ovvio, lo stesso don Peppe fasciato -vista la rotondità addominale- con la maglia gloriosa di Igor Omrcen, il “Re di Coppa”. A disdegnare, con ironia ed affetto, l’illustre compagnia lo stesso Sileoni: “No, qua ce so’ i pezzi grossi” preferendo al parterre de roi, la curva incandescente dei giocatori e dei tifosi: “Qua, sì che se pole fà casino!”.
Mons. Giuliodori, vaghe somiglianze a Josè Mourinho (buon sangue calcistico non mente), ha rivendicato anch’egli per sé il titolo di Special number one onorando in tal modo la maglia n.1 consegnatagli dai ragazzi di De Giorgi all’inizio del campionato. “Mi ero un po’ preoccupato –ha detto il vescovo alla squadra- per l’inizio del 2009, non brillantissimo. Allora mi sono dato da fare per una benedizione speciale…”. “Ce la riservi anche per aprile” ha sussurrato l’AD, Fabio Giulianelli indicando i mesi cruciali dello scudetto. “In ogni caso sarò con voi a Praga per le finali di Champions League” ha promesso mons. Giuliodori prima di lasciare la vociante, laicissima assemblea immersa in un mare di tagliatelle, pollo alla diavola e polenta bipartisan: bianca e rossa -di rigore, visto che don Peppe è il presidente dei polentari d’Italia e l’invito alla Lube lo fa ogni anno in quella veste. L’uscita del prelato ha lasciato perplessi gli altri ospiti d’onore che, dopo un quarticello, alla spicciolata hanno lasciato la “festa in famiglia della Lube”. L’uscita di Silenzi, in particolare, gettava in una cupa costernazione il maggior oppositore in Consiglio, il capogruppo dell’Udc, Tonino Pettinari (è di S.Maria in Selva) che appariva dopo quasi come un piranha cui viene sottratta la “preda”. Aveva cominciato, Pettinari, dicendo al ‘suo’ presidente in scadenza di mandato, che alla prossima festa sarebbe stato senz’altro invitato, ma come “capogruppo dell’opposizione”. E ai cronisti, Pettinari dichiarava che l’Udc “da un pezzo aveva deciso di non andare con il Pd” (come si può leggere nell’intervista di un mese fa di Cronache Maceratesi) a differenza di quanto aveva strillato un giornale sulle locandine, il giorno stesso.
Torniamo tuttavia al “ruggito”, quello del sindaco di Treia. Rivendicando la “treiesità” della Lube (infatti Macerata, cfr caso Palas, mai l’avrebbe immaginato….) Luigi Santalucia ha premiato capitan Corsano e la presidentessa, la tenera e “pasionaria” Simona con uno splendido piatto di ceramica sul quale era stato dipinta piazza della Repubblica. Altro che “giù la piazza non c’è nessuno”. Smentita stavolta anche Dolores Prato da parte dei campionissimi biancorossi. Sulla piazza, virtualmente, e concretamente nell’auditorium di S.Maria in Selva ha troneggiato l’argentea Coppa Italia, foriera di altri successi.
“Me la sento, stavolta me la sento –ha detto un Fabio Giulianelli finalmente placato- A Forlì ho sentito gioia vera, una soddisfazione immensa per me che tutti i giorni combatto una difficile battaglia sul mercato, producendo la Lube 300 cucine al giorno”. E rivolto ai giocatori: “Voi, ragazzi, non siete solo fuoriclasse, ma persone vere. Sprizzate energia e volontà. Stavolta vinciamo tutto”. Confermando la maturità acquisita a conclusione del suo regolare cursus di studi, Giulianelli ha sottolineato: “In 18 anni passati a far squadre, questo è uno degli anni più belli”. “E’ una squadra tosta, completa: la sento anch’io questa convinzione. Sarà per tutti difficile batterci” ha affermato De Giorgi ribadendo come l’intuizione di don Branchesi sulla squadra è giusta: “C’è davvero familiarità tra i giocatori, c’è gusto nel ritrovarsi e giocare insieme: l’amalgama vincente”. Simona la tenera, da parte sua, ha sfoderato gli artigli della ‘pasionaria’ dopo aver tenuto a dichiarare che lei “porta fortuna” (statisticamente vero!). “Stasera è una festa in famiglia, una festa personalizzata. Ma domani dobbiamo dimenticare tutto, più affamati di vittorie, di prima”.
Mercoledì 11 febbraio ci sono gli ottavi di Champions, con il Fenerbahce di Instabul al Fontescodella -ha ricordato affiggendo il manifesto un po’ dappertutto, il padrone di casa, don Peppe, che alla fine aveva imparato a dire correttamente anche il nome del coach . “No Giorgi, ma De Giorgi” il paziente Fefè aveva corretto ogni volta quel piccolo grande parroco settantenne foderato con la maglietta n.15 di Omrcen del quale se non ha l’altezza, 207 cm, ha comunque la vitalità.
Nell’auditorium sono state rimandante in continuazione le immagini del trionfo di Forlì. Si è rivisto il match point, la battuta fulmicotonica di Omrcen. Alla mia osservazione: “Si vede benissimo che il giocatore era convinto di farcela e concentrato”, Luciano Sileoni, a due passi, non perdeva l’ennesimo, irriverente calembour: “Sì, concentrato come il pomodoro. Lo scudetto, devono vincere!”.
Una serata riuscita: della squadra è mancato solo Vermiglio, assente giustificato (influenza) mentre il diesse ravennate Stefano Recine ha mostrato una felicità quasi incontenibile! Foto finali con due ragazze a contendersi un rassegnato Martino, autografi, poster, foto per tutti: questi campioni davvero non se la tirano! Sarà l’aria di “casa Lube”… ed esplodeva, in ultimo anche l’orgoglio di S.Maria in Selva: “Nel ’98 facemmo 22.000 presenze al raduno nazionale dei polentari a Treia, forse di più dei presenti alla festa dello scudetto nel 2006!” puntualizzava don Peppe. E il presidente della Pro Loco, fisico di rugbista in pensione, Francesco Pucciarelli, lanciava l’idea di una partita-show in piazza della Repubblica a Treia, prima del prossimo campionato e dopo la Sagra della polenta a S.Maria in Selva, naturalmente!
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