
Marco Romiti
di Mauro Giustozzi (foto Fabio Falcioni)
Un’icona del Novecento nello scrigno che raccoglie l’arte del Novecento. Taglio del nastro oggi a Palazzo Ricci per “Fare strada. Una mostra su due ruote fra pittura e design”, promossa dalla Fondazione Cassa di risparmio della provincia di Macerata con il patrocinio del Comune e della Fondazione Marche Cultura e in collaborazione con il Museo Vite da Vespa di Pollenza, visitabile ad ingresso gratuito dal 6 dicembre al 15 febbraio 2026.

Il taglio del nastro
La mostra, curata da Roberto Cresti, si incentra sul binomio pittura-design mettendo in evidenza il carattere umanistico, sociale e ambientale che l’arte e la produzione industriale hanno assunto in Italia con particolare riferimento al secondo Novecento. Il mezzo di trasporto su strada e la strada in sé stessa, con il suo contesto, costituiscono il tema della mostra, con il quale si sono confrontati spesso nella loro carriera gli artisti prescelti, tutti in attività, che appartengono a diverse generazioni di virtuosi della pittura figurativa: Giuseppe Bartolini, Giorgio Tonelli, Bernardino Luino e Nicola Nannini. La pulizia, la precisione delle loro opere si accordano col design e, segnatamente, con l’essenzialità della Vespa Piaggio, che è l’altra protagonista della mostra, costituendo un ambiente di alta qualità immaginativa nel quale viene proposto un modo diverso, ma anche affine, di “fare strada”.

Il saluto del sindaco Sandro Parcaroli
«Arte e design si uniscono in questa esposizione – ha detto il presidente della Fondazione, Francesco Sabatucci Frisciotti Stendardi – grazie al lavoro di Roberto Cresti, grazie a Marco Romiti, creatore del Museo Vite da Vespa a Pollenza e questo ci fa comprendere quante belle cose abbiamo nel nostro territorio magari nascoste o che non si conoscono che bisogna tirar fuori, farle vedere e valorizzare. Abbiamo anche progetti per il futuro per trasportare questa esposizione magari a primavera all’Abbadia di Fiastra e successivamente anche a Civitanova. Un grazie ai pittori che hanno messo in mostra i loro lavori, delle opere meravigliose che sono esposte al piano terra. E’ importante per lo stesso Comune di Macerata perché questa mostra offre un contributo alla destagionalizzazione del turismo in mesi dell’anno che non hanno grande appeal per i visitatori».

Marco Romiti del Museo Vite da Vespa e Francesco Sabatucci Frisciotti Stendardi, presidente della Fondazione Carima
L’esposizione sarà visitabile il sabato con orario 16-19, la domenica ed i giorni festivi anche al mattino dalle 10 alle 13 (25 dicembre chiuso). Aperture straordinarie previste per venerdì 2 e lunedì 5 gennaio (ore 16-19) e sabato 14 febbraio (18-23). «I modelli che ho portato in mostra sono quelli più rappresentativi che hanno attraversato il secolo scorso – ha detto Romiti – dalla prima Vespa costruita nel 1946 dalla Piaggio, alla diciannovesima arrivata nelle Marche e la più importante, la Vespa sei giorni, un veicolo che era impegnato a livello competitivo.

Dei sette veicoli che ho portato a Palazzo Ricci sono sicuramente i più pregiati. C’è poi tutta la parte che ho collezionato in tanti anni. Ho ricostruito la parte storica del vespismo italiano, curando molto l’aspetto dei trofei, della vita vissuta dei piloti. Oltre alla collezione dei veicoli a Pollenza ci sono cimeli che rappresentano la storia del sodalizio Vespa Club Italia di cui mi sento custode. La passione è nata per caso, dalla prima Vespa che ho acquistato casualmente su segnalazione di un amico. Poi, come insegna il mondo del collezionismo, si cammina con la storia: mi sono interessato anche a tutto quel movimento che ruotava attorno alle produzioni Piaggio, mi sono appassionato di questo aspetto collezionando la storia vissuta di questo marchio così prestigioso.

In questa mostra le Vespe sono protagoniste come lo sono state nella storia italiana: sin dagli anni Cinquanta questo mezzo ha rappresentato il nostro Paese e tuttora ne rappresenta un emblema, con 80 mila soci vespisti. Si sta lavorando affinchè la Vespa diventi patrimonio naturale: ci rappresenta ed ha rappresentato il segnale della ripartenza nel Dopoguerra, un veicolo che ha dato a tutti, poveri e ricchi, la possibilità di essere acquistato e guidato».

La mostra al piano terra di Palazzo Ricci è un insieme di opere pittoriche, modelli originali di Vespa, foto, trofei, documenti e manifesti pubblicitari d’epoca. «”Fare strada” nasce dall’idea di concepire da un lato la memoria della Vespa Piaggio, che ha veramente fatto tanta strada dal 1946 in poi – ha sottolineato Cresti – ed unire questo fatto di crearsi una strada anche con l’arte, una sorta di metafora per dei pittori che hanno dipinto la Vespa vera e propria come Giuseppe Bartolini oppure in un certo senso si sono fatti la loro Vespa ed hanno la loro strada. Sono pittori di generazioni diverse, nati nel periodo compreso tra il 1938 e il 1972 e coprono perfettamente il secondo Novecento. Se si considera che la Vespa è nata nel 1946 sono in modi diversi ma contemporanei di questo veicolo. Le opere esposte sono una quarantina, selezionate in dialogo diretto con gli artisti. Far diventare questa esposizione itinerante dopo Palazzo Ricci potrebbe essere un’idea per fare strada, riprendendo il titolo della mostra: vorrei sottolineare il rapporto col territorio rappresentato dal museo di Marco Romiti a Pollenza che arriva qui dentro Palazzo Ricci creando una sinergia importante e vera che non ha nulla di virtuale, è reale».

Gianni Fermanelli, direttore della Fondazione Carima
Infine il segretario generale della Fondazione Carima, Gianni Fermanelli, ha ribadito come «questo è un regalo che facciamo a tutta la comunità, questa mostra rappresenta un messaggio di vita reale, fa rivivere quelle emozioni vere che solo la strada dà e che sono profondamente diverse dalle emozioni virtuali a cui i nostri giovani sono abituati in questi anni. La Fondazione Carima vuol proseguire in questo lavoro di apertura di Palazzo Ricci e delle sue enormi bellezze verso tutti, tanto che anche questa mostra è ad ingresso gratuito. Ma per continuare in futuro su questa strada abbiamo bisogno della vicinanza concreta delle istituzioni locali che ci supportino, capiscano quanto è importante il lavoro ed il prestigio che Palazzo Ricci rappresenta, così come c’è da valutare attentamente possibili trasformazioni di questa Fondazione che ci consenta di poter intercettare anche sostegni economici nazionali che attualmente non possiamo invece reperire».







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Bravo Marco. Complimenti!!!