
La pianta della chiesa di San Michele Arcangelo
Importanti scoperte archeologiche nel cuore di Camerino: riaffiora l’antica chiesa di San Michele Arcangelo in piazza Garibaldi. Le indagini archeologiche in corso nel centro storico, nell’area di demolizione dell’ex albergo Roma e del cineteatro Ugo Betti, stanno infatti riportando alla luce testimonianze di eccezionale rilievo.

La conferma è arrivata dopo l’ultimo sopralluogo effettuato venerdì scorso alla presenza del soprintendente Giovanni Issini, di Federica Erbacci della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ascoli, Fermo e Macerata, del sindaco di Camerino Roberto Lucarelli, di Marta Simonelli dell’Ufficio speciale per la ricostruzione Marche, insieme al progettista Tobia Oresti e al direttore dei lavori Franco Carucci, con l’obiettivo di verificare l’andamento delle indagini e condividere la complessità e la straordinaria rilevanza del contesto archeologico.

Le attività, dirette dalla Soprintendenza e condotte dalle società archeologiche Sama e Archeolab, hanno interessato il sedime dell’antica chiesa di San Michele Arcangelo, demolita nel 1938 ma nota dalle fonti d’archivio. I sondaggi preliminari hanno rivelato che le demolizioni storiche avevano coinvolto solo le strutture fuori terra, consentendo la conservazione in posto delle fondazioni delle murature perimetrali e interne, nonché di strutture funerarie ipogee destinate a ospitare tombe familiari. Le successive indagini hanno confermato questa ipotesi, riportando alla luce la planimetria dell’edificio sacro e le aree di sepoltura. Nella porzione centrale della navata sono emersi ambienti ipogei voltati con intonaci dipinti, forse pertinenti a una cripta o a spazi liturgici di particolare pregio. Le analisi stratigrafiche hanno inoltre evidenziato più fasi edilizie, confermando l’alto livello costruttivo e decorativo della chiesa. Le indagini proseguiranno nei prossimi mesi con l’obiettivo di approfondire le fasi di frequentazione più antiche, riferibili all’epoca medievale e romana, ricostruendo la cronologia evolutiva dell’area. «Le nuove scoperte in piazza Garibaldi rappresentano un tassello fondamentale per la ricostruzione della storia urbana di Camerino – sottolinea Erbacci – la complessità delle stratificazioni e la qualità delle strutture rinvenute confermano il ruolo centrale di quest’area nella vita religiosa e civile della città fin dalle sue origini».

Il soprintendente Issini evidenzia che «le strutture che stanno emergendo a seguito delle indagini archeologiche nell’area dell’ex albergo Roma non solo confermano le ipotesi e le conoscenze già delineate sul sito, ma potranno fornire importantissimi elementi conoscitivi per nuovi approfondimenti relativi alla storia dello sviluppo urbano della città. Le scoperte in atto sono un ulteriore prova di quanto il tessuto urbano di Camerino sia ricco di stratificazioni insediative, e quindi anche architettoniche, che ne hanno costituito lungo i secoli i caratteri morfologici, distributivi e materici. Spesso i livelli costruttivi più antichi sono inglobati o integrati nelle successive stratificazioni, pertanto è fondamentale agire con estrema attenzione, anche negli agglomerati apparentemente privi di valori storico-artistici. La tutela e la valorizzazione dell’area dell’ex albergo Roma diventa ora un tema di confronto centrale per una visione della rinascita del nucleo storico di Camerino. Tema sul quale è veramente significativo prendere atto dell’attenzione e della sensibilità di tutti gli enti coinvolti».
Queste indagini si inseriscono nel più ampio quadro delle ricerche archeologiche condotte in piazza Garibaldi, dove in precedenza erano già stati rinvenuti muri in pietra, pavimenti in cocciopesto, ceramiche attiche e frammenti di intonaci dipinti, databili dall’età preromana a quella tardoantica: ulteriori conferme della straordinaria stratificazione storica del cuore urbano di Camerino. «Questa importante scoperta – ha dichiarato il commissario sisma Guido Castelli – unisce la ricostruzione materiale con un percorso di conoscenza e di identità, restituendoci frammenti preziosi della storia e del patrimonio culturale di questa comunità. Il rinvenimento dell’antica chiesa di San Michele Arcangelo impreziosisce il racconto della città e ci ricorda la necessità di coniugare la memoria del passato con il futuro che stiamo costruendo. L’Appennino centrale può vantare uno straordinario patrimonio storico, culturale e artistico che è nostro dovere valorizzare e rendere più fruibile e accessibile, dal momento che rappresenta una leva straordinaria per dare slancio alla rinascita delle nostre terre dopo le ferite del sisma».

«L’aggregato pubblico-privato formato dal cineteatro Ugo Betti e dall’albergo Roma, sito nel centro storico di Camerino, ha subito danni molto rilevanti a seguito del sisma 2016. Era già noto che le costruzioni fossero state realizzate sull’area di sedime dell’antica chiesa di San Michele Arcangelo – commenta il direttore dell’Usr Marche Marco Trovarelli – per questo motivo e per l’impossibilità di riparare i danni riportati dagli edifici senza una totale demolizione delle strutture, è stata emanata dal commissario un’apposita ordinanza speciale che consentisse di effettuare detti lavori di demolizione e contestualmente di avviare le opportune indagini archeologiche conoscitive su tutta l’area interessata. La stessa ordinanza ha individuato l’Usr come soggetto attuatore degli interventi necessari».
«Durante il sopralluogo si è deciso di approfondire ulteriormente le indagini, proprio al fine di comprendere l’entità della scoperta – ha aggiunto Lucarelli – nelle prossime settimane ci incontreremo nuovamente per valutare la situazione e capire il percorso da intraprendere».
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Demolita nel per costruire l’orribile palazzo di architettura fascista.