Civitanova ricorda Cesare Paciotti
«Genio assoluto, creava di notte»
«Era il Salvador Dalì della moda»

SIMBOLO - Il cordoglio per la morte dell'imprenditore e stilista, "l'Andy Warhol della calzatura" che ha trasformato la scarpa in un’icona. Il suo tacco a forma di pugnale ha conquistato le star di Hollywood. La sua storia a partire degli anni '70. Tanti i ricordi, da Lino Fornari a Roberto Elisei. Il funerale domani alle 10 nella chiesa di San Pietro, il Comune ha annunciato il lutto cittadino

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Cesare Paciotti al lavoro con la sua storica assistente Lina

di Laura Boccanera

Tra le tante definizioni che il mondo della moda e del jet set gli aveva fatto indossare c’era anche quella di Andy Warhol della calzatura. Il binomio con l’arte infatti aveva sempre “calzato” alla perfezione per Cesare Paciotti, l’imprenditore che partito da Civitanova era diventato re della moda.

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Cesare Paciotti in giro per Civitanova (foto De Marco)

E’ morto ieri nella sua abitazione a 69 anni dopo un malore. E oggi mezzo mondo lo ricorda per quello che ha compiuto con la sua azienda e col suo stile: ha osato portando la femminilità all’estremo. Il tacco col pugnale era sinonimo di seduzione e bellezza, bastava indossare una calzatura Paciotti e ci si sentiva sul red carpet.

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Cesare Paciotti con Anne Hathaway

E infatti le star di Hollywood lo avevano scelto per le premiere: ha vestito tutte le più belle, dal mondo del cinema a quello della moda: Anne Hathaway, Valeria Bruni Tedeschi, oggi in Sarkozy, Beyoncè, Kim Kardashian, Paris Hilton.

Un mondo di luci e di allori partito da una piccola fabbrica a Civitanova, in via Mazzini all’inizio e poi a Civitanova Alta, quella fondata nel dopoguerra dai genitori Giuseppe e Cecilia, nel 1948. Si chiamava Paris, un marchio che lanciò per la prima volta sul mercato una linea di calzature maschili dal gusto classico e fatte a mano.

Dagli anni ’70 l’azienda passa nelle mani di Cesare e Paola che intuiscono il potenziale di un nuovo fenomeno culturale che diventa business, scrivendo una pagina di storia della moda italiana, iniziando a produrre calzature con Gianni Versace, Dolce & Gabbana, Roberto Cavalli. Alla linea uomo si affianca negli anni ’90 la collezione femminile trasformando la scarpa in oggetto di seduzione.

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Cesare Paciotti con il designer Vincent Darre

A cavallo fra i ’90 e i 2000 non c’era civitanovese che non avesse un paio di 4US in casa. Ma da Civitanova il marchio si espande a livello globale inserendosi come protagonista nelle capitali della moda, da Milano a New York, da Parigi fino a Dubai.

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Ma a fronte di una vita così sotto i riflettori, al fianco delle donne più belle del mondo, la famiglia ha mantenuto a livello locale sempre un atteggiamento schivo e riservato. Una scelta che emerge anche dal manifesto funebre che oggi ha annunciato l’addio. Nessuna camera ardente, il cordoglio resterà privato fino al funerale in programma domani alle 10 nella chiesa di San Pietro per l’ultimo saluto prima del trasferimento al cimitero di Montecosaro.

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La rotatoria Paciotti a Santa Maria Apparente diventata un simbolo a Civitanova

Ma per la città Paciotti ha significato tantissimo: è stato imprenditoria, lavoro per centinaia di famiglia. La rotatoria che campeggia a Santa Maria Apparente, nel centro nevralgico delle arterie di scorrimento della viabilità porta ancora la sua firma, con il totem in acciaio visibile da lontano. E ovviamente il cordoglio è arrivato da tantissime figure, colleghi imprenditori, amici, colleghi, dipendenti, ex compagni di scuola.

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A porgere le condoglianze a nome della città il sindaco Fabrizio Ciarapica: «Con profonda tristezza ho appreso della scomparsa di Cesare Paciotti, celebre imprenditore civitanovese e stilista calzaturiero. Un innovatore che ha saputo trasformare il profumo del cuoio in stile e l’artigianalità civitanovese in un simbolo di eleganza. Un vero ambasciatore del nostro saper fare, che ha portato con orgoglio l’identità di Civitanova sulle passerelle e nelle boutique di tutto il mondo. Alla famiglia Paciotti e a tutti i suoi collaboratori va il mio più sentito cordoglio. A te, Cesare, l’abbraccio e il saluto della tua città».

A ricordarlo anche un altro sindaco e collega imprenditore, Luca Paolorossi: «Con lui se ne va un pezzo del made in Marche, quello autentico, fatto di stile, lavoro, visione e dolce vita. Lui il Salvador Dalì della moda. Lo saluto con gratitudine e orgoglio, per me sarà sempre un idolo».

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Più personali i ricordi di chi ha condiviso con lui un pezzo di vita: Cesare Bartolucci, presidente della Croce verde ricorda questo: «Abbiamo frequentato assieme le scuole elementari e medie e già a quell’età era evidente il talento che aveva. Nei momenti liberi disegnava sempre, era bravissimo, ricordo questi schizzi realizzati con una facilità di una bellezza che già mostrava abbozzate le sue qualità come stilista».

Lino Fornari, il titolare dello storico brand Fornarina ricorda la sua generosità: negli anni ’90 e primi 2000 le iconiche scarpe Fornarina e Paciotti erano i vettori della civitanovesità nel mondo. Due target molto diversi, ma fra loro, lontani dall’essere concorrenti, c’era un’amicizia reale. «Cesare era un carissimo amico, ho saputo della sua morte ieri sera, era un talento creativo straordinario, con la sua visione ha trasformato la scarpa in un linguaggio di stile, identità e seduzione. Ha dato a Civitanova e al distretto marchigiano un respiro internazionale contribuendo a rendere le Marche un punto di riferimento nel mondo della moda. Una persona straordinaria al di là del suo talento, generosa e altruista».

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Cesare Paciotti e Paola Paciotti

Roberto Elisei è stato direttore generale per Paciotti dal 1999 al 2018 e così lo descrive: «Era un genio assoluto, un fuoriclasse internazionale. Non aveva orari, spesso creava di notte e la mattina si presentava con dei capolavori assoluti. Aveva un gran gusto. E’ stato uno degli ultimi civitanovesi ad aver davvero lasciato il segno. Ha conosciuto tutti i protagonisti più importanti al mondo, ogni volta e in ogni luogo venivamo accolti come dei re, tutte le porte ci venivano spalancate. Un personaggio irripetibile come non ce ne saranno più».

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Paciotti nel 2016 a Seul

A ricordarlo poi anche il presidente della commissione cultura Gianluca Crocetti: «Oggi il mondo della moda perde una delle sue voci più originali e coraggiose. Ho avuto il privilegio di conoscere bene la sua famiglia e i suoi nipoti, persone di grande umanità. In questi anni ho potuto vedere da vicino la dedizione, la passione e l’amore con cui Cesare costruiva non solo scarpe, ma un sogno e un’eredità che durerà nel tempo. Cesare non era soltanto un designer: con il suo studio, il suo estro, ha saputo trasformare la calzatura in un’icona. Le sue collezioni sono sempre state un equilibrio fra innovazione e artigianato, audacia e disciplina stilistica. Il celebre logo del pugnale non era solo marchio, ma una promessa: “cammina con forza, con carattere, con stile”. In questo momento di dolore e di vuoto, formulo le mie più sincere condoglianze a tutta la famiglia Paciotti e ai suoi cari. La sua visione continuerà a camminare sulle strade del mondo, nelle mani di chi ama l’eccellenza».

Il funerale si svolgerà domani alle 10 nella chiesa di San Pietro in piazza XX settembre, nel cuore di Civitanova. Il Comune oggi pomeriggio ha annunciato che per domani in città ci sarà lutto cittadino con le bandiere a mezz’asta per tutta la giornata. 

Paciotti lascia i figli Ludovica, Giuseppe Nicola e Diamante, la sorella Paola, il cognato Vittorio, i nipoti Marco e Massimo e i nipotini, oltre alla sua adorata Lina, l’assistente personale, amica e braccio destro di Cesare.

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Cesare Paciotti con Beyoncè

E’ morto Cesare Paciotti, addio al “re della scarpa”

 



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