Lele Adani sul palco del Lauro Rossi
di Leonardo Giorgi
Nel libro che sancì il francese Emmanuel Carrère come maestro della letteratura contemporanea non-fiction, L’avversario, pubblicato nel 2000, l’autore scrive «un amico, un vero amico, è anche un testimone, e il suo sguardo ti permette di valutare meglio la tua vita». Antonio Cassano forse non ha mai letto Carrère, ma ieri sera, al teatro Lauro Rossi, il suo sguardo gigante proiettato da remoto dietro i compagni del format “Viva el futbol” Lele Adani e Nicola Ventola (presenti invece fisicamente), è proprio quello di un amico.
Marco Ardemagni e Nicola Ventola
È per questo che centinaia di migliaia di italiani seguono ormai da anni i tre ex calciatori nelle loro avventure social, dove su Twitch – in particolare – sono stati tra i primi a portare un modo nuovo di raccontare il calcio, inizialmente accompagnati da Bobo Vieri. Il divorzio tra il bomber ex Inter e i tre esuli guidati da Adani è stato per tanti giovani appassionati quello che, qualche decennio fa, ha rappresentato la fine della storia tra Al Bano e Romina. Eppure, come dimostrato da un teatro strapieno per la seconda serata del festival Overtime, il pubblico non li ha abbandonati ed è tornato in massa a un anno di distanza dall’ultima apparizione dei tre al Lauro Rossi.
Antonio Cassano in collegamento
È quello sguardo di amico che ognuno dei tre ha per l’altro che funziona, unito a un certo integralismo calcistico che ha costruito nella sua mitologia le sue divinità (il bel calcio di Guardiola, il De Zerbi di turno costretto a stare fuori dall’Italia per esprimere la sua visione da allenatore, i piedi di Modric, l’inarrivabile Messi superiore a Cristiano Ronaldo) e i suoi demoni (la poca apertura mentale degli addetti ai lavori in Italia, la narrazione sportiva di un certo tipo di tv generaliste, Massimiliano Allegri che allena solo per il risultato, Massimiliano Allegri che esprime un calcio brutto da vedere, Massimiliano Allegri che appartiene a un calcio vecchio, Massimiliano Allegri). Ieri sera c’è stato un po’ di tutto questo – e molto altro – per la gioia dei fedelissimi del trio, tra applausi, risate e le domande di Marco Ardemagni, conduttore radiofonico e amico storico di Overtime.
«Quando ci troviamo in questo posto meraviglioso come questo teatro è facile condividere la nostra passione» racconta Adani. «Ci piace questo tipo di comunicazione nuova con il calcio, forse siamo stati artefici. In Italia cambiare spaventa, in ogni ambito, e alla fine ci si lamenta. Anche negli allenatori, lo sappiamo. Non lamentiamoci quindi se poi escono fuori partite come l’ultimo Juventus-Milan. Davanti a questo scempio bisogna ribellarsi».
La Serie A continua a oscillare tra pragmatismo e mediocrità, mentre all’estero si sperimenta, si osa, si corre. E anche il dominio delle grandi squadre sembra essersi sgretolato. «La Roma di Gasperini? Dopo l’ultimo scudetto di Sarri, il nono consecutivo della Juve, poi ha vinto ogni anno una squadra diversa» osserva Adani. Per Cassano non ci sono dubbi sullo Scudetto: «L’Inter». Continua l’ex Bari, intervenendo sul tema del livello del calcio in Italia: «Guarda Allegri, ha fatto una carriera così. Non cerca mai bellezza, gli basta il risultato, anche quando fa cagare». «Antonio – commenta Adani – come chiunque sia estremo nelle valutazioni, divide nettamente. Quando sbaglia sbaglia, ma quando ci prende, becca la verità tra un oceano di chi è contrario».
E se la verità fosse proprio lì? Come quando supportato, in parte, anche da Ventola e dallo stesso Adani, FantAntonio nazionale – in riferimento alla Fiorentina di Pioli, ma allargando il discorso – avvisa: «Chi va a prendere i soldi fuori dall’Europa e torna non ha più gli stessi stimoli. Benitez era tra gli allenatori top al mondo, è andato a prendere i soldi, è tornato ed è durato due mesi all’Everton. Vega è andato là e adesso non è più il calciatore di prima. Ci è andato anche Cristiano Ronaldo, che però evita di parlare, prende i soldi e non rompe». «Quello che intende Antonio – arriva l’assist di Ventola – è che chi va in Cina o in Arabia poi stacca la spina».
Però, per fortuna, la bellezza c’è. In Italia, in questo momento, è rappresentata da Luka Modric. Pallone d’oro, Allegri gli ha affidato le chiavi del centrocampo del Milan: «A uno così, secondo me, Allegri non gli dice proprio come giocare, non ne ha bisogno – sorride Adani -. Ringraziamo Dio per averlo in Italia. È diverso, comunque, da come Conte tratta De Bruyne, altro top arrivato da fuori. Conte chiede al belga di giocare come gioca la sua squadra, Allegri invece dà libertà assoluta a Modric, si fida».
Lele Adani
Più si va avanti con la serata, più lo stesso Cassano si lascia andare, nonostante andando avanti con la serata il collegamento video si perde e rimane solo il suo accento barese nelle casse del telefono di Ventola, amplificate da un microfono. «In Italia si esalta sempre Marotta, si crede che sia lui il fenomeno. Invece nessuno si rende conto che lì, all’Inter, il vero genio è Ausilio. Sento parlare di Marotta come rappresentante del calcio italiano nel mondo. Io lo conosco Marotta. Lui non sa proprio niente di calcio giocato o di giocatori». Alla fine, Adani e Ventola hanno tempo per mettersi in posa e scattare qualche decina di selfie con i tanti fan arrivati. In ogni foto, Adani abbraccia il suo popolo e sorride a ogni persona che gli si avvicina. Non tutti sono d’accordo con ogni sua singola opinione, certo. Eppure, è il modo in cui dà voce a quelle opinioni a renderlo irresistibile. Forse ce l’abbiamo tutti un amico così.
Overtime continua con gli eventi della terza giornata. Questa sera alle 21,15 al teatro Lauro Rossi l’attore Stefano Fresi porta in scena Dioggene, scritto e diretto da Giacomo Battiato. Domani alle 19 in piazza Vittorio Veneto torna Federico Buffa. Alle 21,15 al teatro della Filarmonica “Solo Coppi temo” con Serse Cosmi e il pianista Giovanni Guidi. Gran finale domenica alle 19, sempre in piazza Vittorio Veneto, con Pierluigi Pardo accompagnato dai gemelli Fabrizio e Valerio Salvatori. Tutti gli altri eventi in programma sono consultabili sul sito ufficiale del festival.
Imperdibile!
Si è parlato di Kant immagino.
ma perché non andate alla sagra delle lumache invece di ascoltare sti esaltati qua !
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