«La segretaria Contigiani stia tranquilla.
Mai pensato di ricandidarmi sindaco
Torno a fare l’avvocato a tempo pieno»

MACERATA - Intervista a Romano Carancini dopo la mancata conferma in consiglio regionale: «Le mie preferenze sono aumentate ma Catena è stato più bravo, un errore inserire candidati vicini al Pd nella civica Ricci». Sul centrodestra: «In città sono chiari i segnali di sfiducia nell'amministrazione Parcaroli, in 5 anni sono stati fatti solo passi indietro sui temi più rilevanti». Bordata alla segretaria del circolo Dem che ha bollato come "vecchi" (politicamente parlando) lui e Mari

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Romano Carancini è stato sindaco di Macerata dal 2010 al 2020, poi cinque da consigliere regionale di opposizione

di Luca Patrassi

Mentre ai vertici del Pd marchigiano si sostiene che «la strada è quella giusta» in giro per il territorio le voci che si raccolgono raccontano altro. Uno dei protagonisti della corsa campagna elettorale per le regionali è stato l’ex sindaco ed a questo punto ex consigliere regionale Romano Carancini.

Cosa pensa del voto?

«Non possiamo mentire a noi stessi: il risultato regionale è profondamente deludente. I numeri sono più duri della pietra: sono andati a votare il 50% degli aventi diritto circa 650mila cittadini, il 10% in meno di 5 anni fa quando furono circa 740mila. Considerando in entrambi i passaggi elettorali le medesime alleanze, noi perdiamo comunque 68mila voti mentre Acquaroli solo 23mila».

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Carancini in consiglio regionale durante lo scorso mandato

Un problema di alleanze o di candidati?

«Matteo Ricci, non vi è dubbio, era il candidato migliore per provare a scardinare il governo delle destre in Regione. È stato decisivo nel costruire un’alleanza molto larga mancata nel 2020 ma, evidentemente, nonostante una campagna elettorale generosa e soprattutto fatta di proposte concrete non siamo riusciti ad arrivare alle persone».

E’ tutto da buttare o vede qualcosa di positivo in vista delle prossime comunali?

«Il risultato regionale, a ben osservare, fornisce al centrosinistra segnali incoraggianti in vista delle comunali della prossima primavera. D’altro canto, ci sono al lavoro partiti, liste civiche, la società civile, attraverso l’impegno di tanti semplici cittadini, i quali insieme stanno svolgendo un lavoro serio, importante, fatto di proposte concrete, riconducibile a una programmazione e soprattutto ispirato ad una visione nuova della città».

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Le preferenze a Macerata città dei candidati consiglieri, Carancini è stato il più votato

Ha qualcosa da recriminare per la mancata elezione o ha fatto quanto possibile?

«Leonardo (Catena, ndr) è stato più bravo di me in campagna elettorale. Ha avuto un fortissimo sostegno dal suo Comune con oltre 900 preferenze; ha organizzato al meglio la componente politica del Pd a cui appartiene drenando voti importanti e cito su questo i circa 500 voti di Potenza Picena, e non solo. A Macerata ha ricevuto poco meno di 400 voti, che è un risultato non improvvisato e decisivo. Purtroppo per me credo abbia influito anche la scelta di includere nella lista Ricci candidati vicini al Pd, di area come si direbbe, che hanno spostato voti senza un valore aggiunto, piuttosto che affrontare lo sforzo di allargare la disponibilità a figure provenienti da altri mondi come quello dell’impresa, dell’associazionismo, o pure anche sindacale. Questa l’analisi ancora a caldo ma, in definitiva, il Pd in provincia è ben rappresentato da Leonardo Catena» .

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Romano Carancini e Leonardo Catena

Il centrodestra governa Macerata da cinque anni, il suo giudizio?

«Negli ultimi 5 anni Macerata ha fatto solo passi indietro su tutti i temi più rilevanti tra cui la sanità, l’acqua pubblica, i rifiuti, solo per citarne alcuni. C’è rabbia per ciò che è stato e volontà di partecipazione di una comunità che non intende rassegnarsi a votare nuovamente Sandro Parcaroli. Anche di molti che gli avevano dato fiducia».

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Parcaroli e Carancini durante una conferenza del 2019 per Musicultura

C’è chi ipotizza una sua candidatura a sindaco di Macerata.

«Non ho mai pensato, neppure per un istante, di poter avanzare una mia ipotetica candidatura a sindaco nelle prossime elezioni comunali. La cosa è che ad evocarla sono stati autorevoli e dichiarati “ultras” delle destre di questa città, evidentemente per provocare un innesco di polemiche nel centrosinistra. E questo poteva essere prevedibile. È invece strano che a “mettere le mani avanti”, a scacciare i fantasmi su questo tema, sia stata anche la segretaria del circolo del Pd di Macerata (Ninfa Contigiani, ndr) la quale evidentemente a nome del partito, ma senza di fatto aver condiviso questa linea con l’assemblea cittadina del Pd, ha sentito la necessità di smentire ufficialmente una non notizia accompagnandola con un giudizio – anch’esso non condiviso – nei confronti miei e di un altro Romano (Mari), definiti “il passato».

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Ninfa Contigiani, segretaria comunale del Pd

In effetti però quelle 1661 preferenze da lei avute in città potevano far pensare a una possibilità di tornare in campo.

«Mi è dispiaciuto non essere rieletto, è ovvio, ma Leonardo Catena ha avuto un risultato migliore e gli va riconosciuto e augurato un buon lavoro. Mi consolano, d’altro canto, i dati complessivi delle preferenze, rispetto al 2020, quando peraltro avevano votato il 14% in più dei cittadini: 3412 preferenze ha voluto dire un +44%, con la soddisfazione di aver aumentato in città di oltre 300 voti (1661) e di 738 nell’intera provincia (1751). Primo nel capoluogo con larga distanza rispetto all’attuale vice sindaco della nostra città con un partito – FdI – al 28%. Non so se questi numeri siano coerenti con il passato ma sono stati espressi non più tardi di una settimana fa e io lo ritengo un patrimonio, si osservi bene, non personale, ma di un modo di fare politica. Credo, in realtà, sia il segno di un impegno riconosciuto, in particolare sulla sanità (ma non solo) dove per 5 anni ho denunciato i disastri delle politiche Acquaroli – Saltamartini, soprattutto cercando di avvicinare la conoscenza dei temi regionali, delle criticità alle persone che vedono l’Istituzione Regione purtroppo molto lontana».

Cosa le resta ora di questo impegno?

«Sono grato a chi ha scritto il mio nome sulla scheda e, soprattutto, un abbraccio alle tante persone che nell’intera provincia, quotidianamente, mi hanno sostenuto, accompagnato, motivato nella corso della campagna elettorale. Ancora oggi, forse pure più di ieri in campagna elettorale, ed anche negli ultimi 5 anni, non mi sono mai sentito solo. E per questo, pur non eletto, non verrà meno il mio dovere di restituire quella fiducia che mi hanno consegnato le persone, sia nella mia città che nell’intera provincia. Ora torno a fare l’avvocato a tempo pieno».

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