Nuovo look per il Laghetto azzurro:
«Un luogo del cuore
per cittadini e turisti»

USSITA - Terminati i lavori di recupero del piccolo specchio d'acqua, abbandonato dagli anni Ottanta dopo essere stato usato per decenni a scopi idroelettrici. La sindaca Silvia Bernardini: «Un'opera inserita nei programmi elettorali degli ultimi 30 anni. Non abbiamo voluto celebrazioni né inaugurazioni per lasciare spazio alla fruibilità spontanea». Investiti 850mila euro di fondi Pnrr-Pnc per questo intervento e per la realizzazione dei servizi igienici a Frontignano

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Il Laghetto azzurro di Ussita

Portate a termine in questi giorni due importanti opere di riqualificazione paesaggistica a Ussita. I lavori hanno riguardato da un lato la riqualificazione dell’area del Laghetto azzurro in località Vallazza, con un percorso di collegamento con il parco sensoriale, la realizzazione di una passerella pedonale sul fiume Ussita di collegamento tra il parco e l’area parcheggi lungofiume; dall’altro la realizzazione di un blocco di servizi nell’area verde a Frontignano per la riqualificazione e il rilancio dell’area verde, tramite la realizzazione di appositi servizi igienici a servizio degli utenti dell’area, realizzato all’interno della proprietà comunale dove sorge la chiesa della Madonna del Pian della Croce.

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Le opere realizzate sono finanziate con i fondi complementari al Pnrr-Pnc (Piano nazionale per gli investimenti complementari al Pnrr) per un importo complessivo di 850mila euro. L’area del nuovo Laghetto azzurro, fino agli anni Ottanta, è stata interessata dalla presenza di un piccolo invaso artificiale che venne realizzato per scopi idroelettrici nella prima metà del secolo scorso. L’invaso artificiale venne realizzato insieme alle opere di presa e di rilascio dell’acqua, da e verso il torrente Ussita, per la produzione di energia idroelettrica e a servizio delle centrali poste poco più a valle. L’area risultava in stato di abbandono da quasi quarant’anni, ovvero da quando l’invaso ha cessato di essere utilizzato, anche per motivi sportivi o fruitivi. Il progetto ha consentito la riutilizzazione dell’invaso del lago esistente con il fine di minimizzare spostamenti, scavi e movimenti terra di un certo rilievo, garantendo anche il mantenimento della forma del laghetto azzurro, limitando a circa 1,5 metri la profondità delle acque. L’afflusso idrico avviene dal torrente Ussita mediante il prelievo di una modesta quantità di acqua dal torrente per poi essere rilasciata a valle dell’area dove sorge il laghetto.

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Il laghetto di notte

«Con quest’opera ci siamo posti l’obiettivo – ha detto la sindaca Silvia Bernardini – di recuperare questo luogo, ancora fortemente radicato nei ricordi e nella memoria storica della popolazione residente e dei turisti che da decenni visitano il centro di Ussita, collegandolo con il parco sensoriale esistente attraverso un percorso pedonale, e la realizzazione di un nuovo ponte pedonale, così da garantire il collegamento e l’accessibilità dal borgo di Fluminata, non lontano dalla piazza principale, evitando di fare un giro più lungo, fatto questo molto apprezzato. La restituzione dell’opera, inserita nei programmi elettorali degli ultimi 30 anni, è avvenuta questa volta volutamente senza celebrazioni e inaugurazioni, per lasciare spazio alla fruibilità spontanea, alla scoperta del posto agli ussitani e ai visitatori donando loro un effetto sorpresa. La rigenerazione di luoghi come questo, contribuisce a quella “riparazione” sociale di cui i nostri paesi hanno molto bisogno».

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Il percorso che si è così venuto a creare riconnette alcuni dei borghi principali che compongono il territorio comunale di Ussita e cioè Capovallazza, Vallazza e Fiuminata, diramandosi a partire dal laghetto, verso le aree boscate perimetrali nel versante sul quale si attestano le antiche vie sterrate che raggiungono il borgo di Castelfantellino e del cimitero monumentale, per raggiungere poi a valle un’area pianeggiante posta nelle immediate vicinanze del ponte carrabile posto all’intersezione dell’incrocio tra via Roma e la via che porta ai borghi di Tempori e Casali. Dal punto di vista botanico sono state realizzate a valle del laghetto aree con accrescimento di specie autoctone tipiche degli ambienti lacustri che perfettamente si possono adattare all’ambiente vallivo montano.

Relativamente alla realizzazione di un punto servizi di Pian dell’Arco a Frontignano è stato posizionato un blocco prefabbricato per servizio igienici anche per disabili al fine di soddisfare le esigenze del flusso di persone che transitano per escursionismo o per il tempo libero. «L’area è un importante punto di snodo sulle direttrici che da Frontignano scendono verso il fondovalle ussitano e verso San Placido e poi Castelsantangelo», finisce Bernardini.



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