Mini appartamenti all’asilo Marinozzi,
«Anziani in attesa da anni,
ma ora c’è preoccupazione»

POLLENZA - Il gruppo Caritas comunale ha scritto al cda della Fondazione Marinozzi-Olivieri dopo la decisione di non affidare più esclusivamente ad anziani alcune delle abitazioni: «Ripensateci, non date loro una delusione proprio adesso»

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anzianiMini appartamenti destinati agli anziani, a Pollenza c’è fermento per capire il destino di queste case dell’asilo Marinozzi dopo l’uscita di scena del presidente della fondazione Marinozzi-Olivieri, modifiche tra i componenti del Cda e la decisione di dedicare non sono agli anziani le abitazioni. Il gruppo Caritas della parrocchia Sant’Andrea Aposto, di Pollenza, ha scritto al cda della fondazione chiedendo di ripensare sulla decisione di modificare la destinazione di alcuni mini appartamenti.

«Ormai da anni, parecchi anziani, uomini e donne di Pollenza, aspettano di veder realizzato il progetto dei mini-appartamenti della Fondazione Marinozzi-Olivieri – scrive il gruppo Caritas tramite l’incaricato, Valentino Cai -. Non hanno una voce forte le vedove attorno agli ottanta, ma dignità ne hanno tantissima: una giovinezza mai perduta. Così come alcuni uomini anziani che vivono soli. Non sono senza tetto, sono ancora abbastanza capaci di cavarsela, sanno vivere con poco, ma attendono un po’ di ristoro. Aspettano senza impazienza, ma con una serena fiducia. Chi ha pensato a loro vuole bene a questo paese: è credibile, leale, degno della loro fiducia».

L’asilo Marinozzi molti di questi anziani lo hanno frequentato nella loro infanzia e c’è una affezione verso questo luogo.

Gli anziani che attendono i mini appartamenti, continua il gruppo Caritas «Ultimamente hanno saputo di repentini cambiamenti e sono rimasti molto male: il decadere di don Roberto Angelucci dall’ufficio di parroco e conseguentemente anche da presidente della Fondazione, il cambio di altri membri nel Cda, riunioni affrettate e tumultuose. A maggioranza – con alcuni componenti fortemente contrari – è stato deciso che alcuni di questi mini appartamenti non sono più destinati unicamente ad anziani, disattendendo lo statuto. Niente da obiettare su altri soggetti fragili e bisognosi, resta il fatto della non opportunità di questa soluzione, invadente nel metodo e discutibile sul piano socio-pastorale. Ci è capitato di guardarle parlare certe donne anziane: non vogliono dar troppo fastidio, non vogliono protestare. Però sono tanto amareggiate. Per favore ripensateci, non date loro una delusione proprio adesso».



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