Separazione delle carriere,
avvocati e magistrati a confronto

MACERATA - All'incontro organizzato dalla Camera penale ha partecipato anche Rocco Maruotti, segretario nazionale Anm.P Presenti anche il presidente tribunale, Paolo Vadalà, e il procuratore Giovanni Narbone

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Un momento dell’incontro

Separazione delle carriere sì o no? L’incontro dedicato alla riforma della giustizia si è svolto venerdì alla biblioteca Mozzi Borgetti di Macerata. Presenti tanti esperti del settore come avvocati, magistrati, politici, docenti universitari.

L’evento, patrocinato dal comune di Macerata e organizzato dalla scuola della Camera penale, dal titolo “Separazione delle carriere un dialogo possibile sulla riforma? ” non ha tradito le aspettative di molti, non soltanto fra gli addetti ai lavori, interessati a conoscere le opinioni a confronto, utili a fare chiarezza sui risvolti della riforma costituzionale della giustizia in questi giorni all’esame del parlamento.

Ne hanno discusso Rocco Maruotti, segretario Nazionale Anm, Francesco Petrelli, presidente della giunta nazionale dell’Unione Camere Penali, e Giovanni di Cosimo, titolare della cattedra di diritto costituzionale presso la università di Macerata.

 

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Il convegno, moderato dall’avvocato Paolo Giustozzi (già componente di giunta Ucpi) è stato presentato dall’avvocato Donato Attanasio, tesoriere della Camera penale, che ha ricordato l’impegno dell’organo maceratese sul tema della separazione della carriere presentando, anche per conto del responsabile, l’avvocato Renato Coltorti, i passi attuali della riforma costituzionale. Presente anche l’assessore Riccardo Sacchi, avvocato, che ha portato i saluti del Comune.

Il dibattito si è arricchito degli interventi del presidente del tribunale di Macerata, Paolo Vadalà, del procuratore Giovanni Narbone, del presidente dell’Ordine degli avvocati, Paolo Parisella, e del presidente dalla Camera penale, Jacopo Allegri.

Il tema della riforma della giustizia, noto come “separazione delle carriere”, al momento in corso di approvazione al Senato, ha fatto molto discutere su posizioni inevitabilmente dialettiche fra gli organi che rappresentano avvocati penalisti e avvocati, e gli esponenti della magistratura associata.

L’argomento, certamente dai risvolti tecnici, è però comprensibile per tutti: la riforma, come è stato detto, mira a garantire la terzietà e la imparzialità del giudice e la parità delle armi nel processo fra accusa e difesa, in conformità con l’articolo 111 della Costituzione, secondo cui ogni processo si svolge nel contraddittorio fra le parti, in condizione di parità, in conformità ai dettami della Convenzione dei diritti dell’uomo.

 



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