Aato, assemblea infruttuosa dei sindaci:
«Delibere da approvare entro luglio
o torna tutto in discussione»

SINDACATI - Cgil, Cisl e Uil sulla riunione di oggi: «La politica, a partire dai sindaci dei comuni capofila, deve oggi dimostrare di essere all’altezza delle sfide del momento dando prova di autorevolezza e credibilità». Alberto Cicarè (Strada Comune): Strada comune: «Delibera è in alto mare, la scadenza rischia di saltare e i sindaci hanno iniziato a rinfacciarsi il quasi fallimento dell’operazione»

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AATO_FF-13-650x434Gestione dell’acqua, i sindacati: «ennesima assemblea infruttuosa dei sindaci dell’Aato3, con l’aggravante del possibile slittamento dei termini previsti dal cronoprogramma approvato all’unanimità a giugno, che dovrebbe garantire il mantenimento in house del servizio idrico integrato del nostro territorio». A dirlo i sindacalisti Daniele Principi (Cgil), Rocco Gravina (Cisl), Sergio Crucianelli (Uil), Andrea Coppari (Filctem Cgil), Giuliano Caracini (Femca Cisl), Dalverio Dafne (Flaei Cisl), Manuel Broglia (Uiltec Uil). L’assemblea si è svolta oggi.

«Delibera in alto mare, la scadenza del 31 luglio rischia di saltare e i sindaci hanno iniziato a rinfacciarsi il quasi fallimento dell’operazione» rincara la dose Alberto Cicarè della lista Strada Comune.

I SINDACATI – «Visti i tempi serrati (a detta di tutti inderogabili), la non approvazione entro luglio delle delibere dei Consigli Comunali comporterebbe la mancata tenuta degli accordi presi e la conseguente messa in discussione dell’intero percorso di costruzione della Società unica di gestione – continuano i sindacati -. Da due anni siamo impegnati in questa difficile vertenza per il mantenimento del carattere pubblico del Servizio Idrico del nostro territorio siamo estremamente preoccupati ed auspichiamo che entro la fine del mese si possa procedere con l’adozione delle delibere, superando divisioni, criticità ed interessi che non collimano con le aspettative dei cittadini e dei lavoratori. Chiediamo quindi, a tutte le parti in gioco, la massima responsabilità e serietà nel portare avanti il percorso da tutti condiviso solamente qualche mese fa».

Secondo i sindacati «La politica, a partire dai sindaci dei comuni capofila, deve oggi dimostrare di essere all’altezza delle sfide del momento dando prova di autorevolezza e credibilità. Anche coloro che oggi si candidano alla guida della Regione devono assumere il tema del mantenimento del carattere pubblico del bene acqua come fondamentale per il nostro territorio, considerando che l’ente regione detiene importanti competenze in materia. In mancanza di un accordo che consenta il rispetto delle tempistiche previste o il prosieguo di azioni dilatorie ci vedremo costretti già dal mese di agosto a riprendere lo stato di agitazione dei lavoratori e cittadini che non accetteranno la svendita ai privati dell’acqua restando in silenzio».

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Alberto Cicarè

STRADA COMUNE – «Non solo la delibera è ancora in alto mare, ma è proprio tutto il castello di carte che è stato costruito in questi anni a vacillare tremendamente. La scadenza del 31 luglio rischia di saltare, e così a seguire tutta la procedura che era stata prefigurata – dice Cicarè di Strada Comune – I sindaci hanno cominciato a rinfacciarsi a vicenda il quasi fallimento dell’operazione che avrebbe dovuto portare alla gestione unica e pubblica dell’acqua, imputando poi ai tecnici le lungaggini che stanno portando a mancare le scadenze del cronoprogramma che gli stessi tecnici hanno preparato. Uno spettacolo indecoroso, al quale non ha partecipato il comune di Macerata, presente in forze con il sindaco Parcaroli e l’assessora Piccioni, che non hanno ritenuto di dire una parola in merito. Sono anni, ormai, che è chiaro che se non si costituisce un’unica società pubblica affidataria del servizio idrico si dovrà andare a gara e così la nostra acqua finirà in mani private. Da anni si riempiono la bocca con i benefici del servizio pubblico salvo non fare niente per realizzarlo, o meglio fare di tutto perché la responsabilità del fallimento ricada su altri. Sono gli stessi che poi appaiono sorridenti sui manifesti dicendoti “con te”, “per le nostre Marche”, “al tuo servizio”. Sarebbe da far vedere a tutti la registrazione dell’incontro di oggi, per capire il loro impegno per noi e per le nostre Marche. Ma se hanno deciso, data la loro inconcludenza, di affidare a dei tecnici la conduzione dell’operazione, e se questi tecnici sono espressione delle società che perderanno la gestione del sistema idrico che portava milioni di euro nelle loro casse, cosa si aspettavano? Senza un controllo politico dell’operazione, questa è destinata a fallire. In caso di fallimento non ci saranno scusanti per questa classe politica; attendiamo con la poca fiducia che ci rimane uno scatto che consenta di riportare nei binari la procedura e arrivare al risultato della gestione unitaria e pubblica dell’acqua».



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