The Final Countdown 40 anni dopo:
concerto magistrale per gli Europe

MUSICA - La band svedese campione di incassi negli anni '80 ha calcato il palco del Wondergate Festival per celebrare il loro album più celebre, omonimo del pezzo immortale conosciuto da ogni generazione

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Foto Wondergate Festival Official

di Marco Ribechi

Il mito degli Europe si conferma immortale, il Wondergate apre tra gli applausi. Ha letteralmente infiammato il pubblico la band svedese capitanata dal carismatico Joey Tempest che ieri sera si è esibita a Marina di Altidona per la prima data del Festival in onore dei 40 anni di The Final Countdown, l’album che contiene una delle hit più conosciute nella storia della musica mondiale. Un concerto tiratissimo e splendidamente eseguito con 16 brani che hanno celebrato uno dei gruppi più popolari della storia della musica, con oltre 25 milioni di dischi venduti. Tutti i membri degli Europe sono apparsi in perfetta forma, capaci di mantenere alto l’entusiasmo degli spettatori dal primo fino all’ultimo secondo di esibizione, in un’esplosione di emozioni mai cadute nel nostalgico ma decisamente vive ed energiche.

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Foto Wondergate Festival Official

Merito anche di un palco di primo livello, molto ben allestito sia nell’impianto di amplificazione che nell’illuminazione, con uno schermo a fare da sfondo per creare ambientazioni davvero suggestive. Su questo stesso palco si alterneranno vari ospiti fino al 24 agosto, attraverso tre differenti linee di show: il Sonic Gate, l’Electronic Gate e infine il Metal Gate per un’estate ricca di appuntamenti.

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Foto Wondergate Festival Official

Ad inaugurare il tutto però ieri sono stati gli Europe che hanno saputo catalizzare due differenti gruppi di spettatori: da un lato i fan accaniti, quelli che conoscono tutti i pezzi a memoria e che hanno assistito all’esibizione quasi con le lacrime agli occhi, dall’altro i rockettari di ogni tipo arrivati al parco dei Due Ponti per rendere omaggio a una band che, nei primi anni ‘80, ha fatto balzare per le prime volte l’heavy metal in cima alle classifiche di tutto il mondo e su tutte le trasmissioni radiofoniche costituendo, di fatto, una notevole spinta alla penetrazione del genere nella cultura di massa.

Tempest e compagni, tutti in pianta stabile almeno dal 1984, conoscono bene le proprie capacità sia musicali che di esperienza di palchi e fin dai primi secondi fanno subito capire che ci sarà da divertirsi, con un concerto collaudato per far saltare e scatenare il pubblico. Il primo brano in scaletta, quello che apre le danze, è On Broken Wings, pezzo pubblicato come B-side del singolo di “The final Countdown” e che quindi lo ha accompagnato nella storia. Proprio da questo brano tra l’altro prende il nome il gruppo di Udine che insieme ai Madhouse e agli Everlasting Fall ha fatto da apertura nel pomeriggio di Altidona.

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Foto Wondergate Festival Official

Tempest appare vitale, frizzante, intento a cavalcare il palco con movimenti sinuosi come insegna la scuola Whitesnake del cui leader Coverdale ricalca un po’ le movenze. «Altidona come stai? Daje fra’» è il grido con cui saluta il pubblico prima di addentrarsi nell’esecuzione di Rock the Night e Walk the Earth, il primo dell’86 mentre il secondo è la traccia che dà il nome all’ultima fatica omonima del 2017. Seguono in successione Scream of Anger, Sign of the Times, Hold Your Head Up prima della celeberrima Carrie, ballad romantica che sposta, solo per qualche minuto, il mood del concerto. Ma nonostante tutto non è uno spettacolo romantico, gli Europe dimostrano di essere heavy metal fino alla punta dei capelli, ricordando l’hair style che ha caratterizzato la loro generazione musicale. Quindi spazio a due dei brani più potenti dell’intero concerto, War of Kings e Stormwind, seguiti da Open Your Heart e More Than Meets the Eye. Il ritmo incalzante della batteria di Ian Haugland e le schitarrate di John Norum sono perfettamente sostenute dal basso di John Levén, forse il più abbottonato dei cinque, e dalle tastiere di Mic Michaeli, vero marchio di fabbrica del genere che ha spopolato negli anni ‘80, epoca in cui chi suonava lo faceva sul serio.

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Un preludio quasi epico apre al pezzo Last Look at Eden accompagnato da splendide immagini rosso fuoco, forse le più suggestive di tutto lo spettacolo,  sullo schermo alle spalle della band. Ready or Not anticipa Superstitious mixata con No woman no Cry di Bob Marley a fare da colonna sonora per i saluti finali. Un’uscita di scena a cui nessuno crede minimamente, infatti all’appello mancano i due brani più iconici della band, lasciate come ciliegine finali. Cade la pioggia a sancire il momento quasi mistico in cui la grancassa annuncia il rientro della band, parte Cherokee brano acclamatissimo prima dell’apice della serata.

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Un momento dell’esibizione

Inizia la melodia di tastiere, bastano tre note per annunciare uno dei ritornelli che ha risuonato  in praticamente ogni bar, club, e persino discoteca di tutto il pianeta. The Final Countdown è ormai parte della cultura popolare di ogni nazione, tale è la fama raggiunta da questo brano eguagliato da pochi altri nella storia. Sullo schermo sorge un pianeta e un cielo stellato, Tempest offre il meglio di sé esibendosi in svariate pose plastiche perfette per fotografie indimenticabili. Il suo sorriso, stampato sul suo volto in ogni singolo attimo, è emblematico di un genere musicale che sempre ha cercato di intrattenere divertendo, in un’epoca che oggi sembra patinata ma che sta ritornando sempre più presente. Il conto alla rovescia finale è concluso, lo show si chiude, Tempest saluta il suo pubblico gettando plettri e dispensando cenni di intesa in una serata davvero ineccepibile a cui non resta che applaudire.

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Foto Wondergate Festival Official

A Marina di Altidona il rock tornerà il 22 agosto con una tre giorni di metal che vede tra gli ospiti più attesi il gruppo power metal finlandese Stratovarius con il loro leader Timo Kotipelto. A tenere alta la bandiera dell’Italia invece ci saranno i Rhapsody of Fire.

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Uno dei plettri lanciato a fine concerto

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Joey Tempest



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