Bonus edilizi non spettanti
per oltre un milione di euro:
denunciati due imprenditori e due tecnici

MACERATA - Scoperta dalla Guardia di finanza una frode legata ai Sisma bonus: tre società coinvolte, restituiti oltre 1,4 milioni di euro all’Erario. Quattro le persone segnalate alla Procura per indebita compensazione e per redazione di attestazioni false. VIDEO

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GUARDIA-FINANZAOltre un milione di euro di crediti d’imposta non spettanti sono stati indebitamente creati, ceduti e in parte compensati da tre società della provincia di Macerata, riconducibili a un gruppo familiare, sfruttando in modo distorto i benefici fiscali previsti dal Sisma bonus acquisti 110% e dal Sisma bonus ordinario.

L’indagine, condotta dai finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria di Macerata, ha portato alla luce un meccanismo fraudolento fondato sulla creazione fittizia di crediti fiscali attraverso l’acquisto simulato di garage, formalmente intestati a una società non operativa, ma controllata dallo stesso gruppo imprenditoriale. I garage risultavano ceduti dalle imprese costruttrici alla società, che poi li rendeva disponibili agli effettivi acquirenti degli appartamenti, i quali non avevano diritto al bonus in caso di acquisto congiunto di box e abitazione.

Per mascherare la reale operazione, i contratti di affitto dei garage venivano intestati a familiari degli acquirenti, ad esempio genitori o coniugi, con l’obiettivo di ostacolare i controlli e simulare una parvenza di operatività aziendale.

Il totale dei bonus edilizi indebitamente ceduti con la formula dello “sconto in fattura” ha raggiunto la cifra di 1 milione 104mila euro. A questo si aggiungono 360mila euro derivanti da false asseverazioni su un cantiere, dove tecnici incaricati avevano dichiarato la fine dei lavori strutturali in una data non corrispondente alla realtà, permettendo così di ottenere agevolazioni maggiorate (110% invece dell’85%).

A conclusione delle indagini, sono state segnalate alla Procura due persone  in qualità di rappresentanti legali delle tre società coinvolte, per l’ipotesi di reato di indebita compensazione, e due tecnici per la redazione di attestazioni false.

Le società costruttrici, ritenute responsabili in solido, hanno riconosciuto le irregolarità contestate e hanno aderito alla procedura di ravvedimento operoso, restituendo all’erario oltre 1,4 milioni di euro tra imposte, sanzioni e interessi.



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