L’ultimo viaggio del cavaliere del design,
in 600 all’addio a Franco Moschini
«Il Politeama porterà il suo nome»

TOLENTINO - L’ultimo saluto all’Abbadia di Fiastra, in tanti non sono riusciti ad entrare in chiesa per il gran numero di persone presenti, molti i politici e gli imprenditori. Il sindaco Mauro Sclavi: «Franco lascia una grande traccia. La sua capacità di trasformare la nostra città in Poltrona Frau facendo grande questa terra la potremmo paragonare a un geyser potente ed esplosivo». Sul feretro il suo amato Panama color avana e tre rose bianche, due per le figlie Melania e Erica e una per il nipote Leonardo

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di Francesca Marsili (foto di Fabio Falcioni)

«Franco nasce a Macerata, ma cresce, vive e muore a Tolentino. Muore ma non finisce, muore ma non termina, muore ma lascia una grande traccia. La sua capacità di trasformare la nostra città in Poltrona Frau facendo grande questa terra la potremmo paragonare a un geyser potente ed esplosivo, come il suo talento imprenditoriale, ma che ha vissuto con la semplicità dell’acqua che lo alimenta».

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Il discorso del sindaco Mauro Sclavi

Con queste parole affidate a lui per volere della famiglia, è stato il sindaco di Tolentino Mauro Sclavi a rendere omaggio all’imprenditore Franco Moschini nel giorno del suo addio. E promette: «Il cineteatro Politema porterà il suo nome».

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Gremita oltre la sua capienza la chiesa dell’Abbazia di Chiaravalle di Fiastra: circa 600 persone hanno voluto dare l’ultimo saluto a Franco Moschini. L’uomo che ha trasformato un piccolo laboratorio artigianale in una delle più grandi realtà industriali del design italiano: Poltrona Frau, di cui è stato presidente per 50 anni.

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Franco Moschini

La semplicità e l’eleganza che ha sempre caratterizzato l’uomo definito “l’imprenditore del bello” è presente anche oggi: il feretro, semplice ed essenziale appoggiato a terra, perché lui non ha mai amato essere sotto i riflettori. Sulla bara il suo amato Panama color avana, da cui non si separava mai, accanto tre rose bianche simbolo delle sue due figlie Melania ed Erica e del suo amato nipote Leonardo.

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In chiesa non c’è spazio per le centinaia di persone che oggi non sono volute mancare: il mondo imprenditoriale, del design, i suoi collaboratori. Tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscere il padre, il nonno, il presidente, il mecenate, lo scopritore di talenti, l’amico e soprattutto l’imprenditore illuminato.

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Le figlie Melania ed Erika e il nipote Leonardo

Le prime file riservate ai familiari, alle autorità e alle maestranze di Poltrona Frau, che oggi hanno scelto di essere presenti con la divisa da lavoro a sottolineare il loro rispetto per il tanto amato Cavalier Franco Moschini, morto lunedi scorso a 91 anni.

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La famiglia ha voluto che si ricordasse il presidente omaggiando i presenti con una copia del libro “Franco Moschini – vita di un imprenditore del bello”, che racconta la storia pubblica, privata e imprenditoriale del cavaliere. Un funerale sobrio ed essenziale, esattamente come l’uomo che ci lascia un’eredità che va ben oltre il design, lascia una lezione di passione, coraggio e responsabilità verso il suo e il nostro territorio con una forte impronta di sincero mecenatismo.

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Ad officiare la messa il vicario generale della Diocesi di Macerata, Andrea Leonesi, che ha ripercorso le tante opere di beneficenza fatte da Moschini: «Su suggerimento dei sacerdoti e missionari ha acquistato in due nazioni africane macchinari per l’estrazione di acqua potabile. In Burundi ha realizzato due scuole e altrettanti asili per i bambini orfani. In India una scuola elementare. Impossibile elencare i tanti contributi per diverse le diverse chiese della Diocesi, in particolare la basilica di San Nicola e la chiesa di San Catervo soprattutto dopo il terremoto del 2016. Istituzioni corali, orchestrali, festival musicali e singoli musicisti hanno usufruito del generoso aiuto di Franco Moschini. D’altro canto – ha sottolineato don Leonesi – di fronte alla morte che oggi ci troviamo a contemplare, ci rendiamo conto che tutto è molto relativo: ricchezza, povertà, tutto è transitorio e Franco ha dimostrato di aver compreso questo messaggio».

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Parole di cordoglio attraverso una lettera anche dal vescovo di Macerata Nazzareno Marconi: «Per testimonianza di tanti tolentinati Franco Moschini ha saputo essere un uomo sia di lavoro che di carità. Da imprenditore ha scelto di rimanere fedele alle radici e al suo territorio».

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Da sinistra, il sindaco Mauro Sclavi, Filippo Saltamartini, Romano Carancini e Sandro Parcaroli

Anche il padre provinciale degli Agostiniani Gabriele Pedicino, suo intimo amico oggi all’estero, ha inviato un ricordo: «Un’eccellenza dell’imprenditoria che ha fatto conoscere il nome di Tolentino ovunque. Un uomo creativo, instancabile per studiare e realizzare progetto. Impossibilitato ad essere presente vorrei ricordarlo semplicemente per quello che è stato per noi Agostiniani di Tolentino: un benefattore, e per me un padre e un amico. Ci ha sempre aiutati in piccoli progetti come la sala studio per i giovani come anche la possibilità, con degli interventi, di mettere in sicurezza il Chiostro della basilica di san Nicola dopo il terremoto e far tornare fedeli, turisti e pellegrini. Lo chiamavo a parlare agli studenti e alla sua veneranda età sapeva accendere in loro fascino ed entusiasmo. In ultimo – ha detto nella lettera Padre Gabriele – non posso non ricordarlo nei giorni del terremoto dove si è preso cura delle mie paure per darci una casa, la sua, per vivere i primi dieci giorni dopo il sisma che come tanti a Tolentino ci ha portati fuori dalle nostre casa. In paradiso vorrei trovare amici così, oggi preghiamo per te e che il Signore ti doni una casa, quella eterna, e quella bellezza che hai cercato, curato e custodito in questa vita».

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Tante le figure presenti quest’oggi per stringersi attorno e dare conforto alla famiglia. A partire dal mondo politico: l’assessore alla Sanità delle Marche Filippo Saltamartini, il presidente della Provincia e sindaco di Macerata Sandro Parcaroli, la vice sindaca Francesca D’Alessandro, il consigliere regionale Romano Carancini, il senatore Mario Baldassarri, il presidente della Comunità montana dei Monti Azzurri Giampiero Feliciotti, l’ex sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi, il presidente del Consiglio comunale Alessandro Massi, la vice sindaca Alessia Pupo e la consigliera comunale Silvia Luconi. In seconda fila i due amministratori delegati di Poltrona Frau Nicola Coropulis e Dario Rinero, come pure l’ex direttrice del Cesma Pina Gentili, sua cara amica e l’attuale presidente del centro studi Umberto Antonelli e il direttore artistico del Politema Massimo Zenobi. Presenti anche gli imprenditori Nando Ottavi (Simonelli Group), Domenico Guzzini, Germano Ercoli e Fiorella Tombolini.

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A sinistra l’imprenditore Nando Ottavi

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Gli imprenditori Fiorella Tombolini, Domenico Guzzini e Germano Ercoli

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Da sinistra, il sindaco Scalvi, Filippo Saltamartini, Romano Carancini e Sandro Parcaroli

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