Lorenzo Longo, presidente provinciale Federconsumatori
di Monia Orazi
Federconsumatori Macerata vince battaglia: annullato contratto da oltre 4mila euro. La vicenda ha avuto inizio l’11 giugno scorso quando una civitanovese «ha ricevuto a casa la visita di alcuni venditori di una società di apparecchiature elettromedicali con sede in altra regione. Gli agenti hanno fatto firmare alla consumatrice un modulo che le è stato presentato come una “mera formalità preliminare”, senza fornire adeguate informazioni sui suoi diritti» dice Federconsumatori.
Sempre secondo l’associazione «La situazione si è complicata quando, verso la fine di giugno, i venditori sono tornati a casa della donna, significativamente dopo la scadenza naturale dei 14 giorni previsti per l’esercizio del diritto di ripensamento. Il punto di svolta è arrivato il primo luglio scorso, quando l’apparecchio elettromedicale è stato consegnato. Durante la consegna, il dispositivo medico è stato aperto direttamente dagli incaricati della società venditrice, senza alcun previo consenso della signora, rafforzando in lei la convinzione che il contratto fosse ormai definitivo».
La civitanovese si è rivolta a Federconsumatori Macerata che è intervenuta prontamente. Il 4 luglio l’associazione ha inviato una formale richiesta di recesso evidenziando che per i contratti conclusi nel contesto di visite non richieste, il periodo di recesso è prolungato a trenta giorni. Inoltre, in caso di mancata fornitura di informazioni complete, il termine si estende a dodici mesi ulteriori.
L’8 luglio la società venditrice ha comunicato l’accettazione del recesso, annullando la commissione e sollevando la consumatrice da qualsiasi obbligo di pagamento presente o futuro. Verrà inoltre rimborsato l’acconto versato di 100 euro, una volta restituita la merce.
«Siamo estremamente soddisfatti di questo risultato – dice Lorenzo Longo, presidente di Federconsumatori Macerata – Il nostro intervento ha permesso di tutelare una consumatrice da pratiche commerciali scorrette e aggressive che miravano a privarla del suo legittimo diritto di recesso. Questo caso sottolinea ancora una volta l’importanza di rimanere vigili e di rivolgersi alle associazioni dei consumatori per difendere i propri diritti di fronte a situazioni complesse e potenzialmente onerose».
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