Marco Monaldi saluta la Serie A:
«Il mio futuro al Var»

CALCIO - Il 37enne arbitro portorecanatese dismesso dalla Can: «Non sono contento di come è terminato il percorso in campo, in questi due anni credo di aver espresso un livello di arbitraggio buono. Non finirà il mio percorso nell’Aia»

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Marco Monaldi

di Andrea Cesca 

Dopo due stagioni ricche di soddisfazioni termina l’avventura di Marco Monaldi con la Can. Il fischietto di Porto Recanati è stato dismesso insieme a Francesco Cosso, Antonio Giua, Alessandro Prontera, Daniele Rutella e Gabriele Scatena. «La Can dimagrisce, si era troppo ampliata» le parole del presidente dell’Aia Antonio Zappi che quest’anno ha optato per la riduzione dell’organico (gli arbitri della Can sono passati 47 a 42, gli assistenti da 84 a 76). Tra i dismessi anche Gianluca Aureliano per motivi di età, Davide Ghersini per raggiunto limite di permanenza nel ruolo e poi le dimissioni volontarie di Daniele Orsato ad inizio stagione e di Alberto Santoro.

Monaldi, 37 anni, saluta con uno score di 1 partita diretta in Serie A e 29 in Serie B, in precedenza 78 in Serie C compresi i playoff e due partite di Coppa Italia.
«Non finirà il mio percorso nell’Aia perché con buona probabilità passerò a fare il Var professionista, che nel mondo del calcio sarà sempre più importante e predominante perché la tecnologia sarà sempre più utilizzata, tanto che adesso stanno portando il Var anche in Serie C e in Serie A femminile – spiega a Cronache Marco Monaldi – Ci sarà sempre più richiesta di questa figura che viene svolta da arbitri che sono stati alla Can. Ho già fatto il Var in questi due anni, è un mondo che conosco, facciamo i raduni insieme, è un percorso di continuità. Nel quadro del ringiovanimento programmato non ha aiutato aver intrapreso la carriera a 22 anni e forse il fatto che oltre il 60% delle sezioni arbitrali, in Italia, non hanno arbitri nella Can, nella nostra regione solo Macerata ha due fischietti. Porterò con me la stima conseguita sul campo da tecnici, calciatori e dirigenti e in generale l’apprezzamento dei commentatori televisivi e i giudizi della carta stampata».

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Monaldi con Juan Luca Sacchi, arbitro maceratese da sei anni in Serie A

Il 3 luglio 2023 la promozione dalla Can C alla Can, due anni dopo la fine del percorso.
«Non sono contento di come è terminato il percorso in campo, in questi due anni credo di aver espresso un livello di arbitraggio buono, però questa è un’associazione in cui non tutto dipende da se stessi. Ad alti livelli non è come correre i cento metri dove vince il più veloce, ogni volta vieni giudicato da una persona. Il giudizio come le dinamiche di campo sono completamente soggettive, quindi tu puoi fare bene ma puoi avere un responsabile al quale non piace il tuo modo di arbitrare. Probabilmente dovremmo essere più soggetti al giudizio del mondo del calcio inteso come società e come squadra piuttosto che dall’interno. Come ha detto il nostro presidente Zappi molto spesso la parte politica e la parte tecnica si sono mischiate e questo ha fatto in modo che non sempre tutto dipendesse da come uno arbitrava ma possono esserci anche altre dinamiche».

Tolta la delusione cosa rimane di questa esperienza?
«La grande capacità di gestione delle pressione, di decidere in brevissimo tempo che è quello che contraddistingue un arbitro. Sono quelle cose su cui ho lavorato e che mi porto nella mia attività che svolgo a Porto Recanati e le collaborazioni con alcune aziende a Milano. Il bagaglio di esperienza e di competenza è molto alto perché un arbitro studia, si applica, non è che si va in campo solo conoscendo il regolamento, quella è una parte importante come è importante la parte atletica: c’è una gestione dei momenti, delle relazioni, soprattutto con calciatori, allenatori, dirigenti e in generale con il mondo del calcio che diventa molto importante nella dinamica ad altissimi livelli di arbitraggio».

L’ultimo pensiero di Marco Monaldi è per i suoi cari, la sua città.
«Sono orgoglioso del fatto di aver portato in Italia il nome della nostra provincia dove mi sono laureato e con l’università e gli studenti costruito un importante percorso socio-politico. Aver contribuito a realizzare per la mia città e anche per la mia famiglia, nello sport più popolare, il completamento del cerchio magico. Una grande storia nel calcio che conta: tanti calciatori illustri, allenatori apprezzati e con loro anche un arbitro nel professionismo. Mi dispiace soprattutto per la mia famiglia, per le persone che mi hanno supportato. C’è un po’ di dispiacere, quello che vivo in questo momento non è una fine ma un percorso di passaggio, in ogni cambiamento c’è una grande opportunità. Continuerò a studiare e lavorare, il lavoro e il sacrificio portano sempre a grandi risultati. Ho avuto la fortuna di arrivare in alto, continuerò ad essere li, in un altro ruolo. L’obiettivo è dare soddisfazione alle persone che mi hanno supportato, dato una mano, dare soddisfazione alla città di Porto Recanati, alla provincia di Macerata ed alla regione Marche».

Confermato nella Can (arbitri di Serie A e B) Juan Luca Sacchi originario di Appignano e iscritto alla sezione Aia di Macerata, la prossima sarà per lui la sesta stagione nella massima serie.

La Figc ha ufficializzato, Marco Monaldi è un arbitro di Serie A

 



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