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Servizio idrico, i sindacati avvertono:
«Aumenti fino al 70% entro dieci anni»

AATO 3 - Cgil, Cisl e Uil sollevano dubbi sul piano d’ambito appena presentato: «Ci sono aspetti poco chiari. Tagli difficili e investimenti insostenibili. Serve una scelta responsabile»

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Una riunone dell’Aato3

Un’accelerazione verso l’affidamento in house del servizio idrico integrato che piace nella forma ma che, nella sostanza, solleva «tre elementi di preoccupazione». Sono le parole dei sindacati Cgil, Cisl e Uil che – alla vigilia dell’assemblea dei soci di Aato 3 fissata per lunedì – rivolgono un appello diretto ai sindaci coinvolti. Nel mirino delle sigle, il piano d’ambito appena inviato dalla direzione dell’Aato 3 ai Comuni, che pur fissando una cornice normativa e gestionale utile ad evitare la gara europea, presenta – secondo le organizzazioni – aspetti «poco chiari e trasparenti».

In un documento congiunto, firmato da Daniele Principi, (segretario Cgil) Rocco Gravina (segretario Cisl), Sergio Crucianelli (segretario Uil), Andrea Coppari (Filctem Cgil), Giuliano Caracini (Femca Cisl), Manuel Broglia (Uiltec Uil) e Dalverio Dafne (Flaei Cisl), vengono evidenziati tre punti critici su cui – si legge – «serve una riflessione ad alta voce».

Il primo, riguarda le tariffe: «Da qui al 2050 è previsto il raddoppio, il 100% in più», scrivono i sindacati. Ma l’aspetto più problematico sarebbe il fatto che «gli aumenti più impattanti (fino al 70%) sulle tasche degli utenti siano stati collocati nei primi dieci anni». Un impatto, denunciano, «che non può trovarci d’accordo stante le difficoltà che vivono le famiglie strette tra l’aumento dei beni anche di prima necessità e i salari che non crescono».

Secondo punto: i costi operativi. «Nulla evidentemente da obiettare sul fatto che sia necessaria un’azione di efficientamento e di riduzione dei costi operativi – chiariscono – ma le cifre esposte nel piano d’ambito ci sembrano ambiziose e forse poco realizzabili, ci domandiamo se siano sostenibili dalla società di gestione: sono indicati tagli importanti che a nostro giudizio difficili da realizzare».

Infine, «la terza perplessità arriva dal capitolo dedicato agli investimenti. Scorrendo le indicazioni contenute nel piano di ambito ci sembra che anche qui non ci sia una effettiva sostenibilità per il raggiungimento dell’obiettivo (affidamento in house). Restando al piano d’ambito che evidenzia gli investimenti da fare nel periodo di gestione del servizio idrico: si arriva in 25 anni a 1,3 miliardi di euro a carico delle società. Un importo molto rilevante. Per dare un riferimento, la quota attuale di investimenti per residente nel territorio di Aato3 è di 25 euro mentre con il nuovo piano si arriverebbe a 94 euro ad abitante. Sembra, anche in questo caso, fuori dalla possibilità finanziaria delle società questa mole di investimenti chiesti per garantire l’affidamento in house».

L’appello si conclude con un invito diretto ai primi cittadini: «Sicuramente i tempi strettissimi impongono decisioni rapide – scrivono Cgil, Cisl e Uil – ma una riflessione va fatta. Non si tratta di mettere in discussione l’obiettivo dell’affidamento in house, quanto piuttosto di garantire che avvenga su basi solide, condivise e soprattutto sostenibili per cittadini, lavoratori e territori».

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